CHIAMATI PER NOME
Questa bella esortazione, tratta da una delle lettere che, in
questi anni, il nostro vescovo S.E. Mons. Lorenzo Leuzzi, nella sua paternità,
ha scritto ai giovani della nostra diocesi, l'abbiamo accolta insieme a
don Luca, affrontando il tema fondamentale della VOCAZIONE.
All'inizio del percorso il Don, ci ha chiesto cosa fosse per noi
la vocazione e se ci sentivamo pronti ad andare fino in fondo per scoprire
quale fosse la vocazione di ciascuno di noi. L'anno scorso avevamo parlato di
chiamata alla santità e quest'anno, ci è stato chiesto di compiere un passo
ulteriore, di interrogarci su come e dove il Signore ci fa questa chiamata e
come possiamo riconoscerla.
Nei vari incontri don Luca ci ha provocati proponendoci vivaci
spunti di riflessione e dibattiti, sia con film come “Gifted Hands” e “Freedom
Writers”, che con l'ascolto di testimonianze di vocazioni sacerdotali o
religiose, in primis la sua.
Siamo stati aiutati a riflettere sul fatto che, la nostra prima
vocazione è essere felici di vivere, perché siamo chiamati alla vita e che il
senso della vocazione è comprendere quale opera d'amore siamo chiamati a
compiere (matrimonio, sacerdozio, vita religiosa, missione, ecc). La società in
cui viviamo, l'immagine e il pensiero a cui ci viene chiesto di uniformarci, la
pressione esercitata da media e social ci distoglie e ci ostacola nella nostra
ricerca perché siamo trascinati in un vortice di continuo paragone con modelli
inarrivabili, quanto inutili che però ci fanno sentire falliti, messi
all'angolo. Purtroppo noi ragazzi siamo i primi a sminuirci, a toglierci il
nostro valore, a sentirci inadeguati, a vergognarci di noi stessi e dei nostri
errori, dimenticando che invece Dio ci ama per ciò che siamo e chiama ciascuno
di noi. Come ha detto san Giovanni Paolo II, nell'ultima Giornata Mondiale
della Gioventù: “Noi non siamo la somma dei nostri peccati e delle nostre
debolezze, noi siamo tutto l'Amore di Dio per noi, più la nostra capacità reale
di risponderGli, di dirGli di sì.”
Dio ha sacrificato Suo Figlio per noi, valiamo la Sua vita! Perciò
possiamo, anzi dobbiamo chiedere al Signore di riconoscere ciò che di bello ha
messo dentro di noi. La vocazione è questo: trovare questo dono, questa luce
che abbiamo dentro e valorizzarla, lasciare che il Signore faccia di noi la Sua
opera d'arte.
Abbiamo capito anche che la nostra vocazione non la scopriamo da
un giorno all'altro e non è frutto della nostra misura, ma possiamo, piano
piano scoprirla conoscendo sempre più Gesù ed entrando in intimità con Lui che
Si Fa Tutto per noi nell'Eucaristia. Se sapremo metterci in ascolto, chiederGli
che ci sveli le parole che ci ha già messo nel cuore, sarà Lui a dirci chi
siamo e cosa Si attende da noi. La scoperta più bella è che in questa ricerca,
in questo ascolto, non siamo lasciati soli. Il Signore, nel nostro percorso, ci
mette accanto via via dei “fari”, dei suoi “strumenti di discernimento”:
innanzitutto il nostro parroco don Luca che è il nostro primo punto di
riferimento e guida, perché ci aiuta a capire qual è la strada giusta da
percorrere, quella che Gesù ha preparato per noi; ma può essere anche il
vescovo, un compagno di cammino, una catechista, un' insegnante, ecc… e
ci offre luoghi, circostanze, esperienze per farci comprendere, nel
tempo, la Sua Volontà.
Vi lasciamo questo bellissimo pensiero di Don Fabio Rosini che ci
incoraggia nella fede e ci dice della nostra unicità agli occhi di Dio e del
progetto buono che egli ha in serbo per di ciascuno di noi: “Guarda le cose
belle che Dio ha messo nella tua vita! Chiedi il dono di credere che vale la
pena di essere te, perché se non valeva la pena, Dio non ti faceva! Senza di te
non si può fare! Ci sono persone che solo tu potrai amare, ci sono cose che
solo tu potrai dire, ci sono opere che solo le tue mani sapranno fare, non
sprecare la tua preziosità!”.
GRUPPO GIOVANI CATECHISTI: Lorenzo, Federica, Ilaria, Giovanni,
Martina, Ludovica, Luca)
LA MADONNINA TRA I FIORI
La sera
del 13 luglio 2022 il Parroco, Don Luca Torresi, alla presenza di numerosi fedeli, ha
benedetto una statuina dedicata alla Madonna di Fatima, posta, nel verde,
all'ingresso del “condominio Le Palme”, in Giulianova, via Bolzano, 56. Alla
base di tutto ciò, vi è una piccola storia che vogliamo raccontarvi: Leonardo
Mancino e il figlio Andrea, circa trent'anni orsono, nell'area a verde del
condominio, raccolsero, in stato di abbandono
un alberello, che ripiantarono, ma a qualcuno quell'alberello dava
proprio fastidio, tant'è che più volte
fu sradicato ed altrettante volte
fu da Leonardo e Andrea ripiantato. Dopo
l'ennesima volta l'alberello non fu più toccato e crebbe, così, forte e
vigoroso. Circa tre anni fa, una mano ignota strappò dall'albero un lungo ramo,
procurandovi una vistosa e profonda ferita, ma l'albero non morì, non si seccò,
continuò ad essere sempre rigoglioso. Si era, però, creato, in esso, un vistoso
vuoto. Al che, Leonardo pensò di posizionarvi la statuina di una Madonna; ne
parlò con Emidio Di Francesco, residente nel condominio, nonché titolare di
un'officina meccanica, il quale il giorno successivo aveva già realizzato e
installato in quel vuoto (o nicchia) la base per ospitare la statuina della
Madonna. Sua moglie, signora Rosanna Di Domenico, offrì una statuina della
Madonna di Fatima, che allieta, oggi, quel luogo “benedetto”. Dai fatti
elencati, si può desumere che la Madonna abbia voluto mettere le radici in quel
luogo, dove, fra l'altro, anni fa, a
richiesta dell'allora Parroco Don Ennio Lucantoni, la statua della Madonna del
Porto Salvo, in occasione della Sua festa, fu ospitata e adorata, dai fedeli,
per un'intera giornata.
di L. M. & C.
15 LUGLIO 2022. CENA
PARROCCHIALE A MONTONE.
INSIEME PER RISCOPRIRE LA GIOIA
DI ESSERE COMUNITÀ
La cena del 15 luglio, negli spazi della Pro loco di Montone, si è
tenuta una partecipata cena parrocchiale, organizzata per raccogliere fondi da
destinare alla Festa.
È importante dire subito che non è stata, quella, una semplice
cena di beneficenza o di "autofinanziamento". Non lo è stata perché,
soprattutto, non volevamo che fosse solo un'occasione finalizzata al sostegno
economico dei festeggiamenti. Il vero motore del comitato e, in particolare,
degli "irriducibili" della Sagra del Pesce, è stata la voglia di
tornare a respirare lo stesso clima degli anni passati, la stessa voglia di
coinvolgere e di essere coinvolti. E' vero: nel 2022 la grande macchina della Sagra sarebbe stata
costretta a restare ferma, ma qualcosa di simile, almeno nella formula se non
nelle dimensioni, poteva essere proposto.
È stato così che circa 120 persone (amici, amiche e famiglie della
parrocchia) si sono ritrovati in questa bella cena, a Montone. Fondamentale è
stato, anche stavolta, il nostro grande chef Marcello Scarpone, amico squisito
come squisiti sono i piatti che ogni volta riesce a preparare. Fondamentali,
direi, sono stati tutti: le instancabili signore in cucina, i collaboratori, le
persone che hanno venduto i biglietti e quelli che li hanno acquistati, coloro
che, in varie forme, hanno contribuito alla riuscita della serata. Come diceva
padre Pio, ciò che conta, più dei risultati, è la grandezza, la
"santità", dell' intenzione . Sempre a quella bisogna tornare e solo
a quella riferirsi. Chi ha partecipato alla cena ( ed è questo allora che ci fa
più contenti) dice di aver percepito un sentimento forte di unità, di
solidarietà, di familiarità, di tutti quei segni d'amore che sono la vera
bellezza della nostra parrocchia. La cena era ottima, ma più che il palato è
stato il cuore ad assaporare, ancora una volta, il gusto di stare insieme e di
camminare verso la stessa direzione.
Quando don Luca ci ha parlato, ci siamo sentiti in qualche modo
"interpretati". Il fatto di esserci riconosciuti nelle sue
riflessioni, di aver sentito da lui proprio quello che noi avremmo voluto dire,
ci ha restituito la certezza di un'amicizia che sa essere paternità.
Forse,
nel 2023, tornerà la Sagra del Pesce. Ma quel "forse" non ci
preoccupa, perché se sono incerte le situazioni e le condizioni del domani,
restano sicuri i sentimenti e le
motivazioni delle persone che, in questa comunità, vivono e operano. La condivisione
e l'allegria della tavola, il 15 luglio, ce lo hanno confermato.
di Ezio Di Benedetto
COMUNIONI 2022
CRESIME 2022
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