lunedì 2 agosto 2021

TESTIMONI DELLA FEDE

Renato Di Silvestro


Papà amava molto la festa della Madonna del Porto Salvo. Era la festa della nostra comunità, della nostra parrocchia, era la sua festa. Già da fine marzo iniziava a rispolverare le cose da fare. E quante ne faceva! Alcune le abbiamo scoperte solo ora. C’era sempre un momento della giornata in cui dai nostri uffici partivano telefonate per gli sponsor, le autorizzazioni per entrare al porto, per la sagra, per i fuochi d’artificio e per il cantante. Nonostante il lavoro lo impegnasse completamente per tutta la giornata, il momento per la riunione serale, per l’incontro per l’organizzazione della festa, lo trovava sempre. Era arrivato al punto da assumersi la responsabilità della presidenza del comitato, perché il suo spirito di servizio sembrava non avere mai fine e di fronte alle necessità lui sapeva solo rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Abbiamo provato a dirgli di mollare un po’, dato che non era più un giovanotto e la mole di lavoro comunque è sempre stata importante, ma lui era fatto così, la festa della Madonna del Porto Salvo prima di tutto, per cui era sempre lì pronto a correre per offrire il suo servizio.

Ricordiamo in particolare l’anno in cui i fuochi furono sostituiti dalle fontane luminose. Ne era orgoglioso per la novità, ma preoccupato perché, si sa, quando spingi per una cosa nuova c’è sempre una fetta di persone pronte alla critica. Quello era l’anno in cui Don Ennio stava male e in cui ci lasciò, le norme sulla sicurezza per i fuochi d’artificio si inasprirono e decidere se fare qualcosa di diverso o non fare nulla non era semplice, ma lui è sempre stato lungimirante e dalla mente aperta e si fidò di chi gli proponeva questa novità. Davvero uno spettacolo emozionante!

E’ difficile trasmettere la dedizione e costanza con cui si prodigava affinché tutto si svolgesse nel modo migliore possibile. Oramai era diventata routine richiedere alla famiglia Pedicone della Las Mobili (clienti storici della nostra azienda), la disponibilità di un camion dotato di rimorchio per accogliere i premi della pesca. Ed era lui stesso che andava a ritirarlo ed a riconsegnarlo una volta terminata la festa. Per non parlare della sagra, dove la sua operosità ha sempre incontrato un gruppo di volontari affiatati e coesi, che hanno riportato piano piano negli anni la sagra del pesce ben oltre gli antichi fasti, fino a farla diventare un gioiello e l’evento più atteso e più bello per vivere la festa con convivialità.

Da quando era diventato nonno, ci esortava ogni anno a portare i nostri bambini alla solenne benedizione in piazza, affinché li affidassimo alla Madonna e trasmettessimo anche a loro l’affetto per questa comunità. Era molto legato alla tradizionale processione della Madonna sulle barche dei pescatori. Da che abbiamo memoria, la gru della ditta Di Silvestro ha accompagnato la statua della Madonna del Porto Salvo nella sua salita sulla barca per la processione sul mare. Stiamo raccogliendo le foto delle passate edizioni perché anche questo era motivo di orgoglio.

Papà ha dato tanto per la nostra comunità. Per lui non esistevano né raggruppamenti né associazioni né schieramenti. Per lui esisteva solo la parrocchia, la comunità, la festa. Lo sguardo rivolto in avanti, propenso al servizio degli altri. Tante sono le volte che, insieme ai suoi figli ed ai collaboratori più cari, ha risolto problemi in sordina per i quali la festa sarebbe stata seriamente compromessa. Problemi con le forniture di energia per le luminarie o gli eventi, problemi sulle autorizzazioni agli spettacoli, problemi sulle luci che non andavano o non erano sufficienti, problemi sul trasporto dei materiali (e vai di camion, furgoni ed una volta persino il muletto in Piazza  Dalmazia!).

Quanti ricordi ci tornano alla mente e quanto ci sembra di sentirlo ancora qui di fianco a noi ad occuparsi di tutto, con forza e spirito di servizio. Lui che era sempre presente nella processione, quest’anno ci piace pensarlo vicino a Lei che l’accompagna sulla barca con le sue mani e che guida i nostri passi, mentre cerchiamo di ripercorrere i suoi, per renderlo orgoglioso della festa che tanto amava.

 Stefania, Mauro e Raffaella






Santina di Domenico




La cara Santina Di Domenico, dopo alcuni  anni di malattia e sofferenza, torna alla casa del Padre la mattina del 17 maggio 2020. È un evento che colpisce molto tutta la comunità giuliese perché la sua professione di insegnante ed educatrice è un esempio evidente di passione e di attenzione alla crescita umana e cristiana dei ragazzi a lei affidati, che traspare nel rapporto con loro, con i colleghi e con tutti quelli che incontra.

Nel 1972 Santina, nella sua parrocchia di Giulianova, rimane affascinata dalla compagnia di Gioventù Studentesca, poi Comunione e Liberazione, nella quale si coinvolge da subito, dalla persona del fondatore don Giussani e da un’amicizia che si consolida sempre più con don Ennio Lucantoni fino alla fine. Questo è sicuramente l’incontro più importante che determina tutta la sua vita insieme a quello con Madre Teresa di Calcutta che, dopo diversi anni, fa insieme ad alcuni suoi amici di suddetto Movimento.

Con i suoi studenti è attenta a cogliere ogni aspetto positivo, a valorizzarli aiutandoli a credere nella positività della vita e nella possibilità di poter riuscire a raggiungere il compimento delle esigenze primarie del proprio cuore perseverando nel cercarne insieme le risposte.Le vacanze estive in montagna, spesso  sulle Dolomiti, che propone insieme ad alcuni educatori adulti, ne sono forse l’esempio più eclatante e sono in molti, oggi, a ricordarle. La sua proposta, unitamente ai suoi amici e colleghi, è quella di invitare i ragazzi a riscoprire l’esperienza cristiana attraverso la bellezza dell’amicizia vissuta comunitariamente nonché dei luoghi, della natura, quale segno evidente della presenza di Dio.

Nell’incontro con Madre Teresa, presso le Suore Della Carità a San Gregorio al Celio a Roma, un altro tassello si aggiunge alla vita di Santina e dei suoi amici. Nella sua esperienza la Carità ha sempre dominato i rapporti con gli altri all’interno di un temperamento volitivo; dopo l’incontro con con Lei essa assurge, oltre che a virtù, a compito primario. Per Santina diventa più chiaro dover fare tutto per Gesù e occuparsi anche delle persone più bisognose. Condivide questo con amici e nasce a Giulianova il “Centro di accoglienza Dono di Maria” cui si dedica con passione e dedizione totale.

Continua l'impegno attivo nella pastorale parrocchiale, per la festa della Madonna del Portosalvo in cui si adopera  affinché  attraverso le proposte programmatiche e iniziative popolari con giovani che lei stessa segue sia a scuola, sia in parrocchia,  passi la testimonianza per la gioia della presenza di  Gesù. La grande devozione di Santina per la Madonna è nota a tutti. Negli ultimi anni della sua vita insiste molto per  poter partecipare ai pellegrinaggi a Fatima (2017) e poi a Lourdes (2018) volendo affidare la sua vita sofferente al Cuore Immacolato di Maria.

Negli ultimi anni di vita fa i conti con il progredire della malattia. Un tempo di grande sofferenza fisica alla quale si aggiunge il dolore per la scomparsa di don Ennio Lucantoni al quale, insieme alla sua famiglia, è legata da una profonda amicizia. Unica sua preoccupazione in questo tempo, come del resto in tutta la sua vita, è per suo marito e per il figlio Salvatore amati entrambi da sempre incondizionatamente nonché il dolore, confidato ad amici, di doverli lasciare. Già pesantemente piegata dalla malattia e dalle terribili complicanze, in condizioni di grave e insopportabile dolore, affronta la morte come solo chi ha Cristo nel cuore può fare. Aveva capito da diverso tempo che era alla fine dei suoi giorni,  ma vive gli ultimi giorni con grande fede insieme al marito e al figlio. La sua testimonianza, la sua vita sono per tutti noi una grande provocazione e un cammino di grazia.

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