NELLA LUCE DI CRISTO VOGLIO CHE SIA TUTTA LA MIA VITA.
Una storia di amicizia quella che
voglio raccontarvi in questo articolo. Eliana ed io ci conosciamo da più di
trent’anni grazie ad un percorso spirituale intrapreso tanti anni fa. Lei è una
persona speciale, discreta e vera. Ho conosciuto la sua famiglia: il maestro Marcone,
amante della storia, la dolcissima mamma Annamaria sempre sorridente e
accogliente e il piccolo Franco che
nel 2011, dopo una breve malattia è scomparso. Ho ben impressa nella mia mente
preziosi ricordi: i suoi tavolini improvvisati ad altari, la sua risata dolce e
illuminante e il suo umorismo compassato. Non mi stupì quando nel 2001 prese
gli ordini e rimasi colpita dalla sua dedizione totale verso i parrocchiani, in
particolare quelli di Abete Mozzo a cui lui era particolarmente legato ed
affezionato. Magnifico il rapporto con i suoi studenti che lo ammiravano, per
non parlare del suo sorprendente interesse
per lo studio. Amore tangibile, agape puro. Da piccolo amava giocare e
trascorrere il tempo spensierato della fanciullezza in compagnia di nonna Lidia,
in una casa che si trova vicina alla sua abitazione. Ecco, proprio quella casa
dei nonni materni è stata donata dalla madre nel 2016 alla diocesi di
Teramo-Atri ponendo la condizione che l’abitazione potesse diventare luogo di
accoglienza per i poveri, in risposta ai continui appelli del Papa ad ospitare
affamati, indigenti e stranieri.
Il 7 luglio scorso, con grande felicità
da parte dei familiari, si è inaugurata la casa diocesana “In lumine Stellæ” divenuta sede del centro di
accoglienza “Dono di Maria” che da tempo si occupa dei bisognosi. La stanza principale è dedicata alla
memoria di don Franco: alcune fotografie descrivono la sua vita e all’interno
di due espositori, sono contenuti oggetti che tratteggiano il suo cammino
spirituale; frontalmente all’ingresso campeggia la scritta IN LUMINE STELLÆ al
di sopra di una mensola adibita a piccolo altare. La cura della stanza, come di
tutto il progetto di ristrutturazione, è stato affidato allo studio di
architettura Tarea – Calvarese. Intervenuto all’inaugurazione l’Arch. Emidio
Calvarese così spiega le motivazioni del loro operato: “Quando mi è stato
affidato questo incarico ho pensato alla grande amicizia che mi legava a Franco
e ai progetti che, insieme, volevamo realizzare; ciò che lo contraddistingueva
era la passione per gli studi e la sua forza religiosa e così ho concepito la
stanza come luogo di preghiera e di studio. Non volevo fosse considerato un
sacrario, ma una casa aperta a tutti e
per tutti. Per quanto riguarda la scritta che impera al centro, su una parete
essa è stata dipinta (e non applicata) a mo’ di pittura rupestre, per ricordare
l’origine primigenia fatta da Don Franco che la notò all’interno di una catacomba.” Tanta gente era
presente all’inaugurazione a testimonianza del l’affetto sincero e profondo che
ognuno prova per Don Franco.
La mia vita è costellata da segni tangibili
della presenza di Cristo e la famiglia Marcone è un dono enorme che mi è stato
fatto: il piccolo Franco è stato un grande uomo che davvero, nella luce di
Cristo, ha consacrato tutta la sua
vita.
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