Di Pierina Costantini
Quella che
voglio raccontarvi è una storia d’amore con un tragico epilogo.
I protagonisti
di questa storia sono: il mare, che da sempre evoca nell’uomo l’idea di libertà
e di infinito, e due pescatori nostri concittadini Elia Artone e Carlo Mazzi.
Pensando ai
pescatori, e in particolare ad Elia e Carlo ha cominciato a ronzarmi in testa
la famosa canzone di Umberto Tozzi, che sarà come un filo conduttore nella vicenda
umana che mi accingo a raccontarvi; nelle parole di questa canzone, infatti, è
racchiuso il mistero di un rapporto quasi morboso che lega i pescatori al mare.
“Gente
che muore
di
nostalgia
ma
quando torna dopo un giorno muore
per
la voglia di andare via”
Certamente Elia
e Carlo amavano profondamente i propri familiari, ma appartenevano al mare. I
pescatori veri, quelli che il mare ce l’hanno nel sangue, pensano al mare anche
quando sono a terra, magari costretti a non poter salpare per il maltempo o perché
le reti devono essere riparate o perché il motore abbisogna di manutenzione. Ma
questi uomini, con la pelle arsa dal sole, con le forti mane callose e con lo
sguardo perso nella vastità dell’orizzonte, hanno sempre nella mente il mare,
croce e delizia della loro esistenza…il mare, scrigno di promesse…il mare,
richiamo di libertà… il mare, sconfinata distesa senza limiti che
“porta
i pensieri alla deriva”
È dura la vita
del pescatore e la conoscevano bene questa vita Elia e Carlo…notti trascorse
gettando le reti e sperando in una pesca fruttuosa. Quanto amore e quanta
dedizione per un lavoro sacrificato e spesso ingrato…tanti sforzi a volte
vani…lunghe notti insonni per salpare le reti quasi vuote…notti di bonaccia ma
anche notti di tempesta.
Il mare…questa
fonte di vita e di sostentamento per molti abitanti di Giulianova.
Il mare… che si
gonfia ribelle e a volte fagocita i suoi amici pescatori.
È stato questo
il destino tragico di Elia e Carlo che, a bordo del motopeschereccio ELIANA,
sono usciti in mare, sfidando il maltempo per salpare le reti calate per la
pesca. Elia e Carlo non erano dei principianti, lo conoscevano bene il mare e
sicuramente non era la prima volta che affrontavano una burrasca. Stavolta,
però, l’amato mare li ha traditi e d’ improvviso si è trasformato in un mostro
spietato che non ha dato loro scampo.
È così che si è
conclusa questa storia d’amore e a noi che quest’anno festeggiamo la nostra
Mamma Celeste, che appelliamo Madonna Santissima del Portosalvo, non rimane che
rivolgere il nostro pensiero alla “gente
di mare “, ai pescatori che continuano il loro duro lavoro, ai pescatori
che conducono una vita rischiosa ma senza dubbio affascinante.
Un pensiero
speciale lo rivolgiamo a Elia e Carlo, così come a tutti i marinai che hanno
trovato la morte nello svolgimento del proprio lavoro e che hanno la loro tomba
proprio nel mare.
Il mare ha
restituito ai propri cari il corpo di Elia e di Carlo, ma tanti familiari
guardano quelle acque profonde che hanno sommerso per sempre padri, figli,
fratelli lasciando nel cuore un vuoto ancor più grande, senza la consolazione
di una tomba dove poter deporre un fiore sostando in preghiera.
Madonna del
Portosalvo proteggi i tuoi figli pescatori e concedi loro che possano far ritorno
alle loro case.
Madonna del
Portosalvo accogli Elia e Carlo nel porto del paradiso, insieme a tutti i
pescatori che riposano nel mare
“che
ci fa sempre un po’ paura
ma
che è il nostro grande fratello blu”
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