ECCO IL NOSTRO SÌ
Cosa
vuol dire diventare educatore ACR da giovanissimo?
Il bello
di essere educatori ACR è difficile da spiegare, ma nelle prossime righe
cercheremo di raccontarvi la nostra esperienza, nonostante la nostra giovane
età.
Siamo
tre giovanissimi dell'Azione Cattolica e quest'anno ci è stata fatta una
proposta bellissima!
All'inizio
non eravamo sicuri di essere adatti a questo incarico per la nostra età e
pensavamo di non riuscire ad essere delle perfette guide per il cammino dei
ragazzi dell'Azione Cattolica. Ma siamo stati guidati e sostenuti in questa
scelta… abbiamo detto il nostro Sì e abbiamo capito che sono tante le
soddisfazioni che solo un'esperienza del genere può dare; ed oggi ne
raccogliamo, insieme ai nostri ragazzi e alle loro famiglie, i primi frutti:
nei tanti sorrisi, nella bellezza dell'incontro, nella gioia che viviamo quando
stiamo tutti insieme, nei primi abbracci che ci ridoniamo dopo la pandemia!
Inoltre
l'appartenenza al gruppo dei giovanissimi, con il quale camminiamo lungo il
percorso che porta alla santità, ci ha permesso di avere la formazione
necessaria e consapevole per essere buoni testimoni e delle buone guide per i
ragazzi.
Grazie
all'aiuto degli educatori più grandi e del nostro caro don Luca, sui quali
possiamo sempre contare, siamo riusciti ad instaurare un bellissimo rapporto
con i bambini, proponendo attività SU MISURA PER LORO, proprio come dice lo
slogan dell'anno che ha ambientato i nostri incontri in una sartoria; mentre
con ragazzi più grandi abbiamo organizzato degli incontri più riflessivi, che
hanno permesso un legame più profondo tra noi e loro.
Uno dei
momenti più forti e significativi di quest'anno l'abbiamo vissuto nel mese di
Marzo: abbiamo organizzato la Marcia della Pace durante la quale, insieme ad
una grande rappresentanza della comunità parrocchiale, abbiamo abbattuto il
muro della Guerra e realizzato un grande patchwork con i messaggi di Pace di
tanti amici della parrocchia.
Tutti
noi sicuramente continueremo il nostro servizio di educatori anche l'anno
prossimo; vedere i sorrisi dei bambini e dei ragazzi ci ha resi consapevoli che
il nostro tempo non è stato sprecato, bensì ci hanno riempiti di esperienze
uniche che ci hanno fatto crescere.
Il
Signore chiama tanti di noi a mettersi a servizio nella comunità attraverso il
parroco, attraverso alcuni amici più grandi, dei responsabili, ma è LUI STESSO
CHE CI CHIAMA!
E noi
siamo felici di metterci in gioco e dire ancora una volta e sempre più
consapevolmente il nostro SI, proprio come Maria!
di Francesca, Ilaria e Luca
UN CAMPO
“IN CITTÀ”, UN REGALO INASPETTATO.
Chi lo
avrebbe mai detto che questo tempo di pandemia potesse riservare dei “regali”
inaspettati e sorprendenti!
Eppure è
stato così per il Gruppo Scout Giulianova 1 che nell'estate 2021, a causa delle
restrizioni Covid e delle limitazioni alle possibili attività, ha avuto modo di
“inventare” un campo vissuto nel cuore della nostra città, presso il Campo di
Atletica “G.Massi” e la scuola “Don Milani”.
Quello
che all'inizio sembrava un ripiego, un modo per fare “almeno” qualcosa, si è
rivelato un dono speciale per i lupetti e le lupette, gli esploratori e le
guide, i capi e le capo che lo hanno vissuto.
Alcuni
momenti tipici dei nostri campi, la preghiera, la cucina, le tende, i giochi, i
momenti di festa, hanno potuto alternarsi a “uscite” in casa nostra, per le
nostre strade: questo ci ha permesso di vivere una presenza diversa, un modo
nuovo di guardare e osservare il territorio in cui viviamo, una strana e
piacevole sensazione di “vita scout” a un passo da casa.
La
splendida posizione del campo di atletica ci ha permesso anche di non togliere
nulla allo stupore delle notti stellate, al silenzio, al godere dell'ombra dei
pini e degli spazi aperti, al risveglio mattutino con l'attività fisica, ma ci
ha anche permesso di concludere il
nostro campo, insieme a tutta la parrocchia, partecipando, suppur stanchi e non
“pulitissimi”, alla Santa Messa al porto in onore della Madonna del Portosalvo.
È stata
una gioia anche aver avuto la possibilità di lasciare al campo un nuovo
alzabandiera ornato da grandi cerchi olimpici, in segno del nostro passaggio e
di gratitudine nei confronti dell'Ecologica G che ci ha gentilmente permesso di
“occupare” quel luogo per una settimana.
Il
Branco ed il Reparto hanno così vissuto pienamente un'esperienza che rischiava
per il secondo anno consecutivo di mancare.
Questo è
stato un dono grande per tutto il nostro gruppo, che ci ha permesso di continuare
a camminare e progettare attività durante tutto quest'anno e di arrivare, con
la solita fatica e il solito entusiasmo, ai campi estivi 2022 che torneranno
finalmente ad essere vissuti, anche se ancora segnati dalle difficoltà della
pandemia, nella pienezza delle loro possibilità a Montedinove, in provincia di
Ascoli Piceno.
Ringraziamo
tanto il Signore per i doni inaspettati che ci fa anche (e forse soprattutto)
quando tutto sembra non andare per il verso giusto.
Un segno
grande di questa sorprendente passione di Dio verso la nostra vita e la nostra
felicità ci è stato quest'anno, per tutta la nostra comunità, la nascita di
Andrea Maria, figlio della nostra capo gruppo Marialivia: una gioia infinita
per tutti noi, un invito a camminare con più tenacia, un dono che ci riempie di
speranza. I sorrisi di Andrea Maria, che certamente nascono anche dall'amore
dal cielo del papà Andrea e della Madonna del Portosalvo, sono senza dubbio il
più bell'invito per ciascuno di noi a perseverare nel servizio e nell'amore
verso il prossimo.
Gruppo Scout
UN ANNO
DA CAVALIERI CON I CAVALIERI DI PARSIFAL!
Un anno da Cavalieri
con i Cavalieri di Parsifal!
Sappiamo
tutti che questi ultimi anni segnati dalla pandemia non sono stati semplici, eppure
è evidentissimo che “Il Signore fa
sicuri i passi dell’uomo e segue con amore il suo cammino”. In questo anno abbiamo vissuto diversi momenti
in presenza, grazie a Dio, e questi ci hanno permesso di rafforzare la nostra
amicizia e di riprendere con più slancio il cammino sulla strada tracciata per
noi da Gesù. Ad ottobre abbiamo partecipato, dopo due anni di stop, alla
giornata d’inizio anno delle attività con i Cavalieri di Parsifal (il gruppo di
ragazzi delle Scuole Medie che di radunano e sono guidati in un percorso
cristiano), prima ad Ortona, dove abbiamo pregato sulla tomba di San Tommaso, e
poi a Chieti dove abbiamo partecipato alla Santa Messa insieme ai Cavalieri
dell’Abruzzo e il Molise. Successivamente ogni quindici giorni, con grande
fedeltà, ci siamo incontrati nei locali sotto Chiesa abbiamo iniziato a cconoscere
la figura di Don Giussani, in occasione del centenario dalla sua nascita e,
soprattutto, ci siamo preparati per vivere il gesto della Promessa che, insieme
alla vacanza estiva è uno dei momenti fondamentali dell’esperienza dei
Cavalieri.
Il
mese di maggio vissuto con Maria è stato sicuramente il momento in cui con più
evidenza abbiamo potuto scorgere che è il Signore che mette in noi il seme ed è
sempre Lui che ne segue e cura la crescita. Infatti, due anni fa, a maggio,
cominciammo a recitare tutte le sere il Rosario insieme, perché le condizioni di
salute della nostra cara Santina si erano aggravate tant’è che il 17 maggio
tornò al Padre. Non fu una sconfitta…divenne l’occasione per pregare, chiedere
e implorare con più forza e, da allora, ogni anno questa esperienza è
desiderata e si ripete con fedeltà. Parlando fra di noi, spesso ci diciamo che
è un “regalo” che ci ha lasciato lei.
Siamo
cresciuti, c’è stato un cammino che ci ha portato a coinvolgere anche altri
amici che hanno accettato il nostro invito e sono venuti in vacanza con noi a
Rocca di Mezzo, dal 4 al 9 luglio. In quei giorni fatti di passeggiate, giochi,
canti, balli, chiacchiere e risate ci siamo fatti guidare dalle parole di Papa
Francesco: “Buttatevi nella vita. Non
abbiate paura della vita, per favore! Abbiate paura della morte, della morte
dell’anima, della morte del futuro, della chiusura del cuore: di questo abbiate
paura. Ma della vita, no! La vita è bella, la vita è per viverla e per darla
agli altri, la vita è per condividerla con gli altri, non per chiuderla in sé
stessa. Quante volte avete avuto paura? Non bisogna vergognarsi di dire: -Ho
paura del buio-! … Le paure vanno dette. A chi? Al papà, alla mamma, all’amico,
all’amica, alla persona che può aiutarvi. Vanno messe alla luce. E quando le
paure, che sono nelle tenebre, vanno nella luce, scoppia la verità. Voi avete
il fiuto: non perdetelo! Il fiuto di dire questo è vero, questo non è vero; il
fiuto di trovare il Signore, il fiuto della verità.”
Queste
parole ci hanno colpito fin da subito e tutti, adulti accompagnatori e ragazzi,
abbiamo accolto l’invito a “Buttarci” nella vita di quei giorni e, tra una
fatica e l’altra, quello che è venuto fuori è stato uno spettacolo ai nostri stessi
occhi.
Siamo
più certi che il Signore ci guida sempre, nelle gioie e nelle avversità e,
vogliamo continuare a vivere più intensamente questa nostra amicizia per non
dimenticarlo e imparare a dire: - Sì- a Lui, ogni giorno.
IL SIGNORE FA SICURI I PASSI DELL'UOMO E SEGUE CON AMORE IL SUO CAMMINO. (Sal 37, 23).
Sembra che queste
parole del Salmo siano una promessa fragile in questo tempo di grandi
incertezze, dove sia gli eventi che ci toccano da vicino che quelli più lontani
alzano ombre minacciose sul presente e sul futuro. La pandemia che non dà
tregua, la tragedia della guerra che pur se apparentemente lontana ci arriva
dentro casa con immagini di crudele violenza, e le cui conseguenze economiche già
ci colpiscono in pieno e rendono più difficile il nostro quotidiano.
Ma anche quest’anno
sono stati tanti i modi con cui il Signore attraverso la maternità di Maria ha
seguito i passi del Suo popolo in cammino, ed ha sostenuto la speranza,
alimentata dalla continua misericordia
di una Madre che non abbandona mai i suoi figli.
Per questo, la Festa
della Madonna del Portosalvo è un dono per tutta la nostra Città e per tutto il
popolo che in essa vive, per ogni persona che, pur nella ristrettezza delle
mille piccole, grandi croci che quotidianamente affronta, è accolto tra le
braccia di Maria.
Questo abbraccio lo
abbiamo sperimentato in tante occasioni anche quest’anno.
Un amico che svolge
attività in carcere ha raccontato di aver notato un particolare: il punto in
cui i nuovi reclusi arrivano e vengono identificati mediante le foto dei loro
volti, ha sulla parete di sfondo una immagine della Madonna con un bimbo in
braccio. Per una strana coincidenza il volto del recluso viene fotografato
proprio con, sullo sfondo, l’immagine del bimbo in braccio alla Madonna
all’altezza del proprio volto.
“Mi ha colpito molto
questo accostamento per cui il volto della persona fotografata è esattamente
all’altezza delle mani di Maria, affiancato al volto di Gesù tra le mani di
Maria. Forse è il segno che anche questa persona a cui si chiudono alle spalle le
porte del carcere e che si avvia al lungo cammino di espiazione dei propri
errori, non è abbandonata nell’abisso del male compiuto e nella solitudine
della pena da scontare. Anche lui è accolto e sostenuto dalle mani di Maria,
che tenendo Gesù bambino tra le braccia, già trepidava per le atrocità che quel
bambino avrebbe dovuto subire, perché le era già stato predetto; ”…anche a te una spada trafiggerà l’anima…”,
atrocità che questa persona, il cui volto ora Maria si ritrova nelle Sue mani,
quasi a coincidere e sostituire quello del suo Figlio, ha commesso e di cui è
tanto artefice quanto vittima.
Le mani di Maria che
sostengono tanto il suo figlio Divino, quanto questo suo figlio terreno
“sbagliato”. Figlio tanto terreno quanto divino, come è divino ogni essere
umano per quanto possano essere terribili gli errori ed il male che può
compiere, per cui deve scontare la pena della reclusione.”
Forse non è troppo
esagerato riconoscere che ognuno di noi ha le sue reclusioni che sconta
quotidianamente, perché relegato dietro le sbarre dei propri limiti, delle
proprie paure, della propria solitudine, della incomprensione, del dolore, del
male subito e del bene non fatto … ed anche per ognuno di noi in maniera tanto
misteriosa ma altrettanto certa le braccia di Maria sono lì, tese ad accogliere
e sostenere la nostra pena.
Alcuni amici che
hanno accolto delle famiglie di profughi Ucraini si sono preoccupati,
coinvolgendo tutta la Comunità, non solo di procurare loro il necessario sostentamento
materiale, ma di accompagnare i loro ragazzi in una amicizia che facesse
sperimentare loro una modalità di vita per cui, una volta tornati a casa, non
vivessero di rancore e desiderio di vendetta per il male subito, ma desiderosi
di guardare il mondo con gli occhi con cui loro stessi si sono sentiti accolti.
Per quanti sono
coinvolti nel dono della disponibilità ad accompagnare i ragazzi nel
Catechismo, è stato chiaro che il Catechismo, prima ancora di essere utile ai
ragazzi che lo frequentano, è un dono per gli stessi catechisti, che hanno il
regalo di essere come le braccia di Maria che sostengono e guidano questi
ragazzi, nella certezza che i semi posti nel loro cuore, anche se ora
apparentemente dispersi nella vivace e incerta turbolenza della fiorente
adolescenza, certamente porteranno frutti nei modi e nei tempi che il Signore
vorrà.
Un'esperienza
significativa, non nata nella nostra città ma che ha visto coinvolte alcune
famiglie giuliesi, è quella della scuola parentale "Libera...mente" nata per iniziativa di due coniugi
rosetani, che alla luce della fede hanno costruito ed offerto a tutti una
modalità più vera di educare i loro figli. Rare, almeno sul nostro territorio
ed anche nella nostra regione, sono le famiglie, anche cattoliche, nonostante i
ripetuti richiami del magistero della Chiesa circa la responsabilità educativa
dei genitori e nonostante la grave crisi in cui versa la scuola, crisi d'ideali
e di motivazioni, disposte a rinunciare a grosse fette di benessere, per quello
che è il bene fondamentale dei nostri figli: incontrare insegnanti che
appassionano; vivere in una scuola che solleciti la curiosità e che, sembra impossibile, faccia piacere
frequentare. È quello cui hanno dato inizio questi due coraggiosi coniugi
"armati" della loro fede e affascinati dal metodo Montessori, e che,
come scrivevamo all'inizio, ha incuriosito e poi coinvolto, diverse famiglie,
tra cui, appunto, alcune della nostra città. Certo, sembra strano lasciare il
percorso "sicuro" e, in fondo comodo, della scuola statale, sia
perché sembra non costare nulla (pur non essendo così), sia perché sembra
sufficiente abbandonare i figli alle cure degli insegnanti perché apprendano e
crescano umanamente. Eppure che ci siano persone (e oggi nel nostro paese
crescono di numero) disposte a privilegiare l'educazione dei figli, magari
mettendo in secondo piano videogiochi, cellulari, tablet, vacanze in posti
esotici, auto nuove e cura degli animali, per la cura dei propri figli, penso
debba profondamente interrogarci sulla nostra scala dei valori. Vedere che un
figlio, una figlia, hanno voglia d'imparare e rimangono pensosi davanti ad una
poesia o al pensiero di un filosofo, o affascinati dalla natura perché sanno
che ci sono adulti che li prendono sul serio, forse vale più di tante cose che,
come dicono i Negramaro in una bellissima canzone, "ognuno rincorre e non se ne accorge che non sono niente".
Infine i ragazzi
delle scuole superiori che vivono l’esperienza di Gioventù Studentesca (GS),
che hanno sperimentato come “il Signore
fa sicuri i passi dell'uomo e segue con amore il suo cammino”.
Ce lo racconta Luca
con semplicità e chiarezza: “Per me questo è stato il primo anno nell’esperienza
di GS. Fin dalla prima volta che ho incontrato questi amici mi sono sentito
voluto bene e ho scelto di partecipare ai gesti che ci venivano proposti.
Ricordo un'assemblea tenutasi in videocollegamento con gli amici dell'Abruzzo e
del Molise; ho partecipato poi alla Via Crucis a Loreto il venerdì santo
insieme ad adulti e ragazzi di altre regioni che condividevano l'esperienza di
GS. Poi a Pasquetta anche io ho partecipato all’incontro a Roma con il Papa, che
ci ha incoraggiato ad avere il "fiuto" per le cose vere. C'è stata la
giornata di convivenza di fine anno ed infine il momento più bello dell'anno, a
mio parere: la vacanza in montagna. Durante la vacanza infatti sono stato così
bene che alla fine non volevo staccarmi da quegli amici. Tornato a casa ero un
po' triste, ma allo stesso tempo felice perché certo che l'esperienza che avevo
fatto sarebbe rimasta per sempre nel mio cuore e nella mia mente”.
Davvero il Signore
diviene amorevole compagnia che accompagna i passi dell’uomo, li rende sicuri e
portatori di speranza per il mondo intero.
Comunione e Liberazione
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