sabato 5 agosto 2023

In Movimento | di Claudio Lo Sterzo

 Un seme che non andrà perso…

 

Nel maggio di quest’anno hanno ricevuto il sacramento della Cresima il gruppo di ragazzi e ragazze che io e Luisa abbiamo accompagnato per tre anni nel cammino di preparazione. Quando è iniziato questo lungo percorso avevano appena terminato le scuole elementari ed ora alla sua conclusione li troviamo alle soglie dell’adolescenza, l’età in cui cominciano a mettere in discussione, anche in maniera aspra e fortemente oppositiva, tutto ciò che fino ad ora hanno ricevuto dai genitori, dalla scuola, dalla comunità parrocchiale e da tutte le figure che li hanno accompagnati nella loro crescita.

A questa inevitabile e naturale fase della crescita non è stato estraneo il nostro percorso, e questo ultimo anno di catechismo è stato certamente il più “vivace”.

Spesso nell’incontro settimanale era difficile ottenere la loro attenzione e la loro partecipazione attiva e non di rado siamo usciti dall’incontro con un senso di sconfitta e frustrazione, come se il nostro lavoro fosse totalmente estraneo o addirittura inutile rispetto ai loro bisogni o interessi.

Ma non è stato solo questo. Pur nella oggettiva fatica e nell'impossibilità di contenere a volte la loro travolgente e impetuosa vitalità, ci sono stati tanti segnali che hanno confortato e reso lieto il nostro lavoro; solo due esempi.

Una domenica, durante la Santa Messa, non visto da loro, ho osservato due ragazze, tra le più “scatenate” e sono rimasto davvero colpito dal raccoglimento con cui hanno ricevuto la Comunione e dopo sono rimaste in ginocchio al loro posto per alcuni minuti. All’uscita i nostri sguardi si sono incrociati ed il loro sorriso lieto e sincero ha fatto svanire tutti i momenti di sconforto che fino ad allora avevo a volte vissuto durante gli incontri, per i miei inutili tentativi di fronteggiare la loro incontenibile vivacità.

Un altro aspetto, forse il più significativo, è stata la loro fedeltà agli incontri. Siamo rimasti stupiti noi stessi dalla regolarità con cui i ragazzi hanno partecipato agli appuntamenti settimanali. Evidentemente, quell’appuntamento, anche se tante volte confuso e poco ordinato, comunque lasciava in loro un segno, le cose dette non cadevano totalmente nel nulla e qualcosa riusciva a penetrare nella corazza con cui si difendono e germogliava nel loro cuore un punto di attrazione e fedeltà.

La parabola del Buon Seminatore è stata tante volte richiamata nei nostri incontri; Gesù non si stanca mai di seminare; semina sul terreno fertile, sui sassi, tra le spine…semina sempre…, e il buon seme germoglia anche quando e dove nessuno mai se lo aspetterebbe. Chissà attraverso quale percorso, misterioso ai nostri occhi, Gesù in modi e tempi che solo Lui sa, farà fiorire ciò che ora sembra cadere nel nulla. Per questo non mi scoraggio, anche se “per un po’” questi cari ragazzi magari si dovessero allontanare dalla frequenza della chiesa.

Se penso alla mia storia, alla loro età, quando anche io ho cominciato a sentire inutile e insopportabile tutto quello che mi era stato consegnato fino ad allora. E poi alla vita successiva, ai percorsi tanto imprevedibili e inattesi, tanti lieti e altrettanto impegnativi e dolorosi, in cui ho ritrovato come perle preziose, necessarie, utili e desiderabili quegli incontri, quelle tante presenze, quei doni che persone infaticabili e generose avevano regalato alla mia vita, nonostante io le avessi gettate vie in un angolo nascosto del mio cuore tra le cose che non avrei più usato e che invece mi si sono rivelate poi indispensabili.

Continueremo a fare catechismo per questo, e sono felice di questo lavoro che in questi anni ho condiviso con Luisa.

Claudio






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