COSA REGGE L’URTO DEL TEMPO?
di Claudio Lo Sterzo - Comunione e Liberazione
Due
situazioni, entrambe estremamente forti, di quelle in grado di mettere alla
prova cosa realmente tiene di fronte al dramma dell’esistenza e di sfidare fino
in fondo la ragionevolezza della fede, mi hanno fatto pensare a cosa è in grado
di sostenere la persona nelle vicissitudini cruciali della vita.
La
testimonianza di un carcerato che ha visto rifiorire la propria vita, quando
sembrava essere precipitata in un abisso senza fondo e la prova della malattia,
specie nella carne innocente dei piccoli.
Un
detenuto recluso nel circuito di “alta sicurezza”, per reati particolarmente
gravi, grazie ad un volontario che regolarmente visitava i carcerati entra in
contatto epistolare con una suora di clausura. Pian piano si apre e riscopre la
fede, fino ad allora sepolta sotto le macerie di una vita disordinata: “Abbiamo iniziato a scriverci e con l’amore
che mi trasmetteva, è riuscita a farmi riscoprire veramente la possibilità di
una risposta al mio desiderio di ricominciare una nuova vita. Nelle sue
lettere, piene sempre di amore e speranza mi scriveva: “dove sei ora forse è il
punto di arrivo del tuo passato, fa che diventi il punto di partenza per il tuo
futuro”.
E la risposta di Dio arriva sempre.
Si manifesta nella figura di Gesù, che
diventa il compagno di cella e ti visita con le persone che Lui permette di
conoscere. A partire dalla fraterna amicizia con il mio compagno di cella con
cui siamo stati come dei fratelli. Abbiamo condiviso tutto, dai momenti di
dolore agli sprazzi di gioia, ricoprendoci di attenzioni e di cure, come pulire
per primo per non fare stancare l’altro, oppure cucinare pietanze più gradite a
lui, oppure rinunciare all’ultimo yogurt, facendo finta di non volerlo per
cederlo all’altro, con la felicità nascosta che si prova quando si dona
qualcosa.
Poi entrambi ci siamo iscritti
all’università, e dato che non potevamo frequentare, un professore veniva a
trovarci in carcere. Per me e lui è stata una manna dal cielo. Il professore ci
curava per tutto il materiale didattico necessario con l’università, ci dava
anche delle lezioni.
Ma non avevamo ancora compreso bene il
dono tanto prezioso quanto raro che attraverso lui Dio ci aveva fatto. Tutte le
settimane ci faceva visita in carcere, lo aspettavamo con la stessa emozione ed
impazienza come se arrivasse un familiare. È entrato nei nostri cuori piano come
per non disturbare, con educazione, sobrietà, umiltà, saggezza. All’inizio ci
guardava con un’espressione di stupore e di dolore per le nostre debolezze e le
nostre sofferenze, ma pian piano siamo entrati nel suo cuore, di certo
provocandogli angoscia, ma di sicuro, avrà sentito con la stessa intensità,
l’affetto, oserei dire l’amore, che sentivamo e sentiamo ancora di più oggi per
lui.
A volte, raramente, non veniva, ed era
una “tragedia”, specie se avevamo preparato qualche dolce da fargli assaggiare,
si perché avevamo capito che per venire da noi non faceva in tempo a pranzare. Eravamo
certi di aver trovato un fratello.
Dire oggi cosa regge l’urto del tempo,
è semplice, è accorgersi della fedeltà di Dio alle nostre povere vite. Fedeltà
che si manifesta attraverso questi incontri, la suora, il mio compagno di
cella, il professore. Per la mia laurea il professore mi ha regalato un libro
con questa dedica: ”a te, tanto inatteso quanto caro amico, che mi hai
insegnato come può rifiorire una speranza anche dove e quando nulla sembrava
possibile”.
È vero, noi ci abbiamo messo la
volontà di studiare, ma chi è veramente riuscito a farci sperare dove spesso il
diritto alla speranza viene negato è stato lui, segno fragile ma potente che
Dio non ci aveva dimenticato nel profondo del carcere e nell’abisso dei nostri
errori.
In
questo periodo la nostra compagnia è segnata da tante situazioni di prova per
amici e loro famigliari che devono affrontare la dolorosa croce della malattia,
anche di bimbi per i quali tali prove sembrano particolarmente strazianti e
ingiuste. Una mamma ha scritto: “... siamo
in mani così buone con voi … che nulla sembrerebbe più desiderabile e adeguato
che la vostra compagnia per noi! Lodo il Signore e ringrazio la Madonna per
questa vostra gratuita, commuovente e fedelissima presenza, segno tangibile che
Gesù ci ama veramente ed abita in mezzo a noi …”.
Ed
un’altra mamma scrive: “… In questi
giorni in cui la sofferenza di nostra figlia ci lacera il cuore ci accorgiamo
di non essere abbattuti ma di essere in piedi e di camminare attraverso il
dolore perché siamo oggetto di vera carità cristiana.
Nel chiedere la grazia della sua
guarigione, imploriamo un'affezione sempre più grande a Gesù, perché tutti gli
uomini abbiano ad imbattersi in una umanità divina …”.
La certezza di questa fedeltà di Cristo alle nostre vite, non ci risparmia il suo stesso sacrificio sulla croce, ma con Lui questo sacrificio diventa la porta della speranza.
GIOVANISSIMI AC – 15/18
ANNI
Di Erika, Alessia e
Gloria
Anche quest’anno è stato un anno pieno di novità, insegnamenti ed emozioni
in cui ci siamo sentiti parte di una famiglia. Siamo riusciti a crescere e a
vivere concretamente l’esperienza di affidare la nostra vita a Dio anche se con
i ritmi frenetici delle nostre giornate di adolescenti abbiamo faticato un
pochino, ma con la buona volontà ed il desiderio ci siamo riusciti.
Molti i venerdì sera passati insieme, tra risate, mangiate, attimi di
serietà, riflessioni e preghiera. Dopo un anno di cammino in cui ci siamo
interrogati su alcune tematiche molto importanti per noi adolescenti, come la
scelta, gli stati d'ansia, il coraggio di avere coraggio, ci prepariamo
all'avvenimento più divertente, formativo e bello dell'anno: il campo scuola.
Noi tutti, chi in un modo, chi in un altro, avevamo già fatto esperienze
simili a quella del campo dell’azione cattolica, ma mai nessuna ci ha fatto
provare delle sensazioni simili. All’inizio avevamo paura, paura di non far
amicizia con i ragazzi delle altre parrocchie e di non trovarci bene. Invece
abbiamo conosciuto persone che proprio come noi avevano gli stessi timori e che
in poco tempo sono diventate molto importanti e siamo riusciti ad abbattere il
nostro muro di insicurezza e chiusura e a far entrare queste persone nella
nostra vita. È un’esperienza unica da fare, è come se avessimo incontrato
un’altra FAMIGLIA. Si,
è questa la parola-chiave che vogliamo dare al campo dell’Azione
Cattolica, dove nessuno viene lasciato indietro, dove ti senti bene sia con gli
altri che con te stesso. Ringraziamo Dio per averci dato l’opportunità di
partecipare così da farci sentire più vicini a lui anche divertendoci.
Vogliamo lasciarvi con questa nostra riflessione: durante la sua vita
terrena Gesù è stato sempre circondato da amici: gli apostoli,Marta e Maria,
Lazzaro e molti altri che l'hanno conosciuto.
In particolare Gesù ha stretto un' amicizia speciale con Giacomo Giovanni e Pietro ed è proprio attraverso di loro che ci ha trasmesso il vero valore dell'amicizia, un valore che noi ragazzi dell'Azione Cattolica vogliamo capire in tutta la sua complessità e che vogliamo applicare, con i coetanei del nostro gruppo, ma anche e soprattutto con tutte le persone che ci circondano.
IL VALORE EDUCATIVO DELL’AGESCI: “FARE LA FELICITÀ
DEGLI ALTRI”
di Nadia diodati
“L’uomo non può vivere senza speranza
e l’educazione è generatrice di speranza..
L’educazione è un far nascere, è un
far crescere, si colloca nella dinamica del dare la vita.
E la vita che nasce è la sorgente più
zampillante di speranza; una vita tesa alla ricerca del bello,
del buono, del vero e della comunione
con gli altri per una crescita comune.”
Papa Francesco
Lo scorso anno abbiamo sperimentato la
fatica e la fecondità del cammino del discernimento che ci sta rendendo
consapevoli di chi siamo e dove stiamo andando e che ci aiuta ad orientarci
nelle scelte della nostra vita.
I capi che continuano a percorrere la
strada del discernimento ci raccontano di una fatica, quella di caricare lo
zaino sulle spalle e fare strada, quella di accogliere una sfida sollecitata
dallo Spirito Santo. Tale percorso ci ha permesso di maturare uno stile col
quale trasformare il nostro essere nel mondo.
Esserci fermati a discernere ha
significato prendersi il tempo per riflettere e non sempre ha prodotto risposte
in tempi rapidi ma certamente ci ha permesso di agire non con la velocità e le
modalità a cui la quotidianità ci ha abituati.
Sicuramente i capi, nelle loro
comunità, attraverso tali riflessioni hanno affinato la loro scelta di
servizio; la comunità capi infatti è testimone della bellezza dell’essere capo
perché garante di un servizio che richiede non tempo libero ma tempo liberato.
Un servizio che non è rinuncia ma pienezza perché essere capo significa donarsi
con amore ai ragazzi ed accompagnarli nella loro crescita, poiché educare è
testimonianza di una felicità.
Oggi sempre più sentiamo che la
motivazione che spinge il nostro agire è vedere la gioia negli occhi dei
ragazzi, ridere e giocare con loro, rallegrarsi delle loro piccole e grandi
conquiste.
Educare è la nostra vocazione che
richiede tempo, pazienza, costanza e cura; un tempo fecondo poiché davanti a
noi c’è quanto di più bello il Signore ci ha affidato: dei ragazzi da far
crescere felici per essere buoni cittadini nel mondo.
Un mondo costruito da giovani che
sappiano agire con coraggio nelle relazioni con gli altri e per gli altri e che
sappiano “fare nuove tutte le cose” con la volontà di cogliere tutte le
contraddizioni e le speranze dell’umanità.
Essere accolti così come siamo, con i
nostri difetti, qualità, limiti, specificità e differenze; questo è quello che
facciamo con ogni ragazzo che bussa alla porta della nostra sede.
Tale è il nostro stile. Lo stesso
Patto associativo dell’Agesci afferma che il valore educativo del servizio conduce
l’uomo a realizzarsi per “fare la felicità degli altri”; è lo stile di
attenzione agli altri che ci caratterizza, proprio in questo mondo in cui
prevale la paura del diverso, per lo straniero, accusato di portarci via ciò
che è nostro: i nostri spazi, i nostri diritti, il nostro benessere.
A questo siamo chiamati: incoraggiare
i ragazzi a diventare un popolo di buoni cittadini e buoni cristiani che non
hanno smarrito le loro radici, che non hanno timore di condividere i valori,
che non si preoccupano di manifestare le idee e non temono il confronto ma che
operano nel territorio, si sporcano le mani e aprono i loro cuori.
Ci affidiamo a Maria, donna dell’Accoglienza, che ci guiderà nel percorso di fede e preghiera nell’approfondire la relazione con Dio e con gli altri; colei che ha saputo dire:” Eccomi, sono la serva del Signore!”
LAVORARE INSIEME PER SERVIRE MEGLIO
di Francesca Maria ALESSI
L’associazione Avulss ( associazione di volontariato nelle unità
locali socio sanitarie) è presenta a Giulianova ormai da molti anni, si compone
di volontari che hanno deciso liberamente e gratuitamente di mettere a
disposizione dei fratelli malati e
anziani parte del loro tempo. Il nostro
servizio si svolge in modo organizzato : con impegno , serietà e
professionalità animati dai valori del rispetto della persona umana , della
gratuità di servizio e della solidarietà.
L’AVULSS
è una associazione di volontariato aperta a tutti, libera , autonoma ,apartitica
,laica di ispirazione cristiana che svolge un servizio alla persona in
difficoltà, difendendone e promuovendone
la dignità e il valore nelle realtà sociali e sanitarie del territorio , nella
totale gratuità con specifica e
adeguata formazione di base e permanente. Nella nostra associazione il servizio può essere di molteplice natura,
ma noi tutti, prima di ogni cosa, crediamo indispensabile collocare la persona
al centro dei nostri obiettivi, costruire ponti relazionali, presenze amiche
discrete che divengono momenti di autentico valore terapeutico.
Per meglio conoscerci riportiamo una parte della “Carta” del
Volontario AVULSS
“
E’ uno che, con la sua presenza ed il suo
servizio umile, costante , qualificato gratuito, testimonia la sua fede nel
valore dell’uomo, della vita, della salute e nel senso umano e cristiano della
malattia, della sofferenza e della stessa morte.
E’ uno che non si esaurisce nel “fare” non è un dispensatore di
cose, ma un donatore di “essere”; è un esperto in umanità, è una Persona sempre
più capace di vivere insieme, di stare accanto ad altre persone, uno che si
preoccupa di crescere inumanità, per comunicare umanità”.
Il
Volontario AVULSS deve impegnarsi a formarsi una personalità ricca, capace di
ascolto, di dialogo, di intervento discreto, a tempo e luogo.
Il servizio dei volontari acquista
valore anche se viene supportato da una
corretta organizzazione che è compito dei responsabili della associazione. Per questi motivi e per ottenere risultati sono
fondamentali: la formazione permanente che rafforza la professionalità, il
coordinamento ,la verifica , il confronto, la comunicazione e la condivisione.
L’associazione qui a Giulianova conta sulla disponibilità e l’amore di 47
volontarie che operano in ospedale nei reparti di chirurgia- ortopedia e
medicina- geriatria , e nella R.S.A. Cristal . Le volontarie si occupano di
mettere in atto un servizio di ascolto e vicinanza al malato e all’anziano ,
rendendo possibili quelle attenzioni e quell’ umanità richiesta dai tanti
pazienti delle strutture sanitarie . L’associazione è attiva su tutto il
territorio italiano da ormai 40 anni , in particolare a Giulianova ,ricorreranno nel mese di
Novembre i 30 anni dalla sua fondazione per la quale ci troviamo oggi
nuovamente a ringraziare Don Ennio che , con tanto amore ed interesse , si è
prodigato per la nascita e la crescita di questa associazione sul nostro
territorio.
Ci piace concludere con una preghiera, a il nostro servizio sia
sempre guidato dallo spirito di amore che il signore ci dona.
“Solo Dio può dare la fede,
ma tu puoi offrire la
tua testimonianza.
Solo Dio può dare la
speranza,
ma tu puoi dare
fiducia ai tuoi fratelli.
Solo Dio può dare
l'amore,
ma tu puoi insegnare
agli altri ad amare.
Solo Dio può dare la
pace,
ma tu puoi creare
l'unione.
Solo Dio può dare
forza,
ma tu puoi sostenere
uno scoraggiato.
Solo Dio è la via,
ma tu puoi dare agli
altri il gusto di vivere.
Solo Dio può dare la
luce,
ma tu puoi farla
brillare agli occhi di tutti.
Solo Dio può fare
l'impossibile,
ma tu puoi fare il
possibile.”
MADRE TERESA
Quest'anno c'è una novità: il
Gruppo di P. Pio è stato ricostituito ufficialmente, sotto la guida spirituale
di Don Luca Torresi, il nostro nuovo parroco e dell'animatrice Anna Amicizia.
Eccoci di nuovo a S. Giovanni
Rotondo, il 3 Giugno: è una bellissima giornata di sole, nemmeno tanto calda.
Si procede silenziosamente dietro
la croce che si alterna con i vari componenti del gruppo: una preghiera, un
caro ricordo di don Ennio ed una profonda riflessione, "Gesù inchiodato alla croce". Anche
noi ci sentiamo spesso inchiodati alle nostre croci: persone spiacevoli,
situazioni dolorose, vicende spesso drammatiche della vita... La speranza però
nel Cristo risorto ci dà nuovo vigore per continuare ed arrivare in... cima.
È stato un bellissimo
pellegrinaggio con tanti partecipanti.
Per don Luca era la prima volta ma
ha saputo guidarci con maestria e, con tanta semplicità, ci ha illustrato tutti
i mosaici di Rupnik presenti nella tomba di P. Pio. Appena giunti, abbiamo
rivolto accorate preghiere al caro Padre e lo abbiamo implorato di proteggerci
e guidarci in questo speciale cammino di conversione.
CARTA D'IDENTITÀ DEI CURSILLOS DI CRISTIANITÀ
1 – Origine storica
I Cursillos di Cristianità sono
nati in Spagna, con esattezza a Palma di Mallorca, negli anni '40 del secolo
scorso, ad opera di alcuni giovani, che si sforzavano di trovare un metodo per
ridare vigore a cristiani divenuti troppo “tiepidi” e già in preda ai primi
segni del secolarismo.
I Cursillos sono nati “non per
formare uomini di Chiesa, ma una Chiesa di uomini”, ossia degli uomini che,
avendo preso coscienza del proprio Battesimo, sappiano impregnare dello spirito
evangelico gli ambienti di questo mondo, dove spesso Dio è sconosciuto. In questo senso quelli che hanno vissuto
l'esperienza del Cursillo sono chiamati a vivere non tanto “all'ombra del campanile”, quanto piuttosto a
contatto diretto con le realtà del
mondo, per testimoniare in esse la forza del Vangelo e la gioia di essere
cristiani.
2 – Definizione
“Il Movimento dei Cursillos di
Cristianità è un Movimento di Chiesa
che, mediante un metodo proprio, rende possibile la 'vivenza'
e la 'convivenza' del
'fondamentale cristiano'.
Aiuta la singola persona a scoprire e a riscoprire
la propria vocazione personale e promuovere la creazione di gruppi di cristiani
che fermentino di vangelo gli ambienti”.
(“Idee Fondamentali dei Cursillos di
Cristianità n. 74)
Da questa definizione si evince
che i Cursillos di Cristianità:
a) sono un Movimento, ossia una
realtà agile, che cerca di vivere in modo dinamico la missione stessa della
Chiesa. A questo scopo ha una sua organizzazione interna, portata avanti da
responsabili che liberamente scelgono di far parte dell'omonima Associazione.
b) Sono un Movimento di Chiesa,
ossia appartengono pienamente alla Chiesa e vivono secondo tutti i criteri
indicati dal Magistero per dirsi Movimento ecclesiale, (cfr.: “Christifideles laici” n. 34)
c) Hanno un metodo
proprio, che consiste in un “piccolo corso” (Cursillo) di tre giorni,
durante i quali viene presentato ciò che è fondamentale nel Cristianesimo, e
cioè Cristo, la Chiesa, la vita in grazia.
Tale presentazione viene fatta non soltanto in modo dottrinale, ma
soprattutto attraverso la narrazione di “esperienze di vita” (vivenze) che
vogliono stimolare la conoscenza di un Cristo “vivo” e condurre ad una vita cristiana autentica,
condotta dalla singola persona (vivenza)
in un contesto comunitario (convivenza).
d) La prima finalità che i
Cursillos perseguono è la scoperta della propria vocazione personale.
In altri termini è la scoperta o ri-scoperta del proprio Battesimo, nel
quale si radica ogni singola vocazione personale.
e) La seconda finalità è la
creazione di gruppi di cristiani che fermentino di Vangelo gli ambienti.
Coloro i quali, attraverso il
Cursillo hanno preso consapevolezza del proprio essere cristiani e figli amati
da Dio, si impegnano a creare, negli ambienti in cui ordinariamente vivono, dei
gruppi che approfondiscano e vivano il Vangelo.
Ciò significa che il
Movimento dei Cursillos,
Dal punto di vista pastorale, si
considera essenzialmente un Movimento di evangelizzazione. Esso si colloca infatti nell'ambito della
pastorale profetica della Chiesa, ed in particolare della pastorale
“kerygmatica” o del
“primo annuncio”.
3 – Metodo
Concretamente le finalità dei Cursillos vengono raggiunte attraverso
tre fasi:
il
pre-Cursillo, il Cursillo
e il post-Cursillo.
1) il pre-Cursillo consiste nella
preparazione di coloro che sono chiamati a partecipare al Corso di cristianità.
Anzitutto si individuano gli ambienti che hanno maggiore bisogno di essere
evangelizzati. In essi si cerca di
capire quali sono le persone più
“influenti” i leaders, le “vertebre”, coloro cioè che appaiono in grado
di trascinare gli altri al bene. Costoro
vengono avvicinati da quelli che hanno già vissuto l'esperienza del Cursillo, i
quali si sforzano di farli diventare loro amici, con lo scopo di farli poi “amici
di Cristo”.
2) Le persone così selezionate
partecipano al Cursillo, che è un'esperienza spirituale breve, ma molto
intensa, durante la quale un'equipe di sacerdoti e laici presenta le verità
fondamentali del Cristianesimo, arricchendole con la propria testimonianza
personale di vita. Durante i tre giorni
del “piccolo corso” tantissime persone, sia all'interno che all'esterno del
Movimento, offrono al Signore delle Intendenze, ossia preghiere e sacrifici per
implorare la conversione dei partecipanti al Cursillo.
3) Nel post-Cursillo la
perseveranza della vita di grazia viene assicurata, oltre che da una intensa
vita sacramentale e di preghiera, dall'incontro settimanale dei corsisti,
denominato Ultreya, In quest'incontro gioioso e fraterno si condivide la
propria esperienza di vita cristiana e si riflette su di essa alla luce della
Parola di Dio. Si sperimenta anche la vita di gruppo, allo scopo di programmare
ed attuare insieme le azioni apostoliche di evangelizzazione e, soprattutto, la
formazione di “gruppi di evangelizzazione” nei vari ambienti.
Coloro che vogliono impegnarsi
all' interno del Movimento come Responsabili fanno la scelta di aderire all'Associazione “Cursillos di Cristianità in Italia”, il cui Statuto è stato
approvato dalla Conferenza Episcopale Italiana nel 1999. Costoro prendono parte
agli incontri periodici della Scuola
Responsabili, nei quali si approfondiscono alcuni temi dottrinali e il metodo
dei Cursillos. Per rendere più agevole
il lavoro dei responsabili vengono formati, all'interno della Scuola, dei Gruppi Operativi, ciascuno dei quali ha un
suo compito specifico: pre-cursillo, post-cursillo, segreteria, intendenze,
materiale e finanze, ecc.
4 – Presenza del Movimento in Italia
Il primo Cursillo tenutosi
ufficialmente in Italia è quello della Diocesi di fermo del 1963. Da allora il Movimento si è propagato in
tutto il paese, ed oggi e presente in 89 Diocesi, mentre se ne sta curando il
“lancio” in diverse altre Diocesi.
Si calcola che oltre 350.000 persone in Italia abbiano
fatto finora l'esperienza del Cursillo di Cristianità. Nella Provincia di
Teramo, ad oggi, sono oltre 3.000 persone.
I risultati pastorali sono dovunque eccellenti,
tanto da suscitare in tanti Vescovi e Sacerdoti un caloroso sostegno a
questo “strumento” di evangelizzazione, che vuole porsi con
semplicità al servizio del Signore e della sua Chiesa.
Commenti
Posta un commento