Lo scorso 6 luglio 2021, al
fine di mantenere viva la memoria del nostro amato don Franco Marcone, in
occasione del XX anniversario della sua Ordinazione sacerdotale, nella chiesa
di S. Pietro Apostolo in Giulianova si è celebrata una S. Messa, molto
partecipata e sentita, presieduta dal nostro pastore S. E. Mons. Lorenzo
Leuzzi. Durante la Celebrazione eucaristica è stata letta una riflessione
scritta dallo stesso don Franco al termine del primo anno di Seminario (1996),
riflessione che ci piace riportare:
“È trascorso, ormai, il
primo anno della mia esperienza vocazionale presso il Seminario Regionale di
Chieti. Di giorno in giorno noto come sempre di più la mia vocazione si vada
approfondendo. Ed è stato bello scoprire come questo non avvenga stando soli
ma, al contrario, in cammino con gli altri. Questo l’ho potuto sperimentare già
precedentemente, perché sostenuto dalle preghiere della mia Comunità
Parrocchiale, che si è sempre mostrata vicina, nei momenti più importanti di
questa mia ricerca. Le cose sono maturate gradualmente, grazie agli incontri
periodici del “Tu seguimi”, in Seminario, durante gli ultimi anni del liceo:
Dio ha sfondato la lontananza che esisteva tra me e Lui. Non si può non riconoscere
che innanzitutto è stato Lui a rendersi presente attraverso i tanti doni che mi
ha fatto: una vita, una famiglia, una Comunità Parrocchiale, gli amici ed
infine, ma non per questo meno importante, la vocazione. La storia
dell’incontro con Dio ha di solito un inizio; la fine è dovuta esclusivamente
all’uomo, quando decide di volgere le spalle al suo Compagno di Viaggio. Quando
ciò non avviene, ecco che ogni giorno è possibile fare esperienza di Dio. Non
sono necessarie manifestazioni portentose della sua presenza! In un anno di
Seminario mi sono reso conto di come sia facile incontrarlo. Innanzitutto nello
stupore quotidiano dell’Eucarestia e della Parola: ogni giorno si rende
presente a noi in quel pane spezzato sull’altare e nella Sacra Scrittura proclamata.
Poi nei fratelli, che ho accanto a me, nei miei compagni di classe, nei limiti
e nei pregi dell’altro. Ed è così che lo stupore diviene “Sequela Christi”.
Ed è in questa sequela che
si scopre l’eccezionalità dell’incontro, un incontro che ha plasmato la mia
storia, ha fatto nascere in me la sete del Dio vero. Ho scoperto così un
desiderio, in me, che mi porta a dire con Sant’Agostino: “Il nostro cuore è
inquieto finché non riposa in Te” (Conf. I,1). Ed è su questa scia che mi
appresto a continuare questa straordinaria esperienza.”
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