Notizie dal mare - QUALE FUTURO PER IL SETTORE PESCA - di FRANCESCO MARCOZZI

Quale futuro per il settore pesca e diporto dello scalo marittimo giuliese. Lo abbiamo chiesto con alcune domande al presidente del Consorzio del mercato ittico, Nino Bertoni. 


Com’è cambiata la situazione del mercato ittico dopo la nascita del Consorzi? 

  

 Il Comune di Giulianova ha prima gestito direttamente sin dalla sua istituzione il mercato ittico all’ingrosso e successivamente tramite la controllata Giulianova Patrimonio Srl. 

  

Con gli allora assetti gestionali e anche per la riduzione della produzione, il mercato di Giulianova  non raggiungeva il pareggio di bilancio, i costi di gestione erano superiori all’agio sul prodotto locale commercializzato. 

  

Per evitare la chiusura del Mercato Ittico, ipotesi molte volte esternata dagli amministratori pubblici, alcuni operatori (produttori e commercianti) per arrestare la perdita di centralità del mercato ittico, punto di riferimento della Provincia di Teramo e L’Aquila e per attirare nuovi operatori,  hanno deciso di costituirsi in consorzio, chiedere l’affidamento temporaneo della gestione e iniziare un percorso, una strategia di rilancio con il coinvolgimento di tutti gli interlocutori: operatori, produttori, commercianti e consumatori anche con le loro organizzazioni. 

  

Obiettivo era quello di trasformare il mercato ittico in una vera azienda commerciale per raggiungere il fine del miglioramento del servizio, l’incremento del prodotto conferito e commercializzato e creare tutta una rete di servizi a supporto del settore peschereccio e del diporto. Come altro obiettivo è quello di favorire il consumo di pesce e soprattutto quello locale massivo con tutta una serie di iniziative da svilupparsi nelle provincie di riferimento. 

  

Altro obiettivo è stato quello di meglio difendersi nella sfida con i circuiti commerciali paralleli e quindi del “FUORI MERCATO”> 

  

L’obiettivo di non far gravare sulla comunità giuliese le perdite derivanti dalla gestione del mercato è stato raggiunto. Pur con una riduzione delle unità da pesca e qualche difficoltà il consorzio ha avuto ed ha un reddito operativo positivo. 

  

Qual è attualmente  la forza lavoro della flottiglia pescherecci e delle vongolare a Giulianova? 

  

 Gli operatori della pesca: per lo strascico circa 35/40, per le vongolare circa 200 

  

I giovani si avvicinano al duro lavoro della pesca o sono sempre più rari? 

  

 <Sono ormai pochissimi i giovani che si avvicinano alla pesca. Un tempo questo era un mestiere che si tramandava da padre in figlio, ma ora non purtroppo non è più così.  Le difficili condizioni lavorative e i bassi guadagni sono elementi che incidono negativamente sull’attrattività del settore. Attrarre i giovani al mondo della pesca professionale è determinante per la stessa sopravvivenza del settore. Sono stati tentati percorsi di formazione, iniziative per favorire la digitalizzazione delle flotte, insieme a iniziative come il pescaturismo e la didattica ambientale.  La Comunità Europea non facilita certo il lavoro dei pescatori.  Servono ammortizzatori sociali stabili e sicurezza sul lavoro per risollevare il settore. Ma forse un elemento importante è l’immagine che si percepisce del pescatore. La comunicazione del settore poco presente, che poco valorizza questo mestiere,  influisce negativamente sull’immagine del pescatore, che è ancora visto come un lavoro poco rispettato socialmente> 

  

E’ ancora molto sentita dai marinai la festa della Madonna del Portosalvo e come avvertono il valore della processione con i pescherecci? 

  

<La presenza massiccia di marittimi extracomunitari e di  paesi limitrofi fa si che la festa non raggiunge più quei livelli di partecipazione di qualche anno fa.   Comunque la festa è ancora sentita e partecipata: la devozione per la Madonna del Portosalvo è ancora fortissima. La processione fino al porto,  in mare e la Santa messa sul porto sono i momenti più alti di tutta la settimana di festa.> 





 

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