“E DI QUESTI FATTI SIAMO TESTIMONI NOI E LO SPIRITO SANTO, CHE DIO HA DATO A QUELLI CHE GLI OBBEDISCONO” (At 5,32) - di don Luca Torresi

Carissimi, la Festa della Madonna del Portosalvo di quest'anno è stata preceduta da una lieta ricorrenza: il cinquantesimo anniversario della dedicazione della Chiesa di San Pietro apostolo, avvenuta il 29 giugno 1974. In un mondo in cui tutto sembra passare, mancano punti di riferimento, tutto si dissolve in una sorta di liquidità ed all'individuo moderno rimane solo “la convinzione che il cambiamento è l'unica cosa permanente e che l'incertezza è l'unica certezza” (Zygmunt Bauman) noi crediamo che 50 anni di vita sono sempre un traguardo importante. Gli anni trascorsi, quando arrivano i 50, segnano la vita di ciascuno di noi. Basti pensare ai 50 anni di matrimonio o di sacerdozio, ma anche ai 50 di una associazione o di una attività economica. Anticamente anche il popolo ebraico ogni 50 anni (sette volte sette anni) celebrava il giubileo: un'occasione per far festa, ma anche per fare memoria delle grazie ricevute. Per questo ho scelto, come tema di quest'anno la significativa risposta che San Pietro insieme agli apostoli pronuncia nel sinedrio, di fronte al sommo sacerdote e agli anziani ivi riuniti: “E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono” (At 5,32).

L'edificio parrocchiale è una realtà statica, che ha bisogno di periodiche opere di manutenzione; ma la comunità parrocchiale è una realtà dinamica, fatta di pietre vive chiamate a testimoniare, ieri come oggi, a tutti che Gesù Cristo è utile e necessario per la vita di ogni uomo. Per questo motivo la celebrazione di questo anniversario non può esaurirsi nel ricordo, seppur piacevole e positivo di ciò che è stato, ma dal ricordo deve nascere un impegno per tutti che per essere tale deve essere di tutti. Questo è il mio augurio: riscoprire il valore della fede e vivere da protagonisti nel mondo di oggi. Ma la comunità cristiana è sempre un “cantiere aperto”, così come accadeva nel cantiere della nostra bella San Pietro, in cui a ciascuno era affidato un compito, senza esclusione di alcuno e per il bene di tutti. Chi costruiva non sempre ne vedeva la

completa edificazione, ma vi contribuiva con tutto sé stesso perché sapeva di partecipare ad una opera più grande, di cui la chiesa in muratura era simbolo concreto e imperituro.

Il grande Papa Giovanni XXIII, parlando della Chiesa, la definì come “l'antica fontana del villaggio che dà l'acqua alle generazioni di oggi, come la diede a quelle del passato”. Questa definizione può senz'altro applicarsi alla parrocchia, in forza di quanto afferma il Concilio Vaticano II nella Costituzione sulla Sacra Liturgia: “Le parrocchie … rappresentano, in certo qual modo, la Chiesa visibile stabilita su tutta la terra”. Non è un'immagine bella e suggestiva? Davvero mi sento di ripetere con San Pietro: “E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono”. La fontana del villaggio, da cinquant'anni, continua a essere qui. È vero, lo sappiamo, che se non andiamo oggi, forse andremo domani o quando saremo vecchi e scopriremo una sete che è come un fuoco che ci brucia e che nessuna acqua potrà spegnere. Quello che non succede oggi, forse potrà succedere domani o col passare del tempo. Ciò che conta è che la fontana continui a vivere

presso i suoi vicini, Nella lingua greca, parrocchia si dice paroikía che significa “vicinanza”. Deriva dal verbo paroikéo che significa “vivere vicino”. La parrocchia, dunque, è la casa che vive vicino alle altre case, è la casa dei vicini, di tutti.

E con questa certezza che vogliamo affidarci alla Madonna del Portosalvo affinché la nostra Parrocchia sia sempre al servizio della fede e della vita delle persone, dei piccoli come degli adulti, dei locali come dei turisti, dei marinai e di tutte le nostre famiglie, per raggiungere tutti nelle dimensioni degli affetti, del lavoro e del riposo. Una parrocchia che manifesti la dimensione popolare della Chiesa, che si prenda cura dei poveri, che collabori con altri soggetti sociali e con le istituzioni, che promuova e aiuti, che sia vicina e ascolti, che cerchi l'unità e la pace in questi tempi tanto difficili. Per questo, la fontana deve ricordare che “la diffusione del Vangelo non è assicurata né dal numero delle persone, né dal prestigio dell'istituzione, né dalla quantità di risorse disponibili. Quello che conta è essere permeati dall'amore di Cristo, lasciarsi condurre dallo Spirito Santo, e innestare la propria vita nell'albero della vita, che è la Croce del Signore” (Papa Francesco). Questo anniversario può e deve essere l'occasione per continuare a

fare tutto questo… INSIEME!









Commenti