domenica 31 luglio 2022

PARROCCHIA LIVE

CHIAMATI  PER  NOME

“Noi siamo sottoposti a tante chiamate (…) e facciamo fatica a capire quale sia quella più importante e decisiva  per la nostra vita (…). E' la grande sfida per tutti noi: conoscere chi mi chiama e che cosa mi propone! Io desidero proporvi di ascoltare la chiamata di Gesù: “Coraggio! Alzati, ti chiama!”.

Questa bella esortazione, tratta da una delle lettere che, in questi anni, il nostro vescovo S.E. Mons. Lorenzo Leuzzi, nella sua paternità, ha scritto ai giovani della nostra diocesi, l'abbiamo accolta insieme a  don Luca, affrontando il tema fondamentale della VOCAZIONE. 

All'inizio del percorso il Don, ci ha chiesto cosa fosse per noi la vocazione e se ci sentivamo pronti ad andare fino in fondo per scoprire quale fosse la vocazione di ciascuno di noi. L'anno scorso avevamo parlato di chiamata alla santità e quest'anno, ci è stato chiesto di compiere un passo ulteriore, di interrogarci su come e dove il Signore ci fa questa chiamata e come possiamo riconoscerla.

Nei vari incontri don Luca ci ha provocati proponendoci vivaci spunti di riflessione e dibattiti, sia con film come “Gifted Hands” e “Freedom Writers”, che con l'ascolto di testimonianze di vocazioni sacerdotali o religiose, in primis la sua.

Siamo stati aiutati a riflettere sul fatto che, la nostra prima vocazione è essere felici di vivere, perché siamo chiamati alla vita e che il senso della vocazione è comprendere quale opera d'amore siamo chiamati a compiere (matrimonio, sacerdozio, vita religiosa, missione, ecc). La società in cui viviamo, l'immagine e il pensiero a cui ci viene chiesto di uniformarci, la pressione esercitata da media e social ci distoglie e ci ostacola nella nostra ricerca perché siamo trascinati in un vortice di continuo paragone con modelli inarrivabili, quanto inutili che però ci fanno sentire falliti, messi all'angolo. Purtroppo noi ragazzi siamo i primi a sminuirci, a toglierci il nostro valore, a sentirci inadeguati, a vergognarci di noi stessi e dei nostri errori, dimenticando che invece Dio ci ama per ciò che siamo e chiama ciascuno di noi. Come ha detto san Giovanni Paolo II, nell'ultima Giornata Mondiale della Gioventù: “Noi non siamo la somma dei nostri peccati e delle nostre debolezze, noi siamo tutto l'Amore di Dio per noi, più la nostra capacità reale di risponderGli, di dirGli di sì.”

Dio ha sacrificato Suo Figlio per noi, valiamo la Sua vita! Perciò possiamo, anzi dobbiamo chiedere al Signore di riconoscere ciò che di bello ha messo dentro di noi. La vocazione è questo: trovare questo dono, questa luce che abbiamo dentro e valorizzarla, lasciare che il Signore faccia di noi la Sua opera d'arte.

Abbiamo capito anche che la nostra vocazione non la scopriamo da un giorno all'altro e non è frutto della nostra misura, ma possiamo, piano piano scoprirla conoscendo sempre più Gesù ed entrando in intimità con Lui che Si Fa Tutto per noi nell'Eucaristia. Se sapremo metterci in ascolto, chiederGli che ci sveli le parole che ci ha già messo nel cuore, sarà Lui a dirci chi siamo e cosa Si attende da noi. La scoperta più bella è che in questa ricerca, in questo ascolto, non siamo lasciati soli. Il Signore, nel nostro percorso, ci mette accanto via via dei “fari”, dei suoi “strumenti di discernimento”: innanzitutto il nostro parroco don Luca che è il nostro primo punto di riferimento e guida, perché ci aiuta a capire qual è la strada giusta da percorrere, quella che Gesù ha preparato per noi; ma può essere anche il vescovo, un compagno di cammino, una catechista, un' insegnante, ecc… e ci  offre luoghi, circostanze, esperienze per farci comprendere, nel tempo, la Sua Volontà.

Vi lasciamo questo bellissimo pensiero di Don Fabio Rosini che ci incoraggia nella fede e ci dice della nostra unicità agli occhi di Dio e del progetto buono che egli ha in serbo per di ciascuno di noi: “Guarda le cose belle che Dio ha messo nella tua vita! Chiedi il dono di credere che vale la pena di essere te, perché se non valeva la pena, Dio non ti faceva! Senza di te non si può fare! Ci sono persone che solo tu potrai amare, ci sono cose che solo tu potrai dire, ci sono opere che solo le tue mani sapranno fare, non sprecare la tua preziosità!”.


GRUPPO GIOVANI CATECHISTI: Lorenzo, Federica, Ilaria, Giovanni, Martina, Ludovica, Luca)





LA MADONNINA TRA I FIORI

La sera del 13 luglio 2022 il Parroco, Don Luca Torresi,  alla presenza di numerosi fedeli, ha benedetto una statuina dedicata alla Madonna di Fatima, posta, nel verde, all'ingresso del “condominio Le Palme”, in Giulianova, via Bolzano, 56. Alla base di tutto ciò, vi è una piccola storia che vogliamo raccontarvi: Leonardo Mancino e il figlio Andrea, circa trent'anni orsono, nell'area a verde del condominio, raccolsero, in stato di abbandono  un alberello, che ripiantarono, ma a qualcuno quell'alberello dava proprio fastidio, tant'è che più volte  fu sradicato ed altrettante  volte fu da  Leonardo e Andrea ripiantato. Dopo l'ennesima volta l'alberello non fu più toccato e crebbe, così, forte e vigoroso. Circa tre anni fa, una mano ignota strappò dall'albero un lungo ramo, procurandovi una vistosa e profonda ferita, ma l'albero non morì, non si seccò, continuò ad essere sempre rigoglioso. Si era, però, creato, in esso, un vistoso vuoto. Al che, Leonardo pensò di posizionarvi la statuina di una Madonna; ne parlò con Emidio Di Francesco, residente nel condominio, nonché titolare di un'officina meccanica, il quale il giorno successivo aveva già realizzato e installato in quel vuoto (o nicchia) la base per ospitare la statuina della Madonna. Sua moglie, signora Rosanna Di Domenico, offrì una statuina della Madonna di Fatima, che allieta, oggi, quel luogo “benedetto”. Dai fatti elencati, si può desumere che la Madonna abbia voluto mettere le radici in quel luogo, dove, fra l'altro,  anni fa, a richiesta dell'allora Parroco Don Ennio Lucantoni, la statua della Madonna del Porto Salvo, in occasione della Sua festa, fu ospitata e adorata, dai fedeli, per un'intera giornata.

 

di L. M. & C.





15 LUGLIO 2022. CENA PARROCCHIALE A MONTONE.

INSIEME PER RISCOPRIRE LA GIOIA DI ESSERE COMUNITÀ

 

La cena del 15 luglio, negli spazi della Pro loco di Montone, si è tenuta una partecipata cena parrocchiale, organizzata per raccogliere fondi da destinare alla Festa.

È importante dire subito che non è stata, quella, una semplice cena di beneficenza o di "autofinanziamento". Non lo è stata perché, soprattutto, non volevamo che fosse solo un'occasione finalizzata al sostegno economico dei festeggiamenti. Il vero motore del comitato e, in particolare, degli "irriducibili" della Sagra del Pesce, è stata la voglia di tornare a respirare lo stesso clima degli anni passati, la stessa voglia di coinvolgere e di essere coinvolti. E' vero: nel 2022  la grande macchina della Sagra sarebbe stata costretta a restare ferma, ma qualcosa di simile, almeno nella formula se non nelle dimensioni, poteva essere proposto.

È stato così che circa 120 persone (amici, amiche e famiglie della parrocchia) si sono ritrovati in questa bella cena, a Montone. Fondamentale è stato, anche stavolta, il nostro grande chef Marcello Scarpone, amico squisito come squisiti sono i piatti che ogni volta riesce a preparare. Fondamentali, direi, sono stati tutti: le instancabili signore in cucina, i collaboratori, le persone che hanno venduto i biglietti e quelli che li hanno acquistati, coloro che, in varie forme, hanno contribuito alla riuscita della serata. Come diceva padre Pio, ciò che conta, più dei risultati, è la grandezza, la "santità", dell' intenzione . Sempre a quella bisogna tornare e solo a quella riferirsi. Chi ha partecipato alla cena ( ed è questo allora che ci fa più contenti) dice di aver percepito un sentimento forte di unità, di solidarietà, di familiarità, di tutti quei segni d'amore che sono la vera bellezza della nostra parrocchia. La cena era ottima, ma più che il palato è stato il cuore ad assaporare, ancora una volta, il gusto di stare insieme e di camminare verso la stessa direzione.

Quando don Luca ci ha parlato, ci siamo sentiti in qualche modo "interpretati". Il fatto di esserci riconosciuti nelle sue riflessioni, di aver sentito da lui proprio quello che noi avremmo voluto dire, ci ha restituito la certezza di un'amicizia che sa essere paternità.

Forse, nel 2023, tornerà la Sagra del Pesce. Ma quel "forse" non ci preoccupa, perché se sono incerte le situazioni e le condizioni del domani, restano sicuri  i sentimenti e le motivazioni delle persone che, in questa comunità, vivono e operano. La condivisione e l'allegria della tavola, il 15 luglio, ce lo hanno confermato.

 

di Ezio Di Benedetto






COMUNIONI 2022










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