TESTIMONI DELLA FEDE

UNA GIORNATA EUCARISTICA VOCAZIONALE NELLA MEMORIA DI
DON NICOLA DI GIUSEPPE E DON FRANCO MARCONE

Due sacerdoti lontani di età ma vicini nella gioia del ministero sacerdotale. Tutti e due rinati nel Fonte Battesimale di questa Parrocchia: Il primo battezzato il 03 Febbraio 1962 (vedi Reg. VI nr. 239),  l'altro l'11 Luglio 1976 (vedi Reg. IX pag. 189 nr. 374).
S’incontrarono una volta in una vacanza di ragazzi della nostra Parrocchia nel Trentino. Don Franco raccontò, che allora adolescente, ammirando Don Nicola, si convinse che  un  sacerdote può essere felice.
Don Nicola ordinato presbitero nella Basilica di San Giovanni in Laterano in Roma  il  06 maggio 1989, venne a celebrare la prima volta la Santa Messa nella nostra parrocchia, il 21 maggio 1989 e lasciò questo messaggio scritto dietro ad un'immagine della Madonna della Tenerezza.
Ho avuto la grazia di battezzarli, di partecipare alla loro ordinazione sacerdotale  e , pur nel gran dolore, di vivere la glorificazione della loro nascita al Cielo.

Mentre la nostra Comunità Parrocchiale li ricorda nella celebrazione della festa di Maria SS.ma del Portosalvo, si affida alla loro preghiera per un nuovo inizio della nostra Comunità nella pastorale di uscita per le periferie esistenziali e per ottenere la grazia di nuove e sante vocazioni sacerdotali e religiose.


DON NICOLA, UN AMICO SEMPRE PRESENTE

Il 6 maggio scorso abbiamo celebrato il XXVesimo anniversario di Ordinazione Sacerdotale e don Nicola era lì con noi, come sempre in questi anni. La presenza di don Nicola non è venuta mai meno nella mia vita di sacerdote, è stata come una carezza che ha continuato la nostra bella amicizia.
Ci siamo conosciuti in Seminario a Roma, ma il fatto di avere in comune la stessa terra, entrambi provenienti dalla Diocesi di  Teramo, ma a Roma per motivi diversi, ci ha subiti  legati di un a particolare amicizia che poi non si è mai più interrotta.
Il tempo della formazione in Seminario è stato speciale, perché speciale era il Seminario, speciali i formatori e speciali i rapporti di amicizia che sono nati e si sono fortificati in seguito.
Don Nicola era amato e apprezzato da tutti per la sua semplicità e per la sua trasparenza; Tutti lo avrebbero voluto come compagno di gruppo.
Ricordo le belle serate trascorse a casa sua a Roma, quando con alcuni seminaristi ci riunivamo per trascorrere un momento insieme alla sua famiglia numerosa, in compagnia di un pianoforte e di una chitarra a cantare di tutto, dai canti di don Marco Frisina alla musica leggera di quegli anni. E lui sempre sorridente e divertito.
Poi l'Ordinazione Sacerdotale e per fortuna o provvidenza siamo stati assegnati a due grandi parrocchie Romane quasi confinanti tra di loro, io al Prenestino e lui a Centocelle.
Abbiamo continuato sempre a vederci, a sentirci, a consigliarci circa le attività pastorali che via via cercavamo di animare e soprattutto di riempire di contenuti importanti. Eravamo giovani preti e quindi ci trovavamo benissimo con i giovani e con i ragazzi, ma Don Nicola aveva una marcia in più, secondo me era la sua dolcezza che affascinava chiunque gli si avvicinasse....
Era un Sacerdote che faceva della preghiera il punto di forza del suo impegno pastorale... Io ho avuto la fortuna di confessarmi con lui più volte e ho sempre sperimentato l'accoglienza, l'umiltà e il grande desiderio di donare il perdono...
Poi è arrivata la malattia... era il  mese di  Febbraio del 1990 quando lui mi telefonò invitandomi ad una giornata in montagna fortemente voluta da sua madre che lo vedeva particolarmente stanco. Io non andai, e proprio quel giorno iniziò per Nicola la salita verso il Calvario... si sentì male, e credo il giorno seguente andò in ospedale per un controllo, e praticamente da allora non è più uscito se non per brevi periodi a casa, dalla sua famiglia.
In quei difficilissimi mesi, ogni giorno sono stato con lui, sia in ospedale, quando era ricoverato, che a casa durante la convalescenza.
Il momento più bello della giornata era il tardo pomeriggio quando a casa sua celebravamo ogni giorno la Messa e lui diceva sempre delle cose bellissime, piene di serenità, di speranza, e sempre tanti progetti...
Sapeva, sapevamo della gravità della sua malattia, ed era lui a dare speranza a noi.
Poi a fine Luglio io sono partito per un campo scuola con i bambini della mia Parrocchia, don Nicola peggiorava, avevo paura di non vederlo più, ma lui mi ha aspettato. Sono rientrato il 1 Agosto, sono andato subito da lui  per salutarlo, e il giorno dopo è andato via.
Sono passati più di 20 anni da allora, sono successe tante cose nella mia vita, ma don Nicola è stato sempre con me... Per diversi anni, con la famiglia ci siamo riuniti al Verano il 2 Agosto per celebrare la Messa sulla sua tomba, e quando questo non era possibile per motivi di attività pastorale, sempre ho celebrato per lui e sempre con la mamma o i fratelli ci siamo sentiti per un saluto.

Nicola mi ha accompagnato sempre anche nei momenti difficili della mia vita sacerdotale e ha continuato a guardarmi con quel sorriso appena accennato che lo caratterizzava sempre… ed anche  adesso mentre scrivo queste poche righe lo vedo che mi sorride.




“ANDRÒ A VEDERLA UN DÌ...”

È il canto che Elisa Testoni ripeteva con trasporto. Un’anima, la cara Elisa, totalmente dedicata a Cristo e alla Chiesa.
Nella sua prima giovinezza si formò alla vita di fede nella parrocchia di San Flaviano, sotto la guida saggia di don Alberto Di Pietro. In seguito si trasferì con i suoi genitori e la sorella Gianna nella nostra parrocchia, dove ha profuso tutte le sue energie spirituali e fisiche nell'apostolato catechistico, nel servizio e nella cura della liturgia con premuroso e costante impegno per il decoro del luogo sacro, quotidianamente presente nelle celebrazioni liturgiche feriali e festive. Maternamente accogliente e servizievole verso i sacerdoti locali e di altre comunità che venivano a celebrare nella nostra chiesa. Era una presenza provvidenziale e ricercata dai fedeli.
Una grave e dolorosa malattia la costrinse a mettersi da parte, ma anche dalla casa continuava a seguire la vita della comunità parrocchiale con la preghiera e con amorevoli suggerimenti. Era felice quando le portavo la Santa Comunione e volle ricevere il Sacramento dell'Unzione degli infermi con la dovuta preparazione e con la presenza di amiche particolarmente affezionate. Offriva le sue sofferenze per le vocazioni sacerdotali e per la santificazione dei sacerdoti.
Il 10 settembre 2013 il Signore la portò con sé tra le braccia di Maria Santissima, compiendo il suo desiderio: “Andrò a vederla un dì – le andrò vicino al trono – ad ottenere in dono – un serto di splendor”.
Il suo testamento è stato l'ultimo gesto della sua affezione alla nostra parrocchia, disponendo una generosa offerta che ha permesso di dotare di nuovo, efficiente ed artistico arredo la sacrestia della chiesa parrocchiale di S. Pietro Apostolo, secondo un suo desiderio ripetutamente espresso.

Pensando a questa figura di cristiana forte e fedele, possiamo dire con le parole di una colletta della S. Messa che “nel buio delle vicende umane il Signore ci dona i segni della sua presenza”.




SERGIO PALAZZI

Ciao  Scoiattolo Rosicante!!!


Il 21 novembre dello scorso anno abbiamo celebrato, accompagnati da una moltitudine di amici, conoscenti e fratelli scout, le esequie di Sergio Palazzi (Scoiattolo Rosicante era il suo “Totem”, un nome di caccia che è tradizione ricevere durante la vita scout), che tutti noi riconosciamo come  il “padre” del nostro gruppo scout di Giulianova .
Sergio era fiero della sua promessa da Lupetto fatta nel 1946 nel gruppo Fermo 1, della sua partecipazione da Capo Squadriglia al Campo Nazionale Esploratori in Val Fondillo nel 1954, delle sue imprese e dei suoi servizi a Lourdes da Rover e dei passi compiuti come giovane capo nei primi anni 60 (tra i primi ricordi che abbiamo rinvenuto tra le sue cose, in quelle che teneva più vicine a se, il quaderno del campo di formazione capi a Bracciano del 1961, zeppo di appunti metodologici, giochi, e firme di fratelli scout che con lui avevano condiviso quella esperienza).
Trasferitosi a Giulianova per lavoro con la famiglia, ha prima collaborato nel gruppo scout Asci e poi nel 1985, insieme diversi amici con cui aveva condiviso l'esperienza dei Cursillos di Cristianità (un bellissimo gruppo di uomini e donne che tuttora continuano a vivere in svariati modi un servizio sia in supporto al nostro gruppo che in parrocchia: Tonino, Laura, Anna, Franco M., Franco L., …), rifondato il gruppo Agesci, rimettendosi a 50 anni lo zaino in spalla per i campi di formazione e per il prezioso servizio con gli scout di tutte le età, dai lupetti ai rover.
Dopo aver portato “il Cristo”, come lui amava dire, a tantissimi ragazzi, negli ultimi anni è stato chiamato dal nostro parroco a servire la Chiesa come Ministro Straordinario della Comunione, continuando a portare il Cristo ogni domenica agli ammalati.
Anche in questi ultimi anni Sergio non ha cessato di starci affianco e a sentire come sua la “famiglia scout” giuliese: la preghiera incessante per i ragazzi del gruppo, una vicinanza a ciascuno, interessandosi, chiedendo, continuando a passare distrattamente intorno ai nostri cerchi togliendo le mani dalle tasche a chiunque si stesse “rilassando” un po'.
Chiunque lo abbia conosciuto avrà sperimentato il suo sorriso, la sua vigorosissima stretta di mano o un suo abbraccio: segni di una attenzione estrema a ciascuno, di un amore per ogni suo compagno di strada, in particolare fratello scout, segni questi di un incondizionato amore per Dio e per la Chiesa.
Chi lo ha conosciuto ci aiuti a ricordarlo nella preghiera, chi non lo ha conosciuto, soprattutto i più giovani, sappia che quando si dice che “una volta scout si è scout per sempre”, non è retorica, né una emozionante frase ad effetto, ma che ci sono uomini e donne che davvero, nella loro quotidiana testimonianza di servizio e di fede, incarnano in maniera esemplare quella che è una vocazione al servizio autentica, che è scelta umana profonda, che è, sempre, Grazia di Dio.

Tra gli appunti e riflessioni spirituali che Sergio conservava, risalenti soprattutto agli anni dell'università a Milano, vi sono diverse preghiere scritte da lui. Ci piace in occasione della nostra festa condividerne una rivolta alla Madre di Dio:

Aiutaci Maria, a camminare 
giorno dopo giorno verso Gesù
con cuore semplice ed umile,
non cercando noi se stessi, 
ma il compimento della volontà del Padre. 
Che in ogni nostro pensare,
agire possiamo essere
testimoni di Cristo, senza vergogna 
o falsi rispetti umani,
cercando sempre di piacere
a Dio piuttosto che agli uomini.
                                         Giugno 1963


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