TESTIMONIANZA
DI UNA MAMMA DI UN MINISTRANTE
Quest'anno il gruppo di amici dei piccoli
ministranti si è arricchito di due nuovi ragazzi: Antonio e Alessandro. È bello
vedere come questa esperienza di servizio nella nostra parrocchia sia
attrattiva, affascini grandi e piccoli che già sono coinvolti o che non lo
sono. Guardando gli ultimi arrivati sorprendeva l'agio della loro presenza
(sembrava fossero lì da sempre perché senza imbarazzo) e l'entusiasmo, la
voglia di esserci coinvolgendosi nelle varie occasioni proposte durante l'anno.
Cos'è che attira al punto da chiedere di partecipare a questa esperienza? Cos'è
che attira chi già si è coinvolto al punto da rimanere fedele a questo servizio
nonostante mille fatiche? Questa la domanda che più volte mi è affiorata
quest'anno seguendo l'esperienza di mio figlio con questo gruppo di amici.
Un giorno dopo una celebrazione eucaristica
importante, dove la presenza dei ministranti sull'altare era numerosa, mio
figlio era stranamente rattristato. Allora gli domando cos'è che lo rendesse
così triste. “Sai mamma oggi al servizio eucaristico poiché ero seduto lontano
dall'altare Tommaso mi ha sconsigliato di andare a scambiare la pace con i
sacerdoti attraverso il consueto abbraccio.” Ed io “Bè, tutto qui.” Alla mia
superficialità lui mi ha risposto piangendo “Mamma tu non capisci,
quell'abbraccio è particolare. E io ne ho bisogno!”
Ecco cos'è che muove a richiedere di entrare in
questo servizio e cos'è che ne sostiene l'impegno di chi è coinvolto.
Consapevoli o no. Al fondo c'è il bisogno di essere voluti bene e la scoperta
che solo Gesù, la cui presenza continua misteriosamente nella Sua chiesa, ha
una tale passione per la nostra persona che non si ferma di fronte alla nostra
meschinità e mendica la nostra corrispondenza per donarci la sua felicità.
AMORIS LÆTITIA: UN PERCORSO PER IMPARARE AD AMARE
Anche quest'anno ci siamo ritrovati in tanti per i
cinque incontri di formazione (uno in avvento e quattro in quaresima) vissuti
insieme a Padre Carmine Terenzio e ancora una volta la traccia percorsa ci ha
portati ad approfondire l'annuncio di Papa Francesco, in particolare
nell'esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia.
I due “obiettivi” che il Santo Padre si è posto
promulgando l'esortazione nell'anno della Misericordia sono apparsi chiari e
ambiziosi: “Questa Esortazione acquista un significato speciale nel contesto di
questo Anno Giubilare della Misericordia. In primo luogo, perché la intendo
come una proposta per le famiglie cristiane, che le stimoli a stimare i doni
del matrimonio e della famiglia, e a mantenere un amore forte e pieno di valori
quali la generosità, l'impegno, la fedeltà e la pazienza. In secondo luogo,
perché si propone di incoraggiare tutti ad essere segni di misericordia e di
vicinanza lì dove la vita familiare non si realizza perfettamente o non si
svolge con pace e gioia” (Amoris Laetitia n.5).
Oltre alle preziose testimonianze di vita familiare
che abbiamo ascoltato, ci ha aiutati, nel cammino degli incontri quaresimali,
una lettura del recentissimo film di Martin Scorzese “Silence”.
Attraverso la proposta cinematografica abbiamo
potuto approfondire alcuni particolari aspetti; abbiamo gustato un volto di Dio
che ritroviamo descritto nell'Amoris Laetitia e che il rapporto dei missionari
protagonisti del film con la cultura orientale fa emergere con forza nella
pellicola americana.
Innanzi tutto un Dio che vive “con” e non “per”: la
tentazione di essere “funzionali” alla famiglia, dimenticando di condividere
una cammino di crescita che va fatto insieme, un percorso che si nutre anche di
tempo, di disponibilità, di presenza, di un “esserci” che pone come bene
irrinunciabile l'altro e la nostra relazione con lui.
In secondo luogo abbiamo riconosciuto un Dio
“madre” e non “padre”: le relazioni che si esprimono anche nella fragilità e
soprattutto nella capacità di morire per l'altro (l'”accolgo te” del rito
matrimoniale è esattamente questo, il mio “io” che muore a te). Nel vedere la
donna alla base, a fondamento della coppia cristiana abbiamo riflettuto su come
il dialogo, la capacità di mettersi nel punto di vista dell'altro siano un
presupposto imprescindibile per una famiglia “in cammino”.
Nel chiederci se in un cammino di fede si debba
avere una atteggiamento di “certezza” o di “abbandono”, abbiamo scoperto un
volto di Dio che sta con i peccatori, un Dio che si lascia calpestare per il
bene dei suoi figli, un Dio che entra nel peccato dell'altro e lo redime.
Il Silenzio (Silence) non è quindi mai il silenzio
di Dio. E' piuttosto la capacità di mettersi in relazione, di comprendersi, di
ascoltare l'altro, di capire che non c'è distinzione tra chi ha ragione o chi
ha torto, ma piuttosto tra chi ama e che non si abbandona all'amore.
“Infatti […] nessuna famiglia è una realtà perfetta
e confezionata una volta per sempre, ma richiede un graduale sviluppo della propria capacità di amare.
C'è una chiamata costante che proviene dalla comunione piena della Trinità,
dall'unione stupenda tra Cristo e la sua Chiesa, da quella bella comunità che è
la famiglia di Nazareth e dalla fraternità senza macchia che esiste tra i santi
del cielo. E tuttavia, contemplare la pienezza che non abbiamo ancora raggiunto
ci permette anche di relativizzare il cammino storico che stiamo facendo come
famiglie, per smettere di pretendere dalle relazioni interpersonali una
perfezione, una purezza di intenzioni e una coerenza che potremo trovare solo
nel Regno definitivo. Inoltre ci impedisce di giudicare con durezza coloro che
vivono in condizioni di grande fragilità. Tutti siamo chiamati a tenere viva la
tensione verso qualcosa che va oltre noi stessi e i nostri limiti, e ogni
famiglia deve vivere in questo stimolo costante. Camminiamo, famiglie,
continuiamo a camminare! Quello che ci viene promesso è sempre di più” (Amoris
Lætitia n.325).
Non possiamo non esprimere una gratitudine per gli
incontri che abbiamo vissuto: a Padre Carmine che ci ha guidati, a Don Ennio
che li ha voluti, ma anche reciprocamente a ciascuno di noi, ai tanti che sono
stati presenti. È un'esperienza di Chiesa, di popolo che cammina e si
interroga, di diversità che si confrontano, che ci lascia sempre uno stimolante
e piacevole senso di bellezza e speranza.
Grazie a tutti!
GRUPPO “GIOVANI CATECHISTI”
Siamo un gruppo di “Giovani Catechisti” che,
accompagnati da Don Luca, ha deciso di vivere un percorso di crescita personale
e comunitario. Ci incontriamo una volta a settimana per condividere il nostro
pensiero e le nostre idee e per instaurare momenti di confronto reciproco. La
conoscenza di sé è stata la tematica degli incontri di quest'anno, incontri
iniziati con la visione del film “Alice in Wonderland” che narra la fantastica
avventura di Alice in un regno immaginario in cui incontrerà e si scontrerà col
suo destino.
Incontro dopo incontro abbiamo avuto l'opportunità
di conoscerci meglio e frequentarci anche nel tempo libero collaborando in
attività impegnative, complesse ma anche divertenti e coinvolgenti. Molti sono
stati i momenti in cui le nostre esperienze di vita, sia positive che negative,
hanno rappresentato un punto di contatto comune tra tutti. Capita spesso di
vivere situazioni apparentemente diverse ma realmente simili. Senza dubbio
abbiamo potuto apprezzare l'importanza della condivisione e in questo, ma non
solo, la presenza di Don Luca è stata fondamentale: è bello sentirsi
accompagnati, sostenuti e consigliati nei momenti difficili e in questa realtà
non ci si può che sentire come in una grande famiglia.
CANTORI DELLA STELLA
Di Mara
Ormai a Giulianova è un evento atteso quello dei
Cantori della Stella, per i bambini che sono molto felici di portare la lieta
notizia, la gioia e i canti alle persone che incontrano nelle case; a volte si
incontrano anche persone anziane, malati o bambini meno fortunati che quando
sentono suonare i campanelli attendono con gioia il nostro arrivo per fare
festa insieme.
Quella dei Cantori della Stella è un'esperienza che
tocca ogni cuore, ogni anno in modo particolare per i bambini che rinnovano la
loro partecipazione, per i catechisti che vedono brillare gli occhi dei bimbi,
stanchi a fine giornata, ma felicissimi; e sentire l'amore, l'affetto che si
dona e si riceve dalle tante persone che si incontrano.
Vedere la partecipazione, l'impegno di bambini e
adulti, pregare insieme per il bellissimo messaggio che portano i bambini
" La Nascita di Gesù " , questo è una piccola parte di quello che ci
chiede di essere Gesù ogni giorno " Messaggeri della Sua Parola " ed
i Cantori della Stella realizzano ogni anno questo piccolo sogno.
GRUPPO DELLA PASTORALE FAMILIARE
Di Elisa Di Furia
Anche quest'anno, tra le realtà che rendono feconda
la parrocchia della Natività di Maria, è presente il gruppo della pastorale
familiare: coppie che si incontrano per approfondire la spiritualità coniugale
attraverso l'aiuto di don Ennio, che le guida con l'entusiasmo e il vigore che
lo contraddistingue.
L'attenzione principale è rivolta alla preparazione
dei fidanzati al matrimonio: è una sfida sempre nuova e sempre più impegnativa
perché i giovani devono confrontarsi con una realtà difficile. Dai media,
infatti, sono continuamente messi di fronte ad un messaggio negativo in cui
sembra emergere la disperazione per la mancanza di lavoro, l'impossibilità ad
acquistare una casa, la paura del “per sempre”, la rinuncia alla genitorialità
per la sfiducia nei confronti del futuro. La Chiesa, invece, definisce “beata
la famiglia che saprà sognare, perché donerà speranza a chi l'ha perduta” e
ancora “beata la famiglia che saprà osare, perché accompagnerà altre famiglie
in un percorso a volte doloroso”. Il Papa, inoltre, ci ha donato negli ultimi
anni due documenti che parlano della gioia: l'Evangelii Gaudium e l'Amoris
Lætitia e noi famiglie cristiane dobbiamo essere missionarie della gioia che ci
è stata donata: perciò è bello pregare insieme ad altre famiglie, ritrovarsi,
crescere nell'amicizia con Gesù, guardare il buono della vita, della Chiesa…
non dimentichiamo la Chiesa che è Madre e Maestra, che non è perfetta ma ci dà
Gesù. Frequentare e servire la parrocchia con i suoi sacerdoti ci fa scoprire
il valore e il significato della comunità e della fratellanza senza le quali
non è possibile vivere il sacramento del matrimonio come progetto di Dio.
A tutta la parrocchia, ma in modo speciale alle
famiglie, ai fidanzati e alle giovani coppie, sono stati proposti alcuni
incontri sull'Amoris Lætitia tenuti da padre Carmine e padre Attilio Terenzio,
francescani di Tagliacozzo che con il loro modo vivace e gioioso hanno reso le
serate liete oltre che interessanti. Conoscere e approfondire i documenti della
Chiesa come don Ennio e don Luca raccomandano, aiutano a farci sentire parte
viva della parrocchia, cristiani aperti ad un cammino di crescita sia
spirituale che di formazione.
Io ho scelto te
Nel silenzio della notte, io ho scelto
te.
Nello splendore del firmamento, io ho
scelto te.
Nell'incanto dell'aurora, io ho scelto
te.
Nelle bufere più tormentose, io ho scelto
te.
Nell'arsura più arida, io ho scelto te.
Nella buona e nella cattiva sorte, io ho
scelto te.
Nella gioia e nel dolore, io ho scelto
te.
Nel profondo del mio cuore, io ho scelto
te.
poesia di
Charles S. Lawrence
PROFESSIONE SOLENNE
Facendo sue le parole di un tradizionale poema:
“Ecco, già vedo Colui che ho desiderato,
già possiedo Colui che ho aspettato,
la sua vita già è unita alla mia!
Sono sposata al Figlio dell'eterno Padre,
nato dalla Vergine Madre, Salvatore del mondo.
Lui è lo stesso al quale gli angeli servono,
la cui bellezza il sole e la luna contemplano.
A Lui solo mia affido,
a Lui mi consegno totalmente!
Ti professo mio Signore con le labbra e con il
cuore
e con tutte le mie forze ti desidero!
…
Tu sei e sarai sempre il mio Diletto; costantemente
e per sempre ti custodirò nel mio cuore,
o Dolcissimo e Amabilissimo Gesù!
Hai messo un sigillo sul mio petto
per bruciare il mio cuore con il tuo santo
amore!...
Eccomi, sono tua per sempre o Bambino Gesù!
Suor Maria Hieda Regina, il 27 dicembre 2016, ha
pronunciato il suo sì definitivo unendosi al suo diletto sposo Gesù con i voti
di Castità, Povertà e Obbedienza per tutta la vita; promettendo fedeltà alla
sua vocazione secondo la Regola di Santo Agostino e affidandosi con tutto il
cuore alla Congregazione delle Suore Oblate del Bambino Gesù per vivere nella
perfetta carità al servizio di Dio e della Chiesa.
Preghiamo per questa nostra consorella perché viva
con fedeltà e gioia la sua vocazione religiosa.
“LA DANZA NEL MONDO”
SPETTACOLO FINE ANNO
SCUOLA DELL'INFANZIA BAMBIN GESÙ
Viaggiare per esplorare il mondo porta a conoscere
non solo posti meravigliosi, ma anche usi e costumi molto diversi dai nostri.
Tra le tradizioni di un popolo non può certo mancare la musica con il suo
ritmo. Ed è la musica che da sempre coinvolge le persone in tantissime danze
che si sono tramandate negli anni fino a diventare patrimonio culturale dei
popoli.
La danza accomuna, rende partecipe. Santo Agostino
lodava la danza perché “libera l'uomo dalla pesantezza delle cose e lega
l'individuo alla comunità”.
È sicuramente il messaggio che hanno voluto dare i
bambini della Scuola dell'Infanzia Bambin Gesù di Giulianova presentando il
giorno 09 giugno nel salone Parrocchiale della Chiesa di San Pietro “La danza
nel mondo”. Lo spettacolo è stato scritto e ideato dalla prof Ketty Masci e
realizzato in collaborazione con le insegnanti e le suore della scuola stessa.
Dall'Africa con la danza degli uomini Masai al
Brasile con il Frevo, dall'America con il Country alla Cina con la danza del
Drago, dal Sirtaki Greco alla Tarantella Italiana, tante danze, tante
tradizioni ma un solo mondo creato da Dio con i suoi abitanti che scoprono la
gioia anche attraverso i movimenti del corpo.
E nello spettacolo nessuno è stato semplice
spettatore; com'è nello spirito della scuola non poteva certo mancare il
coinvolgimento del pubblico: genitori, nonni, tutti pronti a battere le mani, a
cantare e a ballare insieme a quei piccoli bambini. Non un palcoscenico, ma
un'unica famiglia in un'unica comunità.
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