I
CAVALIERI INCONTRANO IL PAPA
Alcuni hanno viaggiato tutta la notte, altri sono arrivati prestissimo!
Oltre cinquemila Cavalieri provenienti dall'Italia e dall'estero in
udienza da Papa Francesco.
Noi del Circolino Parsifal di Giulianova eravamo circa ottanta!
Alle otto si entra!
Mentre le file si riempiono, sul grande schermo sfilano le immagini
della vita dei gruppi: le preghiere, i giochi, i compiti, le gite. Alle 9,30
inizia la recita dell'Angelus. Cinquemila ragazzini che fino a quel momento
hanno riso, parlato, spintonato, immediatamente tacciono.
Ora non c'è più un minuto vuoto, tutto in preparazione dell'incontro
con il Papa. Sul palco salgono Frank e Vwa, nigeriani. Leggono la loro storia.
I genitori uccisi, la traversata in mare con la paura di morire, lo sbarco in
Sicilia e poi l'incontro con i Cavalieri attraverso una professoressa.
“Questi amici sono la nostra famiglia. Dio ci ha salvati!!”.
Alle 11,50 il boato!
Papa Francesco è arrivato! Si alzano...! Lungo il corridoio le mani si
protendono per toccarlo, per sfiorarlo!
Sembra di rivivere la scena del Vangelo della folla di persone che
volevano almeno toccare il mantello di Gesù.
Le voci si quietano quando Don Marcello saluta il Papa: “Santo Padre
siamo felicissimi di poterla incontrare, guardare e ascoltare.
Davanti a lei ci sono ragazzi delle scuole medie, insieme agli adulti
che li accompagnano in un cammino che ha come scopo semplicemente di
riconoscere che la vita è bella perché Gesù ci vuole bene. Siamo qui perché la
Sua Persona ci mostra continuamente la letizia che sperimenta chi segue Cristo.
Noi vogliamo seguirLa e siamo ansiosi di vederLa rispondere alle domande che
tre ragazzi Le faranno.
La prima si avvicina al microfono è Marta, terza media. L'anno prossimo
il salto alle superiori. “Perché devo cambiare tutto? Perché mi fa così paura crescere?”.
“La vita è un continuo “buongiorno” e “arrivederci”, esordisce il Papa.
“Quello che tu dici qui è una sfida, la sfida della vita”. Sulla paura
Francesco inizia il dialogo con Marta. “Dobbiamo imparare a guardare la vita
guardando orizzonti, sempre avanti. È questa la scelta che devi fare”. La paura
lascia il posto alla sfida.
Giulia vuole sapere “cosa possiamo fare noi giovani per cambiare il
mondo che ci circonda?”
Francesco chiama a rispondere tutti i ragazzi. Parte dalla loro vita
facendo l'esempio dell'amico antipatico. Apre e chiude il palmo della mano per
dire come si può essere di fronte alla realtà: aperti o chiusi. I ragazzi lo
seguono alzando le braccia e aprendo a loro volta le mani. “Il mondo si cambia
aprendo il cuore, ascoltando gli altri, accogliendo gli altri. Cambiare il
mondo con le piccole cose di ogni giorno. Cosa ci ha insegnato Gesù? Pregate
per tutti”. E lancia la proposta: “In gruppo, una mezz'oretta, parlatene. Se mi
fanno questo, cosa devo fare?”.
L'ultima domanda è la più drammatica, arriva dritto nel cuore di
ognuno. Grande e piccolo. Tanoio, bulgaro, dopo cinque anni di orfanotrofio è
adottato da una famiglia italiana. Dopo un anno, muore la mamma. Poi anche i
nonni. “I Cavalieri sono un dono perché mi stanno vicini. Però come si fa a
credere che il Signore ti ama, quando ti fa mancare persone o accadere cose che
tu non vorresti mai?”.
Anche il Papa non può spiegare la sofferenza. “Soltanto guardo il
crocifisso. Se Dio ha permesso che suo Figlio soffrisse così per noi, qualcosa
deve esserci lì che abbia senso”. Dietro alla sofferenza c'è sempre l'amore di
Dio.
“Ti faranno sentire l'amore di Dio solo quelli che ti sostengono, che
ti accompagnano e ti aiutano a crescere”. Alla Madonna ci si può rivolgere
affidandone tutto il nostro dolore. “Lei capisce, come una mamma”.
In piedi tutti recitano la preghiera di consacrazione dei Cavalieri.
Dopo la benedizione, il Papa si rivolge ancora direttamente ai ragazzi. Chiede
come deve essere un cuore generoso per andare avanti. Lo vuole sapere con un
gesto. Quello che hanno fatto prima. Cinquemila palmi spalancati si alzano
verso l'alto. Non basta ancora. Francesco chiede se tutto si può spiegare nella
vita. Il coro di “no” per lui non è abbastanza forte. Ripete la domanda. Questa
volta la sala Paolo VI rimbomba.
All'una i portoni dell'aula Paolo VI sono chiusi!
Stra… felici e stra… contenti…. a Villa Borghese per il pranzo!
ESPERIENZE
VISSUTE... L' ACR SI RACCONTA!
GRUPPI 9-11 e 12-14
Non è da
molto che ho iniziato il cammino ACR, ma ho imparato molte cose su Gesù e ho
fatto molte amicizie. Quest'anno c'è stato l'incontro con i volontari della
Croce Rossa di Giulianova ,gli eroi del quotidiano, del giorno e della notte,
che ci hanno spiegato come ,con tutti gli atri gruppi di volontari, aiutano le
persone in difficoltà, imparando così che aiutare il prossimo è importante.
Anche "La festa del CIAO" mi ha insegnato che è più bello stare con
gli altri e condividere le cose con gioia. Durante il cammino dell'anno abbiamo
fatto tante cose belle ma mi è rimasto nel cuore l'ultimo incontro in
parrocchia con tutto il gruppo ACR, quando abbiamo visto il film sui sentimenti
"Inside Out" perché ci siamo divertiti moltissimo e abbiamo riso
tanto, con gioia!
Simone De Flaviis
Questo anno per la prima volta, il 30 Aprile 2017, il nostro gruppo
A.C.R ha partecipato ad un evento molto importante per la storia dell'Azione
Cattolica: i suoi 150 anni. Nei giorni precedenti questo evento ci è stato
detto che ci saremmo dovuti alzare presto per partire verso Roma e questo ci ha
sorpresi. Appena arrivati abbiamo preso la metro per arrivare in piazza S.
Pietro dove si sarebbe svolta la grande festa: qui A.C. di tutta e fuori Italia
si è riunita per cantare e pregare insieme il Signore ricordando i 150 della
nostra grande famiglia. Nella piazza c'erano persone di tutte le età: chi
frequentava da pochi anni e chi da tanti; ci ha molto colpito una signora di
103 anni che frequentava da moltissimi anni questo cammino senza mai arrendersi
e superando ogni ostacolo sia nell'ambito dell'Azione Cattolica sia al di
fuori, restando sempre accanto al Signore. Dopo è arrivato il Papa con la
Papamobile e ha fatto un lungo giro per tutta la piazza suscitando in noi gioia
e commozione e dopo un primo momento di esultanza ci siamo messi in ascolto del
Papa, che ci ha lasciato questo messaggio: Azione Cattolica è passione
cattolica!
In questi 150 anni essa è sempre stata caratterizzata da un amore
grande per Gesù e per la chiesa; noi A.C. siamo chiamati a metterci sempre a
servizio di chi è più debole ma anche a servizio delle diocesi e delle
parrocchie quindi Azione Cattolica non vuol dire sempre e solo gioia ma anche
sacrificio , però questo sacrificio non è pesante perché noi rimaniamo sempre
accanto al Signore .Il Papa ci ha anche ricordato che noi nella parrocchia ci
dobbiamo sempre sentire accolti così come siamo perché la parrocchia è il primo
punto di svolta verso la nostra strada … Noi ci sforziamo sempre di collaborare
il più possibile con la parrocchia partecipando a cori e aiutando nell'organizzazione,
proprio perché questa deve essere il nostro rifugio, la nostra casa. Siamo e
dobbiamo essere aperti al mondo per dare a tutti la buona notizia del Vangelo e
sempre integrarla nel nostro quotidiano, ma anche trasmettendo Carità, amore e
gioia. In questo modo si costruisce la pace, quella che dovremmo cercare ogni
giorno e, come dice il Papa” Andate e là sarete chiesa, con la forza dello
Spirito Santo!”
Abbiamo mangiato in un grande prato e poi
siamo andati a visitare la sede dell'Azione Cattolica, dove abbiamo visto e
respirato la storia dell'A.C.R. attraverso le foto che rappresentavano i primi
fondatori e presidenti dell'associazione,
ma c'erano anche slogan dei diversi temi di questi ultimi anni. Abbiamo
anche osservato in una stanza un enorme tavolo dove si fanno e si facevano
delle riunioni con i membri AC. Finito il nostro tour abbiamo ripreso il
pullman con destinazione Santuario Nostra Signora di Fatima a S.Vittorino dove
abbiamo assistito alla celebrazione della messa conclusa la quale siamo ripartiti
verso casa. Questa giornata è stata molto stancante ma ricca di gioia ed
emozione nel ripensare e vedere tutto ciò che abbiamo visitato; nel
ripercorrere attraverso le immagini la storia dei primi fondatori, siamo
rimasti colpiti dal loro spirito di solidarietà e dall'impegno ma soprattutto
dalla gioia in ciò che facevano pensando sempre a Dio anche nel quotidiano.
Francesca Decaro e Chiara
Pizzorulli
Quest'anno io e Luca siamo stati eletti, dal nostro gruppo Acr,
rappresentanti della nostra parrocchia nell'Edr (Equipe diocesana dei ragazzi).
Questo gruppo è stato creato per rendere l'Acr a misura di noi ragazzi. Noi
componenti siamo portavoce delle idee e delle proposte dell'Acr parrocchiale nella diocesi di
Teramo-Atri.
Un'esperienza unica che abbiamo vissuto grazie all'Edr è stata il
pellegrinaggio a Roma in occasione del secondo congresso internazionale
dell'AC.
Pochi giorni prima dell'inaspettata partenza la nostra educatrice ci ha
detto che il 26 e il 27 di Aprile saremo partiti per la capitale come
rappresentanti di Ac di Italia. Ci siamo ritrovati a Teramo e già si respirava
un'aria di festa! Preso il pullman abbiamo iniziato il nostro viaggio.
Una volta giunti a destinazione abbiamo preso la metropolitana che ci
ha portati alla Domus Pacis, ovvero la sede nazionale dell'Azione cattolica, un
posto molto interessante e ricco della storia della nostra associazione. I
nostri educatori e don Marco Ghiazza ci hanno illustrato gli slogan che hanno
accompagnato l'Acr dal 1990 e le stanze dove svolgono il loro lavoro i
collaboratori e gli assistenti nazionali. Dopo ci hanno accompagnati verso la
Domus Mariæ, il luogo dove abbiamo dormito poco in verità per il pensiero
dell'incontro che avremmo fatto il giorno dopo. Poi ci hanno consegnato i pass per
entrare in piazza S. Pietro, l'emozione cresceva sempre di più pensando che a
breve avremo conosciuto sua Santità Papa Francesco.
Al mattino siamo saliti sul mezzo che ci ha portati nella Città del
Vaticano, abbiamo partecipato alla santa messa celebrata dal cardinale Parolin
e poco dopo ci hanno portato nella struttura dove avremo conosciuto il Santo
Padre.
In una stanza insieme con altri bambini e ragazzi di altre nazioni
abbiamo saputo dall'assistente nazionale che la canzone del “CIAO” dell'AC
piace molto al Papa così insieme abbiamo pensato di cantargliela… ma in tutte
le lingue che siamo riusciti a imparare in quei pochi minuti. Ci siamo
divertiti a trovare un modo per comunicare tra di noi e imparare ai ragazzi la
canzone in Italiano, ma lo è stato altrettanto impararla in Rumeno e Spagnolo.
Eravamo felicissimi di fare questa sorpresa al Papa che sicuramente
avrebbe gradito. Siamo usciti dalla stanza ed ecco uscire dall'ascensore il
Santo Padre, subito abbiamo iniziato a cantare e lui ci ha trasmesso la sua
felicità cantando insieme a noi! Ci ha stretto la mano chiedendoci i nostri
nomi e ci siamo sentiti CIRCOndati di gioia. Continuando a cantare ci siamo
avviati dietro al Papa e siamo entrati in una sala affollata di persone che
esultavano, ognuno nella propria lingua.
Prima di iniziare il suo discorso il Santo Padre ha ascoltato le
preghiere scritte da noi ragazzi raccolte in un libro preparato dagli
educatori. Purtroppo il discorso del Papa era in Spagnolo e per noi è stato
difficoltoso comprenderlo ma ascoltare la sua voce e stare seduti in prima fila
ci ha fatto sentire molto felici.
Il Viaggio a Roma con L'Edr ha suscitato in noi molte emozioni:
La gioia perché abbiamo avuto la possibilità di incontrare Papa
Francesco, la curiosità perché volevamo vedere com'era il Vaticano, il Papa, il
centro nazionale del'AC, la paura di incontrare una persona importante come Sua
Santità, la stanchezza dopo essere tornati a casa sfiniti per aver fatto tanti
chilometri a piedi e la vocina registrata della metropolitana che diceva
“prossima fermata Tiburtina” e molto altro ancora….Pero' infondo il viaggio con
l'Edr a Roma lo ricorderemo per tutta la vita.
L'incontro
con Papa Francesco ha suscitato in me molta gioia che poi potrò donare alle
persone che ne hanno bisogno.
Luca Malatesta
Sono stata
molto felice di leggere il libro con le preghiere al Papa. È stato emozionante
essere portavoce di noi ragazzi. Questa giornata mi ha lasciato una grande
gioia nel cuore. Dobbiamo essere missionari della vita di Gesù e diffondere il
suo Vangelo. Ho capito che Papa Francesco ha molta fiducia in noi ragazzi.
Ilaria Tiberii
GIUBILEO D’ORO CON PAPA FRANCESCO
Il 3 Giugno scorso eravamo in 30mila a Roma, a festeggiare con il
nostro amato Papa il “Giubileo d’oro” del Rinnovamento Carismatico cattolico,
che in Italia ha assunto il nome di Rinnovamento dello spirito santo, a
raccontare e vivere quello che lo spirito santo ha suscitato nella vita di
milioni di persone in tutto il mondo. Ognuno di noi può dire con certezza di
aver riscoperto la preghiera di lode e di ringraziamento, un rapporto più intimo
con Dio, una preghiera che diventa colloquio con Lui, un amore profondo per la
Parola, tutti aspetti che, come ci ricorda il Santo Padre, non appartengono
solo al R.n.S. ma a tutta la Chiesa.
Tutto iniziò nell’università di Duquesne (USA) nel famoso week end
17-19 Febbraio 1967, quando alcuni studenti si riunirono per pregare e
implorare lo Spirito Santo. E accadde come nel Cenacolo di Gerusalemme:
sperimentarono una potente effusione dello S. S. che riempì i loro cuori del
senso della presenza e della maestà di Dio, di una fiamma di amore che
sprigionò in loro il desiderio di adorarlo, lodarlo, testimoniarlo, farlo
conoscere e amare con lo stesso trasporto che provavano.
Invitarono nella cappella altri compagni, e pregarono: “Signore, quello
che hai fatto per noi fallo anche a loro”. Il miracolo si ripeté, a a macchia
d’olio si diffuse prima in America e poi in tutti i continenti.
Alle 12:30 siamo al Circo Massimo, sotto un sole sfavillante. Il colpo
d’occhio è stupendo: un tripudio di colori, bandiere di diverse nazionalità che
sventolano festose…. Sono presenti i rappresentanti di circa 30 paesi del
mondo, non solo cattolici ma anche di altre chiese cristiane.
Nell’attesa di Papa Francesco sul palco si sono avvicendate le corali
di alcuni paesi rappresentati, che ci hanno regalato un arricchimento anche
musicale.
Il Santo Padre nel suo intervento ci ha ricordato che siamo “una
corrente di grazia per tutta la chiesa” che per sua natura il rinnovamento
Carismatico Cattolico nacque ecumenico, perché è lo Spirito santo che crea
l’unità, e il medesimo Spirito Santo che diede l’ispirazione perché fosse così.
Perciò è importante camminare e lavorare insieme non soltanto noi cattolici ma
i cristiani delle diverse confessioni.
Ci suggerisce poi di rileggere gli scritti del cardinale Suenens,
moderatore del Concilio Vaticano II e autore dei “Documenti di Malines” con i
quali è stato dato Al RnS un orientamento teologico pastorale.
Lo spirito Santo, continua il Pontefice, ci unisce per annunciare
l’amore del Padre per tutti i suoi figli, e la pace nel mondo è possibile se
siamo in pace tra noi e se c’è pace nei cuori.
Padre Cantalamessa, storico sostenitore del Movimento nonché
predicatore della Casa Pontificia, nel suo intervento ha sottolineato
l’importanza di vivere in unione con tutta la Chiesa e con la cristianità.
Infatti, continua, quanta parte delle divisioni tra cristiani è dovuta al
segreto desiderio di sentirci, agli occhi di Dio, migliori di altri?
E’ essenziale, dice, “mettere al centro Dio”: solo cosi si realizza
l’unità, mentre se mettiamo noi stessi al centro della nostra vita e dei nostri
progetti, anche compiendo il bene, finiremo nella divisione come avvenne a
Babele.
Pieni di gioia e di buoni propositi lasciamo il luogo di questo già
storico incontro, desiderosi di fare della nostra vita tutto un incontro, con
“Lui” e con chi Egli metterà sul nostro cammino.
GESU’ E’ IL SIGNORE, ALLELUJA! Questo è il saluto con cui tutti ci
diciamo arrivederci.
LASCIAMO
IL MONDO MIGLIORE DI COME L'ABBIAMO TROVATO
Ormai vedere dei ragazzi con le camicette azzurre è diventata una bella
abitudine nella nostra parrocchia. Un'abitudine che, a noi della comunità capi,
ci fa prendere ancor più coscienza di cosa può voler dire “lasciare il mondo
migliore di come lo abbiamo trovato”.
“La realtà della Comunità Capi e del Gruppo Scout Giulianova 1 sono
realtà VERE, aperte, che raccontano una storia di impegni e di scelte, sono
prive di secondi fini o “inganni” perché si presentano così come sono. Proprio
perché VERE sono realtà BUONE, che offrono uno sguardo positivo e gioioso sul
mondo, perché testimoniano la possibilità di un cammino diverso che ci fa
sperare positivamente. Per questo sono anche BELLE, perché è bello starci
dentro, è bello contemplarle come testimonianza, come dono, come grazia offerta
ad una comunità.” (Progetto Educativo di gruppo Giulianova 1, 2017-2020).
L'educazione che diamo ai nostri ragazzi mira a far diventare i nostri
bambini degli uomini e donne pronti ad affrontare la società con tre punti
fermi: la FEDE, cardine e fondamento del nostro servizio di capi educatori.
Essa è alla base di tutto quello che facciamo e che testimoniamo e, detto con
le parole dei ragazzi, “è possibile incontrare Dio solo se ci si muove,
indipendentemente dall'ambito in cui ognuno di noi si trova, attraverso la
strada e il servizio. La vita scout ci permette di sentirci Chiesa in modo
originale” (Carta di Clan).
Il SERVIZIO, in quanto riteniamo che l'accoglienza dell'altro sia una
priorità educativa in un contesto in cui sempre più si sottolineano le
differenze e si rendono complicate le convivenze. Infine la SCELTA POLITICA,
intesa come buona cittadinanza, nella quale il ragazzo impara a saper stabilire
relazioni e rapporti negli ambienti di lavoro, nella scuola e nelle istituzioni
locali, in modo da riuscire a maturare la cultura della solidarietà, della
legalità e della responsabilità civica, per un'educazione sociale al bene
comune.
Se davvero dobbiamo pensare a qualcuno che ha realmente cambiato il
mondo che lo circondava, migliorandolo con la sua testimonianza, uno dei nomi
che mi viene subito in mente è quello di Sergio Palazzi. Come altri uomini e
donne Santi che hanno vissuto nella nostra parrocchia, Sergio, nella sua
quotidianità, è stato un reale esempio di fede, attraverso la sua preghiera
continua, il suo servizio scout, quello parrocchiale, che lo ha contraddistinto
fino alla fine, e la sua dolcezza in famiglia come marito, padre e nonno
amorevole.
Qualche giorno dopo la sua improvvisa scomparsa, una catechista mi disse:
“Oggi nella lezione di catechismo ho parlato a lungo di Sergio…quando abbiamo
dei Santi in parrocchia dobbiamo testimoniarli ai nostri ragazzi!”.
Effettivamente il cristianesimo è questo: testimonianza quotidiana di Gesù, e
Sergio incarnava totalmente questa realtà.
Quanto mancano i suoi messaggi o la telefonata che faceva, sempre alle
7:30 di mattina, a chi voleva bene nel giorno dell'onomastico e del compleanno,
quanto manca quel simpatico e affettuoso saluto “Vieni qua, incoscie'!”, quanto
manca incontrarlo in giro con i nipotini mentre li portava a fare una
passeggiata o gli spiegava i nomi degli animali, mancano tanto anche le sue
sgridate sullo stile scout a cui teneva tanto.
Ci manca tanto Sergio, ma allo stesso tempo siamo contenti di aver fatto
con lui un bel pezzo di strada e siamo assolutamente sicuri che ci stia
osservando e stia pregando per noi, consapevoli che adesso stia vivendo la vera
Gioia, che ha coltivato per tutta la sua vita terrena.
Grazie Sergio, per aver lasciato il mondo e, in particolar modo, i
ragazzi che hai accompagnato migliori di come li avevi trovati…
Grazie incoscie'!
Pierpaolo Cameli
PELLEGRINAGGIO
A SAN GIOVANNI ROTONDO
del
Gruppo di Preghiera Maria Santissima del Portosalvo di Giulianova.
5
giugno 2017
Via Crucis alla luce di Fatima.
Con Maria abbiamo ripercorso il cammino di Cristo verso il Calvario.
Nella silenziosa riflessione delle varie stazioni sono risuonate nel cuore le
premure di Maria e di San Pio verso l'umanità: la salvezza dei peccatori, la
riparazione delle offese ai cuori di Gesù e di Maria. A Fatima Maria esortava i
bambini a pregare, a dire molti Rosari per la conversione dei peccatori; a San
Giovanni Rotondo San Pio da Pietralcina distribuiva la Misericordia di Dio
nella dedizione senza sosta al ministero del Sacramento della confessione e
nella premurosa formazione e guida dei Gruppi di Preghiera. La salvezza del
mondo è il punto che unisce Fatima e S. Giovanni Rotondo. Dalla Madonna a
Fatima e da San Pio a S.Giovanni Rotondo ci arrivano alcuni richiami estremamente
importanti ed attuali per l'uomo di oggi. Il primo è un forte appello alla
fede; è la scelta di Dio come fondamento
di ogni altra scelta. “Chi volete?” disse Pilato “Gesù o Barabba?”. Può
capitare pure oggi dentro di noi e nella società di stare con Barabba e
rifiutare Gesù: è l'idolatria. Dalla Madonna e da S. Pio viene anche un secondo
appello alla conversione: perciò abbandonarsi alla Misericordia di Dio. Nella
seconda apparizione dell'Angelo i tre pastorelli ricevettero questo messaggio:
I cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi progetti di misericordia e voi
offrirete continuamente preghiere e sacrifici. Così anche Gesù sulla Croce: “
Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Un terzo appello è alla
pace. Pregare per la pace, diceva S.Giovanni Paolo II, significa pregare per la
giustizia, per una migliore distribuzione dei beni della terra. Guardando Maria
ai piedi della Croce anche la Chiesa la invoca come Regina della Pace,
vittoriosa con Cristo sul peccato e sulla morte. Ascoltiamo un quarto appello
che ci viene dalla Madonna di Fatima; l'appello è alla speranza. “Alla fine il
mio cuore immacolato trionferà!”. Il Pellegrinaggio di San Pio ci riapre sempre
il cuore alla speranza di una vita più buona, più cristiana, più giusta e più serena.
Riflessione di un pellegrino: l'invito
iniziale suggeritoci dal nostro Parroco è stato “silenzio”. Silenzio esteriore
ed interiore . Solo nel silenzio Gesù piò parlare al nostro cuore, solo nel
silenzio possiamo pregarlo. Un raccoglimento profondo ha pervaso i nostri
cuori, un amore grande per il Santo del Gargano ci ha riempito il cuore.
Silenzio, ascolto, preghiera e S.Eucarestia. Poi visita nella Cripta al Corpo
di Padre Pio: ognuno ha pregato in silenzio certo di essere ascoltato.
Con grande pace e serenità c'è stato il momento del pranzo, semplice ma
assai conviviale. Nel pomeriggio visita ai luoghi in cui Padre Pio è vissuto;
poi una preghiera insieme guidati dal nostro Parroco per ringraziare Dio di
averci chiamati nella Sua Chiesa. Alle ore 17.00 siamo ripartiti ringraziando
il Signore per averci regalato una giornata di preghiera e di amore reciproco.
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