domenica 31 luglio 2022

PROGRAMMA 2022

Domenica 7 agosto

Ore 18,00               Processione a partire dalla chiesa della Natività di Maria Vergine

                               passando per via Thaon de Revel, via Marconi, via Curiel, Piazza Giovanni XXIII.

Ore 19,00            S. Messa in piazza Giovanni XXIII, durante la celebrazione saranno consacrati tutti neonati e i bambini alla Madonna.

Con le offerte raccolte sarà rinnovata l’adozione a distanza presso AVSI.

 

Lunedì 8 agosto

Ore 18,30               Nella chiesa di San Pietro Apostolo: Celebrazione Eucaristica presieduta dal

                               sacerdote novello don Giuseppe Pace.

                               Partecipando alla celebrazione il fedele potrà ricevere l'indulgenza plenaria..

Ore 21,00               In piazza Giovanni XXIII: incontro mariano con don Giovanni Manelli sul tema 

                               “Maria: vita, dolcezza, speranza nostra”.

 

Martedì 9 agosto

GIORNATA EUCARISTICA VOCAZIONALE IN MEMORIA DI DON ENNIO LUCANTONI E DON FRANCO MARCONE

 

Ore 9,00                 Celebrazione eucaristica nella chiesa di S. Pietro Apostolo.

                  Al termine della messa sarà esposto il SS.MO Sacramento per l'ADORAZIONE EUCARISTICA che si concluderà alle 17:00 con la recita dei Vespri e la benedizione eucaristica.

Ore 18,30         Celebrazione Eucaristica, presieduta da S.E.R. Mons. Lorenzo Leuzzi, Vescovo di Teramo-Atri, in suffragio di don Ennio e don Franco.

Ore 21,30             In p.zza Giovanni XXIII: presentazione Mostra del Centenario della nascita del Servo di Dio Don Luigi Giussani. “..Tu Signore ci facesti la grazia di incontrare la realtà di Comunione e Liberazione, una fioritura di fede gioiosa e aggregante…” (Don Ennio, agosto 2011)

 

Mercoledì  10 agosto

Ore 18,30               Nella chiesa di San Pietro Apostolo: Celebrazione Eucaristica presieduta dal sacerdote novello don Giuseppe Pace.

 

Giovedì 11 agosto

Ore 15,00            GRANDE CACCIA AL TESORO con base in p.zza Giovanni XXIII, dove si ricevono le iscrizioni  delle squadre fin dal mattino.

 

Venerdì 12 agosto

Ore 17,00             In piazza Giovanni XXIII: spettacolo per bambini e famiglie con Attori, Marionette, Pupazzi e Magie, animato dalla compagnia teatrale “Il Draghetto”: LA VERA STORIA DEL PIFFERAIO MAGICO.

 

Sabato 13 agosto

Ore 9,00                Celebrazione eucaristica nella chiesa di S. Pietro Apostolo in suffragio di tutti i defunti della Parrocchia.

Ore 10,00               GARA VELICA - 21° Trofeo “MADONNA DEL PORTOSALVO”

                               organizzato dalla Lega Navale Italiana sul percorso tra

                               zona Campeggi e zona Arlecchino (raduno ore 9,00 presso Lega Navale).

Ore 21,30               In p.zza Dalmazia: esibizione dell’orchestra OUTLET LIVE MUSIC.

 

DOMENICA 14 AGOSTO

Ore 8,30                 Arrivo e giro per le vie della città della BANDA DI ANCARANO

Ore 16,30               A partire dalla chiesa di S. Pietro Apostolo

                               PROCESSIONE SUL MARE

Ore 19,00               Sulla banchina di riva SANTA MESSA presieduta dal Vescovo.

Ore 21,00               S. MESSA nella chiesa della Natività di M. V.

Ore 21,30               In p.zza Dalmazia: GIUSY FERRERI in concerto

 

Durante la settimana della festa sarà allestita in piazza Del Mare una PESCA DI BENEFICIENZA

 

In p.zza del Mare verrà eseguita un’infiorata artistica ad opera dell’associazione culturale “Colibrì Onlus”

IL MESSAGGIO DEL VESCOVO

 

Teramo, li 21 luglio 2022

Carissimi/e,

mi è particolarmente gradito, in occasione dell’annuale festa della Madonna del Porto, farvi pervenire un messaggio col quale testimoniare la mia vicinanza a tutti voi che avete perseverato nella fede in questi tempi di grandi tribolazioni (cf. 2Tm 4,7-9) e anche il mio orgoglio nel constatare che non è venuta meno la forte devozione verso Maria Santissima, stella del mare e porto di salvezza, Madre del nostro Redentore, il Signore Gesù Cristo.

Maria «è un nave che ha portato il Signore di tutte le creature, il nocchiere la cui lode è la meraviglia»[1]; esempio di fortezza nella fede, incoraggia ciascuno dei suoi figli ad imitare gli apostoli che – per seguire il Figlio suo - hanno lasciato tutto.

La presenza di Maria nella vita di ciascuno di noi, infatti, è un dono di grazia inestimabile di Dio

Padre: «Maria è l'eccellente capolavoro dell'Altissimo, che se ne riservò la conoscenza e il possesso. […] Affermo con i Santi, che la divina Maria è il paradiso terrestre del nuovo Adamo, dove questi si è incarnato per opera dello Spirito Santo per compiervi imperscrutabili meraviglie. È il mondo di Dio, grande e divino, dove si trovano bellezze e tesori ineffabili» (San Luigi Maria Grignion de Monfort, Trattato della vera devozione a Maria, n. 5, 6, [TVDM]).

Carissimi/e, come già da tempo annunziato, l’intera comunità diocesana si appresterà il prossimo 19 dicembre a celebrare i novecento anni dalla morte del Santo Vescovo Berardo, patrono della Diocesi di Teramo-Atri. Egli, ormai cittadino del Regno dei cieli, intercede e ci invita a rinnovare il nostro cammino imitando e invocando la Madonna del Porto «come un moto che a moti minori desse incessbil moto» [Coletti S., Vita di San Berardo, 21], pregustando le imperscrutabili meraviglie che Ella potrà compiere per la nostra comunità diocesana.

Il porto dell'amata città di Giulianova, infatti, presenza della operosità dei suoi abitanti, è al contempo anche la metafora di un moto di approdo e di partenza che segna ogni viaggio della vita.

Ciò che è importante è saper costruire un giusto rapporto tra la meta (ossia, il porto) e il viaggio

(ossia, la vita), sapendo che ciascuno di noi è un po' come l'erede di Ulisse che, prima di approdare

ad Itaca, dovrà affrontare il mare e le sue tempeste: Ulisse e Itaca sono un binomio: l'uomo e il suo pieno compimento. Il porto è simbolo di un viaggio che non va affrettato con approdi prematuri. Come Ulisse meglio arrivare con la maturità. Un punto rimane focale: più che la meta è il viaggio che conta, in quanto occasione di conoscenza di Dio, del mondo e dell’uomo, fonte di ricchezze spirituali e di grazie celesti. È dunque lo stimolo per conoscere ed apprendere il modo di Dio.

In tal caso la presenza di Maria è fondamentale, potremmo dire che Ella è una grazia preveniente che Dio pone sul nostro cammino: "Dio vuole che la sua santa Madre sia conosciuta, amata e onorata ora più che mai. Ciò accadrà sicuramente se con la grazia e la luce dello Spirito Santo, i predestinati si inoltreranno nella pratica interiore e perfetta che manifesterò loro in seguito. Allora vedranno chiaramente – nella misura che la fede permette - questa bella stella del mare, e guidati da lei giungeranno in porto, malgrado le tempeste e i pirati" (TVDM, 55).

Dunque, dobbiamo tenere fisso lo sguardo sul porto senza dimenticarci di vivere pienamente e secondo il cuore di Cristo il viaggio, nel quale si intersecano fra loro la metafora del mare e della nave.

Il mare si fa simbolo del '"senza-confine" che impaurisce tutti noi che abitiamo terre protette, intimi focolari, passioni quiete che nessuna gioia ha mai fatto danzare, alcun dolore inabissato. La verità, tuttavia, è che il mare conosce la danza e l'abisso: "Le linee del mare sono infatti, la "profondità" dell'abisso e il "senza-confine" dell'orizzonte, due dimensioni che inquietano l'uomo del territorio incapace di vivere senza i segni del mondo, ma non il navigante che non dice al dolore "sparisci" e all'amore "calmati". [..] In questo senso il mare è la metafora del cuore come la terra lo dell'anima razionale, perché a differenza dell'anima, che da quando è nata è sempre in cerca di protezione e di salvezza, nel cuore c'è può concedere a chi non teme il "senza-confine" (U. Galimberti).

In questi ultimi due anni di pandemia e in questo tempo in cui la pace tra i popoli è miancciata da una guerra che interroga tutta l’umanità, sperimentiamo di persona la lotta continua che pervade l’uomo e la sua storia, lotta tra l'abisso del suo essere creatura di Dio e l'orizzonte dei suoi sogni e dei suoi progetti, lotta che a volte ci spinge a tirare i remi in barca e ad abbandonare il viaggio in mare. Mi ritorna in mente, a proposito, un episodio raccontato da Plutarco nella sua Vita di Pompeo in cui Pompeo - davanti ai soldati che durante una tempesta non volevano affrontare il mare per trasportare a Roma il grano delle province - pronuncio le seguenti parole: "navigare necesse est, vivere non necesse (lat. «navigare è necessario, viverenon è necessario»).

Questa frase, guarda caso, è divenuta motto delle città anseatiche, e più recentemente di altre organizzazioni marinare. L'uomo, ogni uomo di ogni tempo, ha bisogno di navigare continuamente nelle profondità del suo mistero, affrontando quelle onde burrascose che nascono dalla lotta tra il suo abisso e il suo essere-senza-confini.

In tal caso Maria è porto sicuro di salvezza, faro e lanterna del nostro vagare per acque spesso agitate, giacché Ella iniziò il suo viaggio con Gesù meditando il suo cammino nel suo cuore (ossia nel suo abisso) (cf. Lc 2,49). A tal proposito, auguro che questi giorni di riposo possano essere l'occasione per riscoprire il gusto e il sapore del meditare la Parola di Dio.

Per quanto riguarda la metafora della nave, essa ha sempre accompagnato la riflessione umana sul significato della vita. In particolare, vorrei accennare a due questioni riconducibili alla metafora della nave: la navigazione come metafora dell'eroico agire e come metafora della ragione umana e delle sue ricerche.

Circa l'eroico agire, se nell'immaginario umano Ulisse è l'eroe del "navigare è necessario, non è necessario vivere", nella realtà storica Cristo è colui che ha incarnato pienamente questo bisogno eroico dell'animo umano: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?» (Lc 24,24-25).

E, di questa necessità Maria è stata resa protagonista in modo speciale: «Simeone li benedisse e parlo a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima» (Lc 34-35). C'è un legame così stretto tra il Figlio e la Madre - tra il capitano della nave e la Madre - che: "Per mezzo della SS. Vergine Maria Gesù Cristo venne nel mondo, ancora per mezzo di lei deve regnare nel mondo" (TVDM, 1). Maria è colei che aiuta a navigare con coraggio nel mare della vita.

Per quanto riguarda la metafora della ragione che ricerca nuovi lidi cui attraccare e poi ripartire verso nuove mete, ci viene in aiuto una riflessione di Sant'Agostino: "Fra noi e l'aldilà si frappone il burrascoso mare di questo secolo che con le sole forze umane non si può attraversare. Dio ha preparato il legno, la croce con cui compiere la traversata. Il mezzo è sicuro, ma tutt'altro che comodo" (Commento al Vangelo di San Giovanni, 49). Io aggiungerei anche che Dio ha preparato il mistero di Maria, stella del mare, affinché il "burrascoso mare" possa essere domato dal mistero

di Cristo.

Carissimi fratelli e sorelle,

nell'augurarvi una buona festa della Madonna del Porto, vi affido alla sua materna protezione e sicura guida e, mentre vi auguro di navigare sicuri verso porti e mari che Dio ha preparato pe voi, vi benedico di cuore e vi auguro un fruttuoso periodo di riposo.


Lorenzo Leuzzi

Vescovo di Teramo-Atri



[1] Sheimo, 57-58, testo dall’Ufficio della settimana.

IL SIGNORE FA SICURI I PASSI DELL'UOMO E SEGUE CON AMORE IL SUO CAMMINO. (Sal 37,23)


Hai presente quando sei sovrappensiero, immerso nei tuoi problemi e non presti attenzione a quanto stai facendo? È sicuramente successo più volte nella mia vita (e penso anche nella tua) perché la società in cui viviamo ci ha fatto credere che ogni spazio, ogni momento, ogni attimo deve essere “riempito”: musica, social media, selfie, attività, iniziative, eventi, cene, balli, divertimenti e così via, senza mai fermarsi, vivendo nel continuo (e mai appagato) desiderio del “di più… sempre di più”. E, se ci penso, spesso non c’è nemmeno il tempo per ascoltare e per dialogare. Mi sembra davvero di impersonare il personaggio di Marta nel Vangelo di Luca: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose» (Lc 10,41).

Se leggo la stampa, ascolto i telegiornali o i mezzi di informazione mi sento oppresso da tutti i fatti terribili di violenza, di guerra e sopraffazione, dall’egoismo dilagante, della sete di potere, dalla voglia di accumulare, dalla ricerca del piacere a tutti i costi, dal dilagante divario sociale tra pochi ricchi e molti poveri. Tutte queste “cattive notizie” alimentano il pessimismo, amplificano l’idea che nella nostra società tutto vada male, suscitano il bisogno sempre maggiore di sicurezza.

E, mentre penso a tutto questo, per caso (… o, per Grazia!), leggo distrattamente il Salmo 37, e vengo, più che “colpito”, direi “commosso” da queste parole:

Il Signore fa sicuri i passi dell'uomo

e segue con amore il suo cammino.

Perché questo versetto è così significativo? Per capirlo, devo fermarmi e fare silenzio fuori e dentro di me. Se riesco separarmi dal fracasso del mondo posso percepire la voce di Dio che mi ha creato per amore, a sua immagine e somiglianza, e mi ricorda che nel mio cuore ci sono, oltre al male, anche le spinte verso il bene, la pace, l’amore, la comprensione. Se è vero che il Signore mi accompagna sempre in ogni momento della vita, di fronte alla sua premura, cura e generosità mi sento chiamato come singolo essere umano, e molto più come cristiano, a crescere e maturare come persona retta, onesta, buona e giusta, diventando un esempio per gli altri. Come non riconoscere insieme con Pietro che tu, Signore, «hai parole di vita eterna» (Gv 6,68): tu solo hai parole che danno vita ad ogni parte di me; che danno vita e coraggio al mio cuore e ne sciolgono la durezza; che danno vita alla mia mente perché sia libertà dalla falsità e viva nella verità, perché tu sei la verità che rende liberi.

Queste tue parole che esprimono verità, saggezza, bene, bellezza, amore, infinito, mi invitano a cambiare e a ricominciare non perché la fede mi porti benessere, salute, soddisfazione, pace, ma perché io possa realizzare un mondo migliore. Come diceva ai fedeli san Giovanni XXIII, il Papa buono: «Non consultarti con le tue paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni. Non pensate alle vostre frustrazioni, ma al vostro potenziale irrealizzato. Non preoccupatevi per ciò che avete provato e fallito, ma di ciò che vi è ancora possibile fare».

Durante la Festa della Madonna del Portosalvo andiamo da Maria, invochiamo aiuto e protezione per la nostra città, per i marinai e per tutte le nostre famiglie. Imploriamo di starci vicino quando incombe il dolore e irrompe la prova, chiediamo di strapparci dalla desolazione e dallo smarrimento e ispirarci un forte desiderio di ritrovare luce e speranza. Supplichiamola di trasmetterci la sua fede nata dall’ascolto: «Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1,45). Chiediamo di poter credere anche noi, «Il Signore fa sicuri i passi dell'uomo e segue con amore il suo cammino», per fidarci e affidare a lui tutto quello che siamo e abbiamo.

Se Maria crede e annuncia che Dio non lascia soli i suoi figli ma li aiuta con misericordia e con premura, rovesciando i potenti dai troni, disperdendo gli orgogliosi nelle trame del loro cuore, anche noi vogliamo essere suoi imitatori, ascoltando e mettendo in pratica le parole dette da Gesù nel Vangelo, affinché possiamo sempre accettare e compiere la volontà del Padre.

Di Don Luca Torresi


NOTIZIE DAL MARE

CARO GASOLIO E PROBLEMI TECNICI

 

I problemi nel porto di Giulianova sono da anni aumentati. Lo evidenzia il giovane armatore del motopeschereccio “Il Faro”, Giovanni Massi, il quale passa in rassegna tutte e tre le problematiche principali per la soluzione delle quali erano state avanzate proposte e preso impegni anche a livello parlamentare. <Cominciamo dal costo del gasolio – spiega; Massi. che è poi quello che condiziona il lavoro di tutta la categoria, sia di chi pratica la pesca a strascico, sia il pesce azzurro e la piccola pesca. Purtroppo il costo del carburante non è diminuito, i famosi 65 centesimi litro che erano stati promessi non sono state affatto applicati e non sappiamo, comunque, se il tutto sia avvenuto in Puglia dove la Regione aveva avanzato la proposta. Qui da noi il gasolio continua a costare più di un euro al litro e quindi non solo non è calato ma, contrariamente a quanto ci era stato assicurato, non c'è stato nessun ristoro nemmeno per il passato>. Altro problema per il quale i marittimi avevano chiesto con forza una soluzione è quello dell'insabbiamento, <Anche in questo caso tutto è rimasto com'era .- continua l'armatore giuliese – e i fondali sono sempre insabbiati ed abbiamo difficoltà a muoverci con le nostre imbarcazioni in più punti dello specchio acqueo, compreso quello più delicato, soprattutto nei giorni di cattivo tempo, e cioè la zona del rientro in porto. E qui voglio sottolineare il problema in più che invece è nato. Si sta lavorando a circa tre miglia dal nostro porto per “pescare” la sabbia che deve servire per il ripascimento in  corrispondenza della spiaggia di Alba Adriatica. Come noi avevamo sottolineato all'inizio, non è certamente quella la zona in cui si doveva fare il prelievi di sabbia perché è proprio quella nella quale si riproducono maggiormente quasi tutte le specie ittiche, comprese le seppie, che lì si pescano in grande quantità. Non ci hanno voluto ascoltare così come quando indicammo gli errori di progettazione del “molo Laudadio” ed i risultati sono visibili a tutti. Un vero peccato>. L'altra criticità prospettata ai politici ed in questo caso anche ai dirigenti dell'Arap, competente in materia, è rappresentata dalle torri faro. <Infatti- dice Massi- siamo rimasti con le luci dei fari provvisori e che non illuminano completamente il porto, anzi in alcune zone è proprio buio. Ci erano stati promessi tempi brevi per la sistemazione delle nuove torri ed invece anche in questo caso non è successo niente. Spesso lavoriamo di notte in condizioni veramente precarie>. Le ultime notizie, però , sono positive, è stato presentato il progetto esecutivo per l'ultimazione del braccio che sarà completato e faciliterà l'entrata e l'uscita dei natanti tra i moli, arrivano, anche sa in misura minore, i nuovi fari e il problema insabbiamento sarò nuovamente esaminato una volta terminati i lavori del braccio.

 

Di Francesco Marcozzi

IN MOVIMENTO

 

ECCO IL NOSTRO SÌ

 

Cosa vuol dire diventare educatore ACR da giovanissimo?

Il bello di essere educatori ACR è difficile da spiegare, ma nelle prossime righe cercheremo di raccontarvi la nostra esperienza, nonostante la nostra giovane età.

Siamo tre giovanissimi dell'Azione Cattolica e quest'anno ci è stata fatta una proposta bellissima!

All'inizio non eravamo sicuri di essere adatti a questo incarico per la nostra età e pensavamo di non riuscire ad essere delle perfette guide per il cammino dei ragazzi dell'Azione Cattolica. Ma siamo stati guidati e sostenuti in questa scelta… abbiamo detto il nostro Sì e abbiamo capito che sono tante le soddisfazioni che solo un'esperienza del genere può dare; ed oggi ne raccogliamo, insieme ai nostri ragazzi e alle loro famiglie, i primi frutti: nei tanti sorrisi, nella bellezza dell'incontro, nella gioia che viviamo quando stiamo tutti insieme, nei primi abbracci che ci ridoniamo dopo la pandemia!

Inoltre l'appartenenza al gruppo dei giovanissimi, con il quale camminiamo lungo il percorso che porta alla santità, ci ha permesso di avere la formazione necessaria e consapevole per essere buoni testimoni e delle buone guide per i ragazzi.

Grazie all'aiuto degli educatori più grandi e del nostro caro don Luca, sui quali possiamo sempre contare, siamo riusciti ad instaurare un bellissimo rapporto con i bambini, proponendo attività SU MISURA PER LORO, proprio come dice lo slogan dell'anno che ha ambientato i nostri incontri in una sartoria; mentre con ragazzi più grandi abbiamo organizzato degli incontri più riflessivi, che hanno permesso un legame più profondo tra noi e loro.

Uno dei momenti più forti e significativi di quest'anno l'abbiamo vissuto nel mese di Marzo: abbiamo organizzato la Marcia della Pace durante la quale, insieme ad una grande rappresentanza della comunità parrocchiale, abbiamo abbattuto il muro della Guerra e realizzato un grande patchwork con i messaggi di Pace di tanti amici della parrocchia.

Tutti noi sicuramente continueremo il nostro servizio di educatori anche l'anno prossimo; vedere i sorrisi dei bambini e dei ragazzi ci ha resi consapevoli che il nostro tempo non è stato sprecato, bensì ci hanno riempiti di esperienze uniche che ci hanno fatto crescere.

Il Signore chiama tanti di noi a mettersi a servizio nella comunità attraverso il parroco, attraverso alcuni amici più grandi, dei responsabili, ma è LUI STESSO CHE CI CHIAMA!

E noi siamo felici di metterci in gioco e dire ancora una volta e sempre più consapevolmente il nostro SI, proprio come Maria!

 

di Francesca, Ilaria e Luca








UN CAMPO “IN CITTÀ”, UN REGALO INASPETTATO.

 

Chi lo avrebbe mai detto che questo tempo di pandemia potesse riservare dei “regali” inaspettati e sorprendenti!

Eppure è stato così per il Gruppo Scout Giulianova 1 che nell'estate 2021, a causa delle restrizioni Covid e delle limitazioni alle possibili attività, ha avuto modo di “inventare” un campo vissuto nel cuore della nostra città, presso il Campo di Atletica “G.Massi” e la scuola “Don Milani”.

Quello che all'inizio sembrava un ripiego, un modo per fare “almeno” qualcosa, si è rivelato un dono speciale per i lupetti e le lupette, gli esploratori e le guide, i capi e le capo che lo hanno vissuto.

Alcuni momenti tipici dei nostri campi, la preghiera, la cucina, le tende, i giochi, i momenti di festa, hanno potuto alternarsi a “uscite” in casa nostra, per le nostre strade: questo ci ha permesso di vivere una presenza diversa, un modo nuovo di guardare e osservare il territorio in cui viviamo, una strana e piacevole sensazione di “vita scout” a un passo da casa.

La splendida posizione del campo di atletica ci ha permesso anche di non togliere nulla allo stupore delle notti stellate, al silenzio, al godere dell'ombra dei pini e degli spazi aperti, al risveglio mattutino con l'attività fisica, ma ci ha anche permesso di  concludere il nostro campo, insieme a tutta la parrocchia, partecipando, suppur stanchi e non “pulitissimi”, alla Santa Messa al porto in onore della Madonna del Portosalvo.

È stata una gioia anche aver avuto la possibilità di lasciare al campo un nuovo alzabandiera ornato da grandi cerchi olimpici, in segno del nostro passaggio e di gratitudine nei confronti dell'Ecologica G che ci ha gentilmente permesso di “occupare” quel luogo per una settimana.

Il Branco ed il Reparto hanno così vissuto pienamente un'esperienza che rischiava per il secondo anno consecutivo di mancare.

Questo è stato un dono grande per tutto il nostro gruppo, che ci ha permesso di continuare a camminare e progettare attività durante tutto quest'anno e di arrivare, con la solita fatica e il solito entusiasmo, ai campi estivi 2022 che torneranno finalmente ad essere vissuti, anche se ancora segnati dalle difficoltà della pandemia, nella pienezza delle loro possibilità a Montedinove, in provincia di Ascoli Piceno.

Ringraziamo tanto il Signore per i doni inaspettati che ci fa anche (e forse soprattutto) quando tutto sembra non andare per il verso giusto.

Un segno grande di questa sorprendente passione di Dio verso la nostra vita e la nostra felicità ci è stato quest'anno, per tutta la nostra comunità, la nascita di Andrea Maria, figlio della nostra capo gruppo Marialivia: una gioia infinita per tutti noi, un invito a camminare con più tenacia, un dono che ci riempie di speranza. I sorrisi di Andrea Maria, che certamente nascono anche dall'amore dal cielo del papà Andrea e della Madonna del Portosalvo, sono senza dubbio il più bell'invito per ciascuno di noi a perseverare nel servizio e nell'amore verso il prossimo.

 

Gruppo Scout










UN ANNO DA CAVALIERI CON I CAVALIERI DI PARSIFAL!

 

Un anno da Cavalieri con i Cavalieri di Parsifal!

Sappiamo tutti che questi ultimi anni segnati dalla pandemia non sono stati semplici, eppure è evidentissimo che “Il Signore fa sicuri i passi dell’uomo e segue con amore il suo cammino”.  In questo anno abbiamo vissuto diversi momenti in presenza, grazie a Dio, e questi ci hanno permesso di rafforzare la nostra amicizia e di riprendere con più slancio il cammino sulla strada tracciata per noi da Gesù. Ad ottobre abbiamo partecipato, dopo due anni di stop, alla giornata d’inizio anno delle attività con i Cavalieri di Parsifal (il gruppo di ragazzi delle Scuole Medie che di radunano e sono guidati in un percorso cristiano), prima ad Ortona, dove abbiamo pregato sulla tomba di San Tommaso, e poi a Chieti dove abbiamo partecipato alla Santa Messa insieme ai Cavalieri dell’Abruzzo e il Molise. Successivamente ogni quindici giorni, con grande fedeltà, ci siamo incontrati nei locali sotto Chiesa abbiamo iniziato a cconoscere la figura di Don Giussani, in occasione del centenario dalla sua nascita e, soprattutto, ci siamo preparati per vivere il gesto della Promessa che, insieme alla vacanza estiva è uno dei momenti fondamentali dell’esperienza dei Cavalieri.

Il mese di maggio vissuto con Maria è stato sicuramente il momento in cui con più evidenza abbiamo potuto scorgere che è il Signore che mette in noi il seme ed è sempre Lui che ne segue e cura la crescita. Infatti, due anni fa, a maggio, cominciammo a recitare tutte le sere il Rosario insieme, perché le condizioni di salute della nostra cara Santina si erano aggravate tant’è che il 17 maggio tornò al Padre. Non fu una sconfitta…divenne l’occasione per pregare, chiedere e implorare con più forza e, da allora, ogni anno questa esperienza è desiderata e si ripete con fedeltà. Parlando fra di noi, spesso ci diciamo che è un “regalo” che ci ha lasciato lei.

Siamo cresciuti, c’è stato un cammino che ci ha portato a coinvolgere anche altri amici che hanno accettato il nostro invito e sono venuti in vacanza con noi a Rocca di Mezzo, dal 4 al 9 luglio. In quei giorni fatti di passeggiate, giochi, canti, balli, chiacchiere e risate ci siamo fatti guidare dalle parole di Papa Francesco: “Buttatevi nella vita. Non abbiate paura della vita, per favore! Abbiate paura della morte, della morte dell’anima, della morte del futuro, della chiusura del cuore: di questo abbiate paura. Ma della vita, no! La vita è bella, la vita è per viverla e per darla agli altri, la vita è per condividerla con gli altri, non per chiuderla in sé stessa. Quante volte avete avuto paura? Non bisogna vergognarsi di dire: -Ho paura del buio-! … Le paure vanno dette. A chi? Al papà, alla mamma, all’amico, all’amica, alla persona che può aiutarvi. Vanno messe alla luce. E quando le paure, che sono nelle tenebre, vanno nella luce, scoppia la verità. Voi avete il fiuto: non perdetelo! Il fiuto di dire questo è vero, questo non è vero; il fiuto di trovare il Signore, il fiuto della verità.”

Queste parole ci hanno colpito fin da subito e tutti, adulti accompagnatori e ragazzi, abbiamo accolto l’invito a “Buttarci” nella vita di quei giorni e, tra una fatica e l’altra, quello che è venuto fuori è stato uno spettacolo ai nostri stessi occhi.

Siamo più certi che il Signore ci guida sempre, nelle gioie e nelle avversità e, vogliamo continuare a vivere più intensamente questa nostra amicizia per non dimenticarlo e imparare a dire: - Sì-  a Lui, ogni giorno.









IL SIGNORE FA SICURI I PASSI DELL'UOMO E SEGUE CON AMORE IL SUO CAMMINO. (Sal 37, 23).

Sembra che queste parole del Salmo siano una promessa fragile in questo tempo di grandi incertezze, dove sia gli eventi che ci toccano da vicino che quelli più lontani alzano ombre minacciose sul presente e sul futuro. La pandemia che non dà tregua, la tragedia della guerra che pur se apparentemente lontana ci arriva dentro casa con immagini di crudele violenza, e le cui conseguenze economiche già ci colpiscono in pieno e rendono più difficile il nostro quotidiano.

Ma anche quest’anno sono stati tanti i modi con cui il Signore attraverso la maternità di Maria ha seguito i passi del Suo popolo in cammino, ed ha sostenuto la speranza, alimentata dalla continua  misericordia di una Madre che non abbandona mai i suoi figli.

Per questo, la Festa della Madonna del Portosalvo è un dono per tutta la nostra Città e per tutto il popolo che in essa vive, per ogni persona che, pur nella ristrettezza delle mille piccole, grandi croci che quotidianamente affronta, è accolto tra le braccia di Maria.

Questo abbraccio lo abbiamo sperimentato in tante occasioni anche quest’anno.

Un amico che svolge attività in carcere ha raccontato di aver notato un particolare: il punto in cui i nuovi reclusi arrivano e vengono identificati mediante le foto dei loro volti, ha sulla parete di sfondo una immagine della Madonna con un bimbo in braccio. Per una strana coincidenza il volto del recluso viene fotografato proprio con, sullo sfondo, l’immagine del bimbo in braccio alla Madonna all’altezza del proprio volto.

“Mi ha colpito molto questo accostamento per cui il volto della persona fotografata è esattamente all’altezza delle mani di Maria, affiancato al volto di Gesù tra le mani di Maria. Forse è il segno che anche questa persona a cui si chiudono alle spalle le porte del carcere e che si avvia al lungo cammino di espiazione dei propri errori, non è abbandonata nell’abisso del male compiuto e nella solitudine della pena da scontare. Anche lui è accolto e sostenuto dalle mani di Maria, che tenendo Gesù bambino tra le braccia, già trepidava per le atrocità che quel bambino avrebbe dovuto subire, perché le era già stato predetto; ”…anche a te una spada trafiggerà l’anima…”, atrocità che questa persona, il cui volto ora Maria si ritrova nelle Sue mani, quasi a coincidere e sostituire quello del suo Figlio, ha commesso e di cui è tanto artefice quanto vittima.

Le mani di Maria che sostengono tanto il suo figlio Divino, quanto questo suo figlio terreno “sbagliato”. Figlio tanto terreno quanto divino, come è divino ogni essere umano per quanto possano essere terribili gli errori ed il male che può compiere, per cui deve scontare la pena della reclusione.”

Forse non è troppo esagerato riconoscere che ognuno di noi ha le sue reclusioni che sconta quotidianamente, perché relegato dietro le sbarre dei propri limiti, delle proprie paure, della propria solitudine, della incomprensione, del dolore, del male subito e del bene non fatto … ed anche per ognuno di noi in maniera tanto misteriosa ma altrettanto certa le braccia di Maria sono lì, tese ad accogliere e sostenere la nostra pena.

Alcuni amici che hanno accolto delle famiglie di profughi Ucraini si sono preoccupati, coinvolgendo tutta la Comunità, non solo di procurare loro il necessario sostentamento materiale, ma di accompagnare i loro ragazzi in una amicizia che facesse sperimentare loro una modalità di vita per cui, una volta tornati a casa, non vivessero di rancore e desiderio di vendetta per il male subito, ma desiderosi di guardare il mondo con gli occhi con cui loro stessi si sono sentiti accolti.

Per quanti sono coinvolti nel dono della disponibilità ad accompagnare i ragazzi nel Catechismo, è stato chiaro che il Catechismo, prima ancora di essere utile ai ragazzi che lo frequentano, è un dono per gli stessi catechisti, che hanno il regalo di essere come le braccia di Maria che sostengono e guidano questi ragazzi, nella certezza che i semi posti nel loro cuore, anche se ora apparentemente dispersi nella vivace e incerta turbolenza della fiorente adolescenza, certamente porteranno frutti nei modi e nei tempi che il Signore vorrà.

Un'esperienza significativa, non nata nella nostra città ma che ha visto coinvolte alcune famiglie giuliesi, è quella della scuola parentale "Libera...mente" nata per iniziativa di due coniugi rosetani, che alla luce della fede hanno costruito ed offerto a tutti una modalità più vera di educare i loro figli. Rare, almeno sul nostro territorio ed anche nella nostra regione, sono le famiglie, anche cattoliche, nonostante i ripetuti richiami del magistero della Chiesa circa la responsabilità educativa dei genitori e nonostante la grave crisi in cui versa la scuola, crisi d'ideali e di motivazioni, disposte a rinunciare a grosse fette di benessere, per quello che è il bene fondamentale dei nostri figli: incontrare insegnanti che appassionano; vivere in una scuola che solleciti la curiosità  e che, sembra impossibile, faccia piacere frequentare. È quello cui hanno dato inizio questi due coraggiosi coniugi "armati" della loro fede e affascinati dal metodo Montessori, e che, come scrivevamo all'inizio, ha incuriosito e poi coinvolto, diverse famiglie, tra cui, appunto, alcune della nostra città. Certo, sembra strano lasciare il percorso "sicuro" e, in fondo comodo, della scuola statale, sia perché sembra non costare nulla (pur non essendo così), sia perché sembra sufficiente abbandonare i figli alle cure degli insegnanti perché apprendano e crescano umanamente. Eppure che ci siano persone (e oggi nel nostro paese crescono di numero) disposte a privilegiare l'educazione dei figli, magari mettendo in secondo piano videogiochi, cellulari, tablet, vacanze in posti esotici, auto nuove e cura degli animali, per la cura dei propri figli, penso debba profondamente interrogarci sulla nostra scala dei valori. Vedere che un figlio, una figlia, hanno voglia d'imparare e rimangono pensosi davanti ad una poesia o al pensiero di un filosofo, o affascinati dalla natura perché sanno che ci sono adulti che li prendono sul serio, forse vale più di tante cose che, come dicono i Negramaro in una bellissima canzone, "ognuno rincorre e non se ne accorge che non sono niente".

Infine i ragazzi delle scuole superiori che vivono l’esperienza di Gioventù Studentesca (GS), che hanno sperimentato come “il Signore fa sicuri i passi dell'uomo e segue con amore il suo cammino”.

Ce lo racconta Luca con semplicità e chiarezza: “Per me questo è stato il primo anno nell’esperienza di GS. Fin dalla prima volta che ho incontrato questi amici mi sono sentito voluto bene e ho scelto di partecipare ai gesti che ci venivano proposti. Ricordo un'assemblea tenutasi in videocollegamento con gli amici dell'Abruzzo e del Molise; ho partecipato poi alla Via Crucis a Loreto il venerdì santo insieme ad adulti e ragazzi di altre regioni che condividevano l'esperienza di GS. Poi a Pasquetta anche io ho partecipato all’incontro a Roma con il Papa, che ci ha incoraggiato ad avere il "fiuto" per le cose vere. C'è stata la giornata di convivenza di fine anno ed infine il momento più bello dell'anno, a mio parere: la vacanza in montagna. Durante la vacanza infatti sono stato così bene che alla fine non volevo staccarmi da quegli amici. Tornato a casa ero un po' triste, ma allo stesso tempo felice perché certo che l'esperienza che avevo fatto sarebbe rimasta per sempre nel mio cuore e nella mia mente”.

Davvero il Signore diviene amorevole compagnia che accompagna i passi dell’uomo, li rende sicuri e portatori di speranza per il mondo intero.

Comunione e Liberazione





PARROCCHIA LIVE

CHIAMATI  PER  NOME

“Noi siamo sottoposti a tante chiamate (…) e facciamo fatica a capire quale sia quella più importante e decisiva  per la nostra vita (…). E' la grande sfida per tutti noi: conoscere chi mi chiama e che cosa mi propone! Io desidero proporvi di ascoltare la chiamata di Gesù: “Coraggio! Alzati, ti chiama!”.

Questa bella esortazione, tratta da una delle lettere che, in questi anni, il nostro vescovo S.E. Mons. Lorenzo Leuzzi, nella sua paternità, ha scritto ai giovani della nostra diocesi, l'abbiamo accolta insieme a  don Luca, affrontando il tema fondamentale della VOCAZIONE. 

All'inizio del percorso il Don, ci ha chiesto cosa fosse per noi la vocazione e se ci sentivamo pronti ad andare fino in fondo per scoprire quale fosse la vocazione di ciascuno di noi. L'anno scorso avevamo parlato di chiamata alla santità e quest'anno, ci è stato chiesto di compiere un passo ulteriore, di interrogarci su come e dove il Signore ci fa questa chiamata e come possiamo riconoscerla.

Nei vari incontri don Luca ci ha provocati proponendoci vivaci spunti di riflessione e dibattiti, sia con film come “Gifted Hands” e “Freedom Writers”, che con l'ascolto di testimonianze di vocazioni sacerdotali o religiose, in primis la sua.

Siamo stati aiutati a riflettere sul fatto che, la nostra prima vocazione è essere felici di vivere, perché siamo chiamati alla vita e che il senso della vocazione è comprendere quale opera d'amore siamo chiamati a compiere (matrimonio, sacerdozio, vita religiosa, missione, ecc). La società in cui viviamo, l'immagine e il pensiero a cui ci viene chiesto di uniformarci, la pressione esercitata da media e social ci distoglie e ci ostacola nella nostra ricerca perché siamo trascinati in un vortice di continuo paragone con modelli inarrivabili, quanto inutili che però ci fanno sentire falliti, messi all'angolo. Purtroppo noi ragazzi siamo i primi a sminuirci, a toglierci il nostro valore, a sentirci inadeguati, a vergognarci di noi stessi e dei nostri errori, dimenticando che invece Dio ci ama per ciò che siamo e chiama ciascuno di noi. Come ha detto san Giovanni Paolo II, nell'ultima Giornata Mondiale della Gioventù: “Noi non siamo la somma dei nostri peccati e delle nostre debolezze, noi siamo tutto l'Amore di Dio per noi, più la nostra capacità reale di risponderGli, di dirGli di sì.”

Dio ha sacrificato Suo Figlio per noi, valiamo la Sua vita! Perciò possiamo, anzi dobbiamo chiedere al Signore di riconoscere ciò che di bello ha messo dentro di noi. La vocazione è questo: trovare questo dono, questa luce che abbiamo dentro e valorizzarla, lasciare che il Signore faccia di noi la Sua opera d'arte.

Abbiamo capito anche che la nostra vocazione non la scopriamo da un giorno all'altro e non è frutto della nostra misura, ma possiamo, piano piano scoprirla conoscendo sempre più Gesù ed entrando in intimità con Lui che Si Fa Tutto per noi nell'Eucaristia. Se sapremo metterci in ascolto, chiederGli che ci sveli le parole che ci ha già messo nel cuore, sarà Lui a dirci chi siamo e cosa Si attende da noi. La scoperta più bella è che in questa ricerca, in questo ascolto, non siamo lasciati soli. Il Signore, nel nostro percorso, ci mette accanto via via dei “fari”, dei suoi “strumenti di discernimento”: innanzitutto il nostro parroco don Luca che è il nostro primo punto di riferimento e guida, perché ci aiuta a capire qual è la strada giusta da percorrere, quella che Gesù ha preparato per noi; ma può essere anche il vescovo, un compagno di cammino, una catechista, un' insegnante, ecc… e ci  offre luoghi, circostanze, esperienze per farci comprendere, nel tempo, la Sua Volontà.

Vi lasciamo questo bellissimo pensiero di Don Fabio Rosini che ci incoraggia nella fede e ci dice della nostra unicità agli occhi di Dio e del progetto buono che egli ha in serbo per di ciascuno di noi: “Guarda le cose belle che Dio ha messo nella tua vita! Chiedi il dono di credere che vale la pena di essere te, perché se non valeva la pena, Dio non ti faceva! Senza di te non si può fare! Ci sono persone che solo tu potrai amare, ci sono cose che solo tu potrai dire, ci sono opere che solo le tue mani sapranno fare, non sprecare la tua preziosità!”.


GRUPPO GIOVANI CATECHISTI: Lorenzo, Federica, Ilaria, Giovanni, Martina, Ludovica, Luca)





LA MADONNINA TRA I FIORI

La sera del 13 luglio 2022 il Parroco, Don Luca Torresi,  alla presenza di numerosi fedeli, ha benedetto una statuina dedicata alla Madonna di Fatima, posta, nel verde, all'ingresso del “condominio Le Palme”, in Giulianova, via Bolzano, 56. Alla base di tutto ciò, vi è una piccola storia che vogliamo raccontarvi: Leonardo Mancino e il figlio Andrea, circa trent'anni orsono, nell'area a verde del condominio, raccolsero, in stato di abbandono  un alberello, che ripiantarono, ma a qualcuno quell'alberello dava proprio fastidio, tant'è che più volte  fu sradicato ed altrettante  volte fu da  Leonardo e Andrea ripiantato. Dopo l'ennesima volta l'alberello non fu più toccato e crebbe, così, forte e vigoroso. Circa tre anni fa, una mano ignota strappò dall'albero un lungo ramo, procurandovi una vistosa e profonda ferita, ma l'albero non morì, non si seccò, continuò ad essere sempre rigoglioso. Si era, però, creato, in esso, un vistoso vuoto. Al che, Leonardo pensò di posizionarvi la statuina di una Madonna; ne parlò con Emidio Di Francesco, residente nel condominio, nonché titolare di un'officina meccanica, il quale il giorno successivo aveva già realizzato e installato in quel vuoto (o nicchia) la base per ospitare la statuina della Madonna. Sua moglie, signora Rosanna Di Domenico, offrì una statuina della Madonna di Fatima, che allieta, oggi, quel luogo “benedetto”. Dai fatti elencati, si può desumere che la Madonna abbia voluto mettere le radici in quel luogo, dove, fra l'altro,  anni fa, a richiesta dell'allora Parroco Don Ennio Lucantoni, la statua della Madonna del Porto Salvo, in occasione della Sua festa, fu ospitata e adorata, dai fedeli, per un'intera giornata.

 

di L. M. & C.





15 LUGLIO 2022. CENA PARROCCHIALE A MONTONE.

INSIEME PER RISCOPRIRE LA GIOIA DI ESSERE COMUNITÀ

 

La cena del 15 luglio, negli spazi della Pro loco di Montone, si è tenuta una partecipata cena parrocchiale, organizzata per raccogliere fondi da destinare alla Festa.

È importante dire subito che non è stata, quella, una semplice cena di beneficenza o di "autofinanziamento". Non lo è stata perché, soprattutto, non volevamo che fosse solo un'occasione finalizzata al sostegno economico dei festeggiamenti. Il vero motore del comitato e, in particolare, degli "irriducibili" della Sagra del Pesce, è stata la voglia di tornare a respirare lo stesso clima degli anni passati, la stessa voglia di coinvolgere e di essere coinvolti. E' vero: nel 2022  la grande macchina della Sagra sarebbe stata costretta a restare ferma, ma qualcosa di simile, almeno nella formula se non nelle dimensioni, poteva essere proposto.

È stato così che circa 120 persone (amici, amiche e famiglie della parrocchia) si sono ritrovati in questa bella cena, a Montone. Fondamentale è stato, anche stavolta, il nostro grande chef Marcello Scarpone, amico squisito come squisiti sono i piatti che ogni volta riesce a preparare. Fondamentali, direi, sono stati tutti: le instancabili signore in cucina, i collaboratori, le persone che hanno venduto i biglietti e quelli che li hanno acquistati, coloro che, in varie forme, hanno contribuito alla riuscita della serata. Come diceva padre Pio, ciò che conta, più dei risultati, è la grandezza, la "santità", dell' intenzione . Sempre a quella bisogna tornare e solo a quella riferirsi. Chi ha partecipato alla cena ( ed è questo allora che ci fa più contenti) dice di aver percepito un sentimento forte di unità, di solidarietà, di familiarità, di tutti quei segni d'amore che sono la vera bellezza della nostra parrocchia. La cena era ottima, ma più che il palato è stato il cuore ad assaporare, ancora una volta, il gusto di stare insieme e di camminare verso la stessa direzione.

Quando don Luca ci ha parlato, ci siamo sentiti in qualche modo "interpretati". Il fatto di esserci riconosciuti nelle sue riflessioni, di aver sentito da lui proprio quello che noi avremmo voluto dire, ci ha restituito la certezza di un'amicizia che sa essere paternità.

Forse, nel 2023, tornerà la Sagra del Pesce. Ma quel "forse" non ci preoccupa, perché se sono incerte le situazioni e le condizioni del domani, restano sicuri  i sentimenti e le motivazioni delle persone che, in questa comunità, vivono e operano. La condivisione e l'allegria della tavola, il 15 luglio, ce lo hanno confermato.

 

di Ezio Di Benedetto






COMUNIONI 2022










CRESIME 2022