giovedì 25 luglio 2019

COSA REGGE L’URTO DEL TEMPO?
di Claudio Lo Sterzo - Comunione e Liberazione


Due situazioni, entrambe estremamente forti, di quelle in grado di mettere alla prova cosa realmente tiene di fronte al dramma dell’esistenza e di sfidare fino in fondo la ragionevolezza della fede, mi hanno fatto pensare a cosa è in grado di sostenere la persona nelle vicissitudini cruciali della vita.
La testimonianza di un carcerato che ha visto rifiorire la propria vita, quando sembrava essere precipitata in un abisso senza fondo e la prova della malattia, specie nella carne innocente dei piccoli.
Un detenuto recluso nel circuito di “alta sicurezza”, per reati particolarmente gravi, grazie ad un volontario che regolarmente visitava i carcerati entra in contatto epistolare con una suora di clausura. Pian piano si apre e riscopre la fede, fino ad allora sepolta sotto le macerie di una vita disordinata: “Abbiamo iniziato a scriverci e con l’amore che mi trasmetteva, è riuscita a farmi riscoprire veramente la possibilità di una risposta al mio desiderio di ricominciare una nuova vita. Nelle sue lettere, piene sempre di amore e speranza mi scriveva: “dove sei ora forse è il punto di arrivo del tuo passato, fa che diventi il punto di partenza per il tuo futuro”.
E la risposta di Dio arriva sempre.
Si manifesta nella figura di Gesù, che diventa il compagno di cella e ti visita con le persone che Lui permette di conoscere. A partire dalla fraterna amicizia con il mio compagno di cella con cui siamo stati come dei fratelli. Abbiamo condiviso tutto, dai momenti di dolore agli sprazzi di gioia, ricoprendoci di attenzioni e di cure, come pulire per primo per non fare stancare l’altro, oppure cucinare pietanze più gradite a lui, oppure rinunciare all’ultimo yogurt, facendo finta di non volerlo per cederlo all’altro, con la felicità nascosta che si prova quando si dona qualcosa.
Poi entrambi ci siamo iscritti all’università, e dato che non potevamo frequentare, un professore veniva a trovarci in carcere. Per me e lui è stata una manna dal cielo. Il professore ci curava per tutto il materiale didattico necessario con l’università, ci dava anche delle lezioni.
Ma non avevamo ancora compreso bene il dono tanto prezioso quanto raro che attraverso lui Dio ci aveva fatto. Tutte le settimane ci faceva visita in carcere, lo aspettavamo con la stessa emozione ed impazienza come se arrivasse un familiare. È entrato nei nostri cuori piano come per non disturbare, con educazione, sobrietà, umiltà, saggezza. All’inizio ci guardava con un’espressione di stupore e di dolore per le nostre debolezze e le nostre sofferenze, ma pian piano siamo entrati nel suo cuore, di certo provocandogli angoscia, ma di sicuro, avrà sentito con la stessa intensità, l’affetto, oserei dire l’amore, che sentivamo e sentiamo ancora di più oggi per lui.
A volte, raramente, non veniva, ed era una “tragedia”, specie se avevamo preparato qualche dolce da fargli assaggiare, si perché avevamo capito che per venire da noi non faceva in tempo a pranzare. Eravamo certi di aver trovato un fratello.
Dire oggi cosa regge l’urto del tempo, è semplice, è accorgersi della fedeltà di Dio alle nostre povere vite. Fedeltà che si manifesta attraverso questi incontri, la suora, il mio compagno di cella, il professore. Per la mia laurea il professore mi ha regalato un libro con questa dedica: ”a te, tanto inatteso quanto caro amico, che mi hai insegnato come può rifiorire una speranza anche dove e quando nulla sembrava possibile”.
È vero, noi ci abbiamo messo la volontà di studiare, ma chi è veramente riuscito a farci sperare dove spesso il diritto alla speranza viene negato è stato lui, segno fragile ma potente che Dio non ci aveva dimenticato nel profondo del carcere e nell’abisso dei nostri errori.

In questo periodo la nostra compagnia è segnata da tante situazioni di prova per amici e loro famigliari che devono affrontare la dolorosa croce della malattia, anche di bimbi per i quali tali prove sembrano particolarmente strazianti e ingiuste. Una mamma ha scritto: “... siamo in mani così buone con voi … che nulla sembrerebbe più desiderabile e adeguato che la vostra compagnia per noi! Lodo il Signore e ringrazio la Madonna per questa vostra gratuita, commuovente e fedelissima presenza, segno tangibile che Gesù ci ama veramente ed abita in mezzo a noi …”.

Ed un’altra mamma scrive: “… In questi giorni in cui la sofferenza di nostra figlia ci lacera il cuore ci accorgiamo di non essere abbattuti ma di essere in piedi e di camminare attraverso il dolore perché siamo oggetto di vera carità cristiana.
Nel chiedere la grazia della sua guarigione, imploriamo un'affezione sempre più grande a Gesù, perché tutti gli uomini abbiano ad imbattersi in una umanità divina …”.
La certezza di questa fedeltà di Cristo alle nostre vite, non ci risparmia il suo stesso sacrificio sulla croce, ma con Lui questo sacrificio diventa la porta della speranza.


GIOVANISSIMI AC – 15/18 ANNI
Di Erika, Alessia e Gloria


Anche quest’anno è stato un anno pieno di novità, insegnamenti ed emozioni in cui ci siamo sentiti parte di una famiglia. Siamo riusciti a crescere e a vivere concretamente l’esperienza di affidare la nostra vita a Dio anche se con i ritmi frenetici delle nostre giornate di adolescenti abbiamo faticato un pochino, ma con la buona volontà ed il desiderio ci siamo riusciti.
Molti i venerdì sera passati insieme, tra risate, mangiate, attimi di serietà, riflessioni e preghiera. Dopo un anno di cammino in cui ci siamo interrogati su alcune tematiche molto importanti per noi adolescenti, come la scelta, gli stati d'ansia, il coraggio di avere coraggio, ci prepariamo all'avvenimento più divertente, formativo e bello dell'anno: il campo scuola.
Noi tutti, chi in un modo, chi in un altro, avevamo già fatto esperienze simili a quella del campo dell’azione cattolica, ma mai nessuna ci ha fatto provare delle sensazioni simili. All’inizio avevamo paura, paura di non far amicizia con i ragazzi delle altre parrocchie e di non trovarci bene. Invece abbiamo conosciuto persone che proprio come noi avevano gli stessi timori e che in poco tempo sono diventate molto importanti e siamo riusciti ad abbattere il nostro muro di insicurezza e chiusura  e a far entrare queste persone nella nostra vita. È un’esperienza unica da fare, è come se avessimo incontrato un’altra FAMIGLIA. Si, 
 è questa la parola-chiave che vogliamo dare al campo dell’Azione Cattolica, dove nessuno viene lasciato indietro, dove ti senti bene sia con gli altri che con te stesso. Ringraziamo Dio per averci dato l’opportunità di partecipare così da farci sentire più vicini a lui anche divertendoci.
Vogliamo lasciarvi con questa nostra riflessione: durante la sua vita terrena Gesù è stato sempre circondato da amici: gli apostoli,Marta e Maria, Lazzaro e molti altri che l'hanno conosciuto.
In particolare Gesù ha stretto un' amicizia speciale con Giacomo Giovanni e Pietro ed è proprio attraverso di loro che ci ha trasmesso il vero valore dell'amicizia, un valore che noi ragazzi dell'Azione Cattolica vogliamo capire in tutta la sua complessità e che vogliamo applicare, con i coetanei del nostro gruppo, ma  anche e soprattutto con tutte le persone che ci circondano. 





IL VALORE EDUCATIVO DELL’AGESCI: “FARE LA FELICITÀ DEGLI ALTRI”
di Nadia diodati


“L’uomo non può vivere senza speranza e l’educazione è generatrice di speranza..
L’educazione è un far nascere, è un far crescere, si colloca nella dinamica del dare la vita.
E la vita che nasce è la sorgente più zampillante di speranza; una vita tesa alla ricerca del bello,
del buono, del vero e della comunione con gli altri per una crescita comune.”
Papa Francesco

Lo scorso anno abbiamo sperimentato la fatica e la fecondità del cammino del discernimento che ci sta rendendo consapevoli di chi siamo e dove stiamo andando e che ci aiuta ad orientarci nelle scelte della nostra vita.
I capi che continuano a percorrere la strada del discernimento ci raccontano di una fatica, quella di caricare lo zaino sulle spalle e fare strada, quella di accogliere una sfida sollecitata dallo Spirito Santo. Tale percorso ci ha permesso di maturare uno stile col quale trasformare il nostro essere nel mondo.
Esserci fermati a discernere ha significato prendersi il tempo per riflettere e non sempre ha prodotto risposte in tempi rapidi ma certamente ci ha permesso di agire non con la velocità e le modalità a cui la quotidianità ci ha abituati.
Sicuramente i capi, nelle loro comunità, attraverso tali riflessioni hanno affinato la loro scelta di servizio; la comunità capi infatti è testimone della bellezza dell’essere capo perché garante di un servizio che richiede non tempo libero ma tempo liberato. Un servizio che non è rinuncia ma pienezza perché essere capo significa donarsi con amore ai ragazzi ed accompagnarli nella loro crescita, poiché educare è testimonianza di una felicità.
Oggi sempre più sentiamo che la motivazione che spinge il nostro agire è vedere la gioia negli occhi dei ragazzi, ridere e giocare con loro, rallegrarsi delle loro piccole e grandi conquiste.
Educare è la nostra vocazione che richiede tempo, pazienza, costanza e cura; un tempo fecondo poiché davanti a noi c’è quanto di più bello il Signore ci ha affidato: dei ragazzi da far crescere felici per essere buoni cittadini nel mondo.
Un mondo costruito da giovani che sappiano agire con coraggio nelle relazioni con gli altri e per gli altri e che sappiano “fare nuove tutte le cose” con la volontà di cogliere tutte le contraddizioni e le speranze dell’umanità.
Essere accolti così come siamo, con i nostri difetti, qualità, limiti, specificità e differenze; questo è quello che facciamo con ogni ragazzo che bussa alla porta della nostra sede.
Tale è il nostro stile. Lo stesso Patto associativo dell’Agesci afferma che il valore educativo del servizio conduce l’uomo a realizzarsi per “fare la felicità degli altri”; è lo stile di attenzione agli altri che ci caratterizza, proprio in questo mondo in cui prevale la paura del diverso, per lo straniero, accusato di portarci via ciò che è nostro: i nostri spazi, i nostri diritti, il nostro benessere.
A questo siamo chiamati: incoraggiare i ragazzi a diventare un popolo di buoni cittadini e buoni cristiani che non hanno smarrito le loro radici, che non hanno timore di condividere i valori, che non si preoccupano di manifestare le idee e non temono il confronto ma che operano nel territorio, si sporcano le mani e aprono i loro cuori.
Ci affidiamo a Maria, donna dell’Accoglienza, che ci guiderà nel percorso di fede e preghiera nell’approfondire la relazione con Dio e con gli altri; colei che ha saputo dire:” Eccomi, sono la serva del Signore!”




LAVORARE INSIEME PER SERVIRE MEGLIO
di Francesca Maria ALESSI


L’associazione Avulss ( associazione di volontariato nelle unità locali socio sanitarie) è presenta a Giulianova ormai da molti anni, si compone di volontari che hanno deciso liberamente e gratuitamente di mettere a disposizione dei  fratelli malati e anziani parte del loro tempo.  Il nostro servizio si svolge in modo organizzato : con impegno , serietà e professionalità animati dai valori del rispetto della persona umana , della gratuità di servizio e della solidarietà.

L’AVULSS è una associazione di volontariato aperta a tutti, libera , autonoma ,apartitica ,laica di ispirazione cristiana che svolge un servizio alla persona in difficoltà,  difendendone e promuovendone la dignità e il valore nelle realtà sociali e sanitarie del territorio , nella totale gratuità   con specifica e adeguata formazione di base e permanente. Nella nostra associazione  il servizio può essere di molteplice natura, ma noi tutti, prima di ogni cosa, crediamo indispensabile collocare la persona al centro dei nostri obiettivi, costruire ponti relazionali, presenze amiche discrete che divengono momenti di autentico valore terapeutico.
Per meglio conoscerci riportiamo una parte della “Carta” del Volontario AVULSS
E’ uno che, con la sua presenza ed il suo servizio umile, costante , qualificato gratuito, testimonia la sua fede nel valore dell’uomo, della vita, della salute e nel senso umano e cristiano della malattia, della sofferenza e della stessa morte.
E’ uno che non si esaurisce nel “fare” non è un dispensatore di cose, ma un donatore di “essere”; è un esperto in umanità, è una Persona sempre più capace di vivere insieme, di stare accanto ad altre persone, uno che si preoccupa di crescere inumanità, per comunicare umanità”.
Il Volontario AVULSS deve impegnarsi a formarsi una personalità ricca, capace di ascolto, di dialogo, di intervento discreto, a tempo e luogo.
Il servizio dei volontari acquista valore anche se viene  supportato da una corretta organizzazione che è compito dei responsabili della associazione. Per  questi motivi e per ottenere risultati sono fondamentali: la formazione permanente che rafforza la professionalità, il coordinamento ,la verifica , il confronto, la comunicazione e la condivisione. L’associazione qui a Giulianova conta sulla disponibilità e l’amore di 47 volontarie che operano in ospedale nei reparti di chirurgia- ortopedia e medicina- geriatria , e nella R.S.A. Cristal . Le volontarie si occupano di mettere in atto un servizio di ascolto e vicinanza al malato e all’anziano , rendendo possibili quelle attenzioni e quell’ umanità richiesta dai tanti pazienti delle strutture sanitarie . L’associazione è attiva su tutto il territorio italiano da ormai 40 anni , in particolare  a Giulianova ,ricorreranno nel mese di Novembre i 30 anni dalla sua fondazione per la quale ci troviamo oggi nuovamente a ringraziare Don Ennio che , con tanto amore ed interesse , si è prodigato per la nascita e la crescita di questa associazione sul nostro territorio.
Ci piace concludere  con una preghiera, a il nostro servizio sia sempre guidato dallo spirito di amore che il signore ci dona.
“Solo Dio può dare la fede,
ma tu puoi offrire la tua testimonianza.
Solo Dio può dare la speranza,
ma tu puoi dare fiducia ai tuoi fratelli.
Solo Dio può dare l'amore,
ma tu puoi insegnare agli altri ad amare.
Solo Dio può dare la pace,
ma tu puoi creare l'unione.
Solo Dio può dare forza,
ma tu puoi sostenere uno scoraggiato.
Solo Dio è la via,
ma tu puoi dare agli altri il gusto di vivere.
Solo Dio può dare la luce,
ma tu puoi farla brillare agli occhi di tutti.
Solo Dio può fare l'impossibile,
ma tu puoi fare il possibile.”
MADRE TERESA






 

Quest'anno c'è una novità: il Gruppo di P. Pio è stato ricostituito ufficialmente, sotto la guida spirituale di Don Luca Torresi, il nostro nuovo parroco e dell'animatrice Anna Amicizia.
Eccoci di nuovo a S. Giovanni Rotondo, il 3 Giugno: è una bellissima giornata di sole, nemmeno tanto calda.
Si procede silenziosamente dietro la croce che si alterna con i vari componenti del gruppo: una preghiera, un caro ricordo di don Ennio ed una profonda riflessione, "Gesù inchiodato alla croce". Anche noi ci sentiamo spesso inchiodati alle nostre croci: persone spiacevoli, situazioni dolorose, vicende spesso drammatiche della vita... La speranza però nel Cristo risorto ci dà nuovo vigore per continuare ed arrivare in... cima.
È stato un bellissimo pellegrinaggio con tanti partecipanti.
Per don Luca era la prima volta ma ha saputo guidarci con maestria e, con tanta semplicità, ci ha illustrato tutti i mosaici di Rupnik presenti nella tomba di P. Pio. Appena giunti, abbiamo rivolto accorate preghiere al caro Padre e lo abbiamo implorato di proteggerci e guidarci in questo speciale cammino di conversione.




CARTA D'IDENTITÀ DEI CURSILLOS DI CRISTIANITÀ


1 – Origine  storica
I Cursillos di Cristianità sono nati in Spagna, con esattezza a Palma di Mallorca, negli anni '40 del secolo scorso, ad opera di alcuni giovani, che si sforzavano di trovare un metodo per ridare vigore a cristiani divenuti troppo “tiepidi” e già in preda ai primi segni del secolarismo.
I Cursillos sono nati “non per formare uomini di Chiesa, ma una Chiesa di uomini”, ossia degli uomini che, avendo preso coscienza del proprio Battesimo, sappiano impregnare dello spirito evangelico gli ambienti di questo mondo, dove spesso Dio è sconosciuto.  In questo senso quelli che hanno vissuto l'esperienza del Cursillo sono chiamati a vivere non tanto  “all'ombra del campanile”, quanto piuttosto a contatto diretto con le realtà  del mondo, per testimoniare in esse la forza del Vangelo e la gioia di essere cristiani. 

2 – Definizione
“Il Movimento dei Cursillos di Cristianità  è un Movimento di Chiesa che, mediante un metodo proprio, rende possibile la  'vivenza'  e la 'convivenza'  del 'fondamentale cristiano'. 
Aiuta  la singola persona a scoprire e a riscoprire la propria vocazione personale e promuovere la creazione di gruppi di cristiani che fermentino di vangelo gli ambienti”.
 (“Idee Fondamentali dei Cursillos di Cristianità  n. 74)
Da questa definizione si evince che i Cursillos di  Cristianità:
a) sono un Movimento, ossia una realtà agile, che cerca di vivere in modo dinamico la missione stessa della Chiesa. A questo scopo ha una sua organizzazione interna, portata avanti da responsabili che liberamente scelgono di far parte dell'omonima  Associazione.
b) Sono un Movimento di Chiesa, ossia appartengono pienamente alla Chiesa e vivono secondo tutti i criteri indicati dal Magistero per dirsi Movimento ecclesiale, (cfr.:  “Christifideles laici”  n. 34)
c) Hanno un  metodo  proprio, che consiste in un “piccolo corso” (Cursillo) di tre giorni, durante i quali viene presentato ciò che è fondamentale nel Cristianesimo, e cioè Cristo, la Chiesa, la vita in grazia.  Tale presentazione viene fatta non soltanto in modo dottrinale, ma soprattutto attraverso la narrazione di “esperienze di vita” (vivenze) che vogliono stimolare la conoscenza di un Cristo “vivo”  e condurre ad una vita cristiana autentica, condotta dalla singola persona (vivenza)  in un contesto comunitario (convivenza).
d) La prima finalità che i Cursillos perseguono è la scoperta della propria vocazione  personale.  In altri termini è la scoperta o ri-scoperta del proprio Battesimo, nel quale si radica ogni singola vocazione personale.
e) La seconda finalità è la creazione di gruppi di cristiani che fermentino di Vangelo gli ambienti. 
Coloro i quali, attraverso il Cursillo hanno preso consapevolezza del proprio essere cristiani e figli amati da Dio, si impegnano a creare, negli ambienti in cui ordinariamente vivono, dei gruppi che approfondiscano e vivano il Vangelo.  Ciò significa  che  il  Movimento  dei  Cursillos,             
Dal punto di vista pastorale, si considera essenzialmente un Movimento di evangelizzazione.  Esso si colloca infatti nell'ambito della pastorale profetica della Chiesa, ed in particolare della pastorale “kerygmatica”  o  del  “primo annuncio”.

3 – Metodo
Concretamente le finalità  dei Cursillos vengono raggiunte attraverso tre fasi:   
il  pre-Cursillo,  il  Cursillo  e  il  post-Cursillo.
1) il pre-Cursillo consiste nella preparazione di coloro che sono chiamati a partecipare al Corso di cristianità. Anzitutto si individuano gli ambienti che hanno maggiore bisogno di essere evangelizzati.  In essi si cerca di capire quali sono le persone più  “influenti” i leaders, le “vertebre”, coloro cioè che appaiono in grado di trascinare gli altri al bene.  Costoro vengono avvicinati da quelli che hanno già vissuto l'esperienza del Cursillo, i quali si sforzano di farli diventare loro amici, con lo scopo di farli poi  “amici  di  Cristo”.
2) Le persone così selezionate partecipano al Cursillo, che è un'esperienza spirituale breve, ma molto intensa, durante la quale un'equipe di sacerdoti e laici presenta le verità fondamentali del Cristianesimo, arricchendole con la propria testimonianza personale di vita.  Durante i tre giorni del “piccolo corso” tantissime persone, sia all'interno che all'esterno del Movimento, offrono al Signore delle Intendenze, ossia preghiere e sacrifici per implorare la conversione dei partecipanti al Cursillo.
3) Nel post-Cursillo la perseveranza della vita di grazia viene assicurata, oltre che da una intensa vita sacramentale e di preghiera, dall'incontro settimanale dei corsisti, denominato Ultreya, In quest'incontro gioioso e fraterno si condivide la propria esperienza di vita cristiana e si riflette su di essa alla luce della Parola di Dio. Si sperimenta anche la vita di gruppo, allo scopo di programmare ed attuare insieme le azioni apostoliche di evangelizzazione e, soprattutto, la formazione di “gruppi di evangelizzazione” nei vari ambienti.
Coloro che vogliono impegnarsi all' interno del Movimento come Responsabili fanno la scelta di aderire all'Associazione “Cursillos di Cristianità in Italia”, il cui Statuto è stato approvato dalla Conferenza Episcopale Italiana nel 1999. Costoro prendono parte agli incontri periodici della  Scuola Responsabili, nei quali si approfondiscono alcuni temi dottrinali e il metodo dei Cursillos.  Per rendere più agevole il lavoro dei responsabili vengono formati, all'interno della Scuola, dei   Gruppi Operativi, ciascuno dei quali ha un suo compito specifico: pre-cursillo, post-cursillo, segreteria, intendenze, materiale e finanze, ecc.

4 – Presenza del Movimento in Italia
Il primo Cursillo tenutosi ufficialmente in Italia è quello della Diocesi di fermo del 1963.  Da allora il Movimento si è propagato in tutto il paese, ed oggi e presente in  89  Diocesi, mentre se ne sta curando il “lancio”  in diverse altre Diocesi.           
Si calcola  che oltre 350.000 persone in Italia abbiano fatto finora l'esperienza del Cursillo di Cristianità. Nella Provincia di Teramo, ad oggi, sono oltre 3.000 persone.
I risultati pastorali sono dovunque eccellenti, tanto da suscitare in tanti Vescovi e Sacerdoti un caloroso sostegno a questo  “strumento”  di evangelizzazione, che vuole porsi con semplicità al servizio del Signore e della sua Chiesa.






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