giovedì 3 agosto 2017

IN MOVIMENTO

I CAVALIERI INCONTRANO IL PAPA
 

Alcuni hanno viaggiato tutta la notte, altri sono arrivati prestissimo!
Oltre cinquemila Cavalieri provenienti dall'Italia e dall'estero in udienza da Papa Francesco.
Noi del Circolino Parsifal di Giulianova eravamo circa ottanta!
Alle otto si entra!
Mentre le file si riempiono, sul grande schermo sfilano le immagini della vita dei gruppi: le preghiere, i giochi, i compiti, le gite. Alle 9,30 inizia la recita dell'Angelus. Cinquemila ragazzini che fino a quel momento hanno riso, parlato, spintonato, immediatamente tacciono.
Ora non c'è più un minuto vuoto, tutto in preparazione dell'incontro con il Papa. Sul palco salgono Frank e Vwa, nigeriani. Leggono la loro storia. I genitori uccisi, la traversata in mare con la paura di morire, lo sbarco in Sicilia e poi l'incontro con i Cavalieri attraverso una professoressa.
“Questi amici sono la nostra famiglia. Dio ci ha salvati!!”.
Alle 11,50 il boato!
Papa Francesco è arrivato! Si alzano...! Lungo il corridoio le mani si protendono per toccarlo, per sfiorarlo! 
Sembra di rivivere la scena del Vangelo della folla di persone che volevano almeno toccare il mantello di Gesù.
Le voci si quietano quando Don Marcello saluta il Papa: “Santo Padre siamo felicissimi di poterla incontrare, guardare e ascoltare.
Davanti a lei ci sono ragazzi delle scuole medie, insieme agli adulti che li accompagnano in un cammino che ha come scopo semplicemente di riconoscere che la vita è bella perché Gesù ci vuole bene. Siamo qui perché la Sua Persona ci mostra continuamente la letizia che sperimenta chi segue Cristo. Noi vogliamo seguirLa e siamo ansiosi di vederLa rispondere alle domande che tre ragazzi Le faranno.
La prima si avvicina al microfono è Marta, terza media. L'anno prossimo il salto alle superiori. “Perché devo cambiare tutto?  Perché mi fa così paura crescere?”.
“La vita è un continuo “buongiorno” e “arrivederci”, esordisce il Papa. “Quello che tu dici qui è una sfida, la sfida della vita”. Sulla paura Francesco inizia il dialogo con Marta. “Dobbiamo imparare a guardare la vita guardando orizzonti, sempre avanti. È questa la scelta che devi fare”. La paura lascia il posto alla sfida.
Giulia vuole sapere “cosa possiamo fare noi giovani per cambiare il mondo che ci circonda?”
Francesco chiama a rispondere tutti i ragazzi. Parte dalla loro vita facendo l'esempio dell'amico antipatico. Apre e chiude il palmo della mano per dire come si può essere di fronte alla realtà: aperti o chiusi. I ragazzi lo seguono alzando le braccia e aprendo a loro volta le mani. “Il mondo si cambia aprendo il cuore, ascoltando gli altri, accogliendo gli altri. Cambiare il mondo con le piccole cose di ogni giorno. Cosa ci ha insegnato Gesù? Pregate per tutti”. E lancia la proposta: “In gruppo, una mezz'oretta, parlatene. Se mi fanno questo, cosa devo fare?”.
L'ultima domanda è la più drammatica, arriva dritto nel cuore di ognuno. Grande e piccolo. Tanoio, bulgaro, dopo cinque anni di orfanotrofio è adottato da una famiglia italiana. Dopo un anno, muore la mamma. Poi anche i nonni. “I Cavalieri sono un dono perché mi stanno vicini. Però come si fa a credere che il Signore ti ama, quando ti fa mancare persone o accadere cose che tu non vorresti mai?”.
Anche il Papa non può spiegare la sofferenza. “Soltanto guardo il crocifisso. Se Dio ha permesso che suo Figlio soffrisse così per noi, qualcosa deve esserci lì che abbia senso”. Dietro alla sofferenza c'è sempre l'amore di Dio.
“Ti faranno sentire l'amore di Dio solo quelli che ti sostengono, che ti accompagnano e ti aiutano a crescere”. Alla Madonna ci si può rivolgere affidandone tutto il nostro dolore. “Lei capisce, come una mamma”.
In piedi tutti recitano la preghiera di consacrazione dei Cavalieri. Dopo la benedizione, il Papa si rivolge ancora direttamente ai ragazzi. Chiede come deve essere un cuore generoso per andare avanti. Lo vuole sapere con un gesto. Quello che hanno fatto prima. Cinquemila palmi spalancati si alzano verso l'alto. Non basta ancora. Francesco chiede se tutto si può spiegare nella vita. Il coro di “no” per lui non è abbastanza forte. Ripete la domanda. Questa volta la sala Paolo VI rimbomba.
All'una i portoni dell'aula Paolo VI sono chiusi!
Stra… felici e stra… contenti…. a Villa Borghese per il pranzo! 
Il Cristianesimo è una cosa semplice, una compagnia di amici… per poter cambiare il mondo!






ESPERIENZE VISSUTE... L' ACR SI RACCONTA!
GRUPPI 9-11 e 12-14


Non è da molto che ho iniziato il cammino ACR, ma ho imparato molte cose su Gesù e ho fatto molte amicizie. Quest'anno c'è stato l'incontro con i volontari della Croce Rossa di Giulianova ,gli eroi del quotidiano, del giorno e della notte, che ci hanno spiegato come ,con tutti gli atri gruppi di volontari, aiutano le persone in difficoltà, imparando così che aiutare il prossimo è importante. Anche "La festa del CIAO" mi ha insegnato che è più bello stare con gli altri e condividere le cose con gioia. Durante il cammino dell'anno abbiamo fatto tante cose belle ma mi è rimasto nel cuore l'ultimo incontro in parrocchia con tutto il gruppo ACR, quando abbiamo visto il film sui sentimenti "Inside Out" perché ci siamo divertiti moltissimo e abbiamo riso tanto, con gioia!
Simone De Flaviis

Questo anno per la prima volta, il 30 Aprile 2017, il nostro gruppo A.C.R ha partecipato ad un evento molto importante per la storia dell'Azione Cattolica: i suoi 150 anni. Nei giorni precedenti questo evento ci è stato detto che ci saremmo dovuti alzare presto per partire verso Roma e questo ci ha sorpresi. Appena arrivati abbiamo preso la metro per arrivare in piazza S. Pietro dove si sarebbe svolta la grande festa: qui A.C. di tutta e fuori Italia si è riunita per cantare e pregare insieme il Signore ricordando i 150 della nostra grande famiglia. Nella piazza c'erano persone di tutte le età: chi frequentava da pochi anni e chi da tanti; ci ha molto colpito una signora di 103 anni che frequentava da moltissimi anni questo cammino senza mai arrendersi e superando ogni ostacolo sia nell'ambito dell'Azione Cattolica sia al di fuori, restando sempre accanto al Signore. Dopo è arrivato il Papa con la Papamobile e ha fatto un lungo giro per tutta la piazza suscitando in noi gioia e commozione e dopo un primo momento di esultanza ci siamo messi in ascolto del Papa, che ci ha lasciato questo messaggio: Azione Cattolica è passione cattolica!
In questi 150 anni essa è sempre stata caratterizzata da un amore grande per Gesù e per la chiesa; noi A.C. siamo chiamati a metterci sempre a servizio di chi è più debole ma anche a servizio delle diocesi e delle parrocchie quindi Azione Cattolica non vuol dire sempre e solo gioia ma anche sacrificio , però questo sacrificio non è pesante perché noi rimaniamo sempre accanto al Signore .Il Papa ci ha anche ricordato che noi nella parrocchia ci dobbiamo sempre sentire accolti così come siamo perché la parrocchia è il primo punto di svolta verso la nostra strada … Noi ci sforziamo sempre di collaborare il più possibile con la parrocchia partecipando a cori e aiutando nell'organizzazione, proprio perché questa deve essere il nostro rifugio, la nostra casa. Siamo e dobbiamo essere aperti al mondo per dare a tutti la buona notizia del Vangelo e sempre integrarla nel nostro quotidiano, ma anche trasmettendo Carità, amore e gioia. In questo modo si costruisce la pace, quella che dovremmo cercare ogni giorno e, come dice il Papa” Andate e là sarete chiesa, con la forza dello Spirito Santo!”
  Abbiamo mangiato in un grande prato e poi siamo andati a visitare la sede dell'Azione Cattolica, dove abbiamo visto e respirato la storia dell'A.C.R. attraverso le foto che rappresentavano i primi fondatori e presidenti dell'associazione,  ma c'erano anche slogan dei diversi temi di questi ultimi anni. Abbiamo anche osservato in una stanza un enorme tavolo dove si fanno e si facevano delle riunioni con i membri AC. Finito il nostro tour abbiamo ripreso il pullman con destinazione Santuario Nostra Signora di Fatima a S.Vittorino dove abbiamo assistito alla celebrazione della messa conclusa la quale siamo ripartiti verso casa. Questa giornata è stata molto stancante ma ricca di gioia ed emozione nel ripensare e vedere tutto ciò che abbiamo visitato; nel ripercorrere attraverso le immagini la storia dei primi fondatori, siamo rimasti colpiti dal loro spirito di solidarietà e dall'impegno ma soprattutto dalla gioia in ciò che facevano pensando sempre a Dio anche nel quotidiano.
Francesca Decaro e Chiara Pizzorulli

Quest'anno io e Luca siamo stati eletti, dal nostro gruppo Acr, rappresentanti della nostra parrocchia nell'Edr (Equipe diocesana dei ragazzi). Questo gruppo è stato creato per rendere l'Acr a misura di noi ragazzi. Noi componenti siamo portavoce delle idee e delle proposte    dell'Acr parrocchiale nella diocesi di Teramo-Atri.
Un'esperienza unica che abbiamo vissuto grazie all'Edr è stata il pellegrinaggio a Roma in occasione del secondo congresso internazionale dell'AC.
Pochi giorni prima dell'inaspettata partenza la nostra educatrice ci ha detto che il 26 e il 27 di Aprile saremo partiti per la capitale come rappresentanti di Ac di Italia. Ci siamo ritrovati a Teramo e già si respirava un'aria di festa! Preso il pullman abbiamo iniziato il nostro viaggio.
Una volta giunti a destinazione abbiamo preso la metropolitana che ci ha portati alla Domus Pacis, ovvero la sede nazionale dell'Azione cattolica, un posto molto interessante e ricco della storia della nostra associazione. I nostri educatori e don Marco Ghiazza ci hanno illustrato gli slogan che hanno accompagnato l'Acr dal 1990 e le stanze dove svolgono il loro lavoro i collaboratori e gli assistenti nazionali. Dopo ci hanno accompagnati verso la Domus Mariæ, il luogo dove abbiamo dormito poco in verità per il pensiero dell'incontro che avremmo fatto il giorno dopo. Poi ci hanno consegnato i pass per entrare in piazza S. Pietro, l'emozione cresceva sempre di più pensando che a breve avremo conosciuto sua Santità Papa Francesco.
Al mattino siamo saliti sul mezzo che ci ha portati nella Città del Vaticano, abbiamo partecipato alla santa messa celebrata dal cardinale Parolin e poco dopo ci hanno portato nella struttura dove avremo conosciuto il Santo Padre.
In una stanza insieme con altri bambini e ragazzi di altre nazioni abbiamo saputo dall'assistente nazionale che la canzone del “CIAO” dell'AC piace molto al Papa così insieme abbiamo pensato di cantargliela… ma in tutte le lingue che siamo riusciti a imparare in quei pochi minuti. Ci siamo divertiti a trovare un modo per comunicare tra di noi e imparare ai ragazzi la canzone in Italiano, ma lo è stato altrettanto impararla in Rumeno e Spagnolo.
Eravamo felicissimi di fare questa sorpresa al Papa che sicuramente avrebbe gradito. Siamo usciti dalla stanza ed ecco uscire dall'ascensore il Santo Padre, subito abbiamo iniziato a cantare e lui ci ha trasmesso la sua felicità cantando insieme a noi! Ci ha stretto la mano chiedendoci i nostri nomi e ci siamo sentiti CIRCOndati di gioia. Continuando a cantare ci siamo avviati dietro al Papa e siamo entrati in una sala affollata di persone che esultavano, ognuno nella propria lingua.
Prima di iniziare il suo discorso il Santo Padre ha ascoltato le preghiere scritte da noi ragazzi raccolte in un libro preparato dagli educatori. Purtroppo il discorso del Papa era in Spagnolo e per noi è stato difficoltoso comprenderlo ma ascoltare la sua voce e stare seduti in prima fila ci ha fatto sentire molto felici.
Il Viaggio a Roma con L'Edr ha suscitato in noi molte emozioni:
La gioia perché abbiamo avuto la possibilità di incontrare Papa Francesco, la curiosità perché volevamo vedere com'era il Vaticano, il Papa, il centro nazionale del'AC, la paura di incontrare una persona importante come Sua Santità, la stanchezza dopo essere tornati a casa sfiniti per aver fatto tanti chilometri a piedi e la vocina registrata della metropolitana che diceva “prossima fermata Tiburtina” e molto altro ancora….Pero' infondo il viaggio con l'Edr a Roma lo ricorderemo per tutta la vita.
L'incontro con Papa Francesco ha suscitato in me molta gioia che poi potrò donare alle persone che ne hanno bisogno.
Luca Malatesta

Sono stata molto felice di leggere il libro con le preghiere al Papa. È stato emozionante essere portavoce di noi ragazzi. Questa giornata mi ha lasciato una grande gioia nel cuore. Dobbiamo essere missionari della vita di Gesù e diffondere il suo Vangelo. Ho capito che Papa Francesco ha molta fiducia in noi ragazzi.
Ilaria Tiberii





GIUBILEO D’ORO CON PAPA FRANCESCO


Il 3 Giugno scorso eravamo in 30mila a Roma, a festeggiare con il nostro amato Papa il “Giubileo d’oro” del Rinnovamento Carismatico cattolico, che in Italia ha assunto il nome di Rinnovamento dello spirito santo, a raccontare e vivere quello che lo spirito santo ha suscitato nella vita di milioni di persone in tutto il mondo. Ognuno di noi può dire con certezza di aver riscoperto la preghiera di lode e di ringraziamento, un rapporto più intimo con Dio, una preghiera che diventa colloquio con Lui, un amore profondo per la Parola, tutti aspetti che, come ci ricorda il Santo Padre, non appartengono solo al R.n.S. ma a tutta la Chiesa.
Tutto iniziò nell’università di Duquesne (USA) nel famoso week end 17-19 Febbraio 1967, quando alcuni studenti si riunirono per pregare e implorare lo Spirito Santo. E accadde come nel Cenacolo di Gerusalemme: sperimentarono una potente effusione dello S. S. che riempì i loro cuori del senso della presenza e della maestà di Dio, di una fiamma di amore che sprigionò in loro il desiderio di adorarlo, lodarlo, testimoniarlo, farlo conoscere e amare con lo stesso trasporto che provavano.
Invitarono nella cappella altri compagni, e pregarono: “Signore, quello che hai fatto per noi fallo anche a loro”. Il miracolo si ripeté, a a macchia d’olio si diffuse prima in America e poi in tutti i continenti.
Alle 12:30 siamo al Circo Massimo, sotto un sole sfavillante. Il colpo d’occhio è stupendo: un tripudio di colori, bandiere di diverse nazionalità che sventolano festose…. Sono presenti i rappresentanti di circa 30 paesi del mondo, non solo cattolici ma anche di altre chiese cristiane.
Nell’attesa di Papa Francesco sul palco si sono avvicendate le corali di alcuni paesi rappresentati, che ci hanno regalato un arricchimento anche musicale.
Il Santo Padre nel suo intervento ci ha ricordato che siamo “una corrente di grazia per tutta la chiesa” che per sua natura il rinnovamento Carismatico Cattolico nacque ecumenico, perché è lo Spirito santo che crea l’unità, e il medesimo Spirito Santo che diede l’ispirazione perché fosse così. Perciò è importante camminare e lavorare insieme non soltanto noi cattolici ma i cristiani delle diverse confessioni.
Ci suggerisce poi di rileggere gli scritti del cardinale Suenens, moderatore del Concilio Vaticano II e autore dei “Documenti di Malines” con i quali è stato dato Al RnS un orientamento teologico pastorale.
Lo spirito Santo, continua il Pontefice, ci unisce per annunciare l’amore del Padre per tutti i suoi figli, e la pace nel mondo è possibile se siamo in pace tra noi e se c’è pace nei cuori.
Padre Cantalamessa, storico sostenitore del Movimento nonché predicatore della Casa Pontificia, nel suo intervento ha sottolineato l’importanza di vivere in unione con tutta la Chiesa e con la cristianità. Infatti, continua, quanta parte delle divisioni tra cristiani è dovuta al segreto desiderio di sentirci, agli occhi di Dio, migliori di altri?
E’ essenziale, dice, “mettere al centro Dio”: solo cosi si realizza l’unità, mentre se mettiamo noi stessi al centro della nostra vita e dei nostri progetti, anche compiendo il bene, finiremo nella divisione come avvenne a Babele.
Pieni di gioia e di buoni propositi lasciamo il luogo di questo già storico incontro, desiderosi di fare della nostra vita tutto un incontro, con “Lui” e con chi Egli metterà sul nostro cammino.
GESU’ E’ IL SIGNORE, ALLELUJA! Questo è il saluto con cui tutti ci diciamo arrivederci.




LASCIAMO IL MONDO MIGLIORE DI COME L'ABBIAMO TROVATO

Ormai vedere dei ragazzi con le camicette azzurre è diventata una bella abitudine nella nostra parrocchia. Un'abitudine che, a noi della comunità capi, ci fa prendere ancor più coscienza di cosa può voler dire “lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato”.
“La realtà della Comunità Capi e del Gruppo Scout Giulianova 1 sono realtà VERE, aperte, che raccontano una storia di impegni e di scelte, sono prive di secondi fini o “inganni” perché si presentano così come sono. Proprio perché VERE sono realtà BUONE, che offrono uno sguardo positivo e gioioso sul mondo, perché testimoniano la possibilità di un cammino diverso che ci fa sperare positivamente. Per questo sono anche BELLE, perché è bello starci dentro, è bello contemplarle come testimonianza, come dono, come grazia offerta ad una comunità.” (Progetto Educativo di gruppo Giulianova 1, 2017-2020).
L'educazione che diamo ai nostri ragazzi mira a far diventare i nostri bambini degli uomini e donne pronti ad affrontare la società con tre punti fermi: la FEDE, cardine e fondamento del nostro servizio di capi educatori. Essa è alla base di tutto quello che facciamo e che testimoniamo e, detto con le parole dei ragazzi, “è possibile incontrare Dio solo se ci si muove, indipendentemente dall'ambito in cui ognuno di noi si trova, attraverso la strada e il servizio. La vita scout ci permette di sentirci Chiesa in modo originale” (Carta di Clan).
Il SERVIZIO, in quanto riteniamo che l'accoglienza dell'altro sia una priorità educativa in un contesto in cui sempre più si sottolineano le differenze e si rendono complicate le convivenze. Infine la SCELTA POLITICA, intesa come buona cittadinanza, nella quale il ragazzo impara a saper stabilire relazioni e rapporti negli ambienti di lavoro, nella scuola e nelle istituzioni locali, in modo da riuscire a maturare la cultura della solidarietà, della legalità e della responsabilità civica, per un'educazione sociale al bene comune.

Se davvero dobbiamo pensare a qualcuno che ha realmente cambiato il mondo che lo circondava, migliorandolo con la sua testimonianza, uno dei nomi che mi viene subito in mente è quello di Sergio Palazzi. Come altri uomini e donne Santi che hanno vissuto nella nostra parrocchia, Sergio, nella sua quotidianità, è stato un reale esempio di fede, attraverso la sua preghiera continua, il suo servizio scout, quello parrocchiale, che lo ha contraddistinto fino alla fine, e la sua dolcezza in famiglia come marito, padre e nonno amorevole.
Qualche giorno dopo la sua improvvisa scomparsa, una catechista mi disse: “Oggi nella lezione di catechismo ho parlato a lungo di Sergio…quando abbiamo dei Santi in parrocchia dobbiamo testimoniarli ai nostri ragazzi!”. Effettivamente il cristianesimo è questo: testimonianza quotidiana di Gesù, e Sergio incarnava totalmente questa realtà.
Quanto mancano i suoi messaggi o la telefonata che faceva, sempre alle 7:30 di mattina, a chi voleva bene nel giorno dell'onomastico e del compleanno, quanto manca quel simpatico e affettuoso saluto “Vieni qua, incoscie'!”, quanto manca incontrarlo in giro con i nipotini mentre li portava a fare una passeggiata o gli spiegava i nomi degli animali, mancano tanto anche le sue sgridate sullo stile scout a cui teneva tanto.
Ci manca tanto Sergio, ma allo stesso tempo siamo contenti di aver fatto con lui un bel pezzo di strada e siamo assolutamente sicuri che ci stia osservando e stia pregando per noi, consapevoli che adesso stia vivendo la vera Gioia, che ha coltivato per tutta la sua vita terrena.
Grazie Sergio, per aver lasciato il mondo e, in particolar modo, i ragazzi che hai accompagnato migliori di come li avevi trovati…
Grazie incoscie'!

Pierpaolo Cameli



PELLEGRINAGGIO A SAN GIOVANNI ROTONDO
del Gruppo di Preghiera Maria Santissima del Portosalvo di Giulianova.
5 giugno 2017

Via Crucis alla luce di Fatima.
Con Maria abbiamo ripercorso il cammino di Cristo verso il Calvario. Nella silenziosa riflessione delle varie stazioni sono risuonate nel cuore le premure di Maria e di San Pio verso l'umanità: la salvezza dei peccatori, la riparazione delle offese ai cuori di Gesù e di Maria. A Fatima Maria esortava i bambini a pregare, a dire molti Rosari per la conversione dei peccatori; a San Giovanni Rotondo San Pio da Pietralcina distribuiva la Misericordia di Dio nella dedizione senza sosta al ministero del Sacramento della confessione e nella premurosa formazione e guida dei Gruppi di Preghiera. La salvezza del mondo è il punto che unisce Fatima e S. Giovanni Rotondo. Dalla Madonna a Fatima e da San Pio a S.Giovanni Rotondo ci arrivano alcuni richiami estremamente importanti ed attuali per l'uomo di oggi. Il primo è un forte appello alla fede;  è la scelta di Dio come fondamento di ogni altra scelta. “Chi volete?” disse Pilato “Gesù o Barabba?”. Può capitare pure oggi dentro di noi e nella società di stare con Barabba e rifiutare Gesù: è l'idolatria. Dalla Madonna e da S. Pio viene anche un secondo appello alla conversione: perciò abbandonarsi alla Misericordia di Dio. Nella seconda apparizione dell'Angelo i tre pastorelli ricevettero questo messaggio: I cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi progetti di misericordia e voi offrirete continuamente preghiere e sacrifici. Così anche Gesù sulla Croce: “ Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Un terzo appello è alla pace. Pregare per la pace, diceva S.Giovanni Paolo II, significa pregare per la giustizia, per una migliore distribuzione dei beni della terra. Guardando Maria ai piedi della Croce anche la Chiesa la invoca come Regina della Pace, vittoriosa con Cristo sul peccato e sulla morte. Ascoltiamo un quarto appello che ci viene dalla Madonna di Fatima; l'appello è alla speranza. “Alla fine il mio cuore immacolato trionferà!”. Il Pellegrinaggio di San Pio ci riapre sempre il cuore alla speranza di una vita più buona, più cristiana, più giusta e più serena. Riflessione di un  pellegrino: l'invito iniziale suggeritoci dal nostro Parroco è stato “silenzio”. Silenzio esteriore ed interiore . Solo nel silenzio Gesù piò parlare al nostro cuore, solo nel silenzio possiamo pregarlo. Un raccoglimento profondo ha pervaso i nostri cuori, un amore grande per il Santo del Gargano ci ha riempito il cuore. Silenzio, ascolto, preghiera e S.Eucarestia. Poi visita nella Cripta al Corpo di Padre Pio: ognuno ha pregato in silenzio certo di essere ascoltato.
Con grande pace e serenità c'è stato il momento del pranzo, semplice ma assai conviviale. Nel pomeriggio visita ai luoghi in cui Padre Pio è vissuto; poi una preghiera insieme guidati dal nostro Parroco per ringraziare Dio di averci chiamati nella Sua Chiesa. Alle ore 17.00 siamo ripartiti ringraziando il Signore per averci regalato una giornata di preghiera  e di amore reciproco.
Grazie Padre Pio !


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