sabato 26 luglio 2014

PARROCCHIA LIVE

PELLEGRINAGGIO A LOURDES 21-25 APRILE 2014

Quando Santina ci propose il Pellegrinaggio ero attratta dall'idea, ma spaventata dai 1600 km da percorrere in pullman e perciò avevo deciso che non era un viaggio per me. Gli eventi della vita, però, insegnano… e cosi decidemmo di andare a Lourdes.
Andare a Lourdes principalmente per ringraziare, per pregare e per chiedere come mendicanti.
Appena arrivati, sono stata folgorata dalla bellezza e dalla semplicità della Messa delle 23 presso la Grotta dell'Apparizione ed ho capito che, in quel momento, il mio posto era proprio lì.
Il primo giorno è stato intenso e molto faticoso, con la Via Crucis che si inerpica su una collina, ma è stato molto bello porgere il braccio a mia madre, ipovedente grave, nonostante la fatica della salita.
La Confessione con padre Severino (che non aveva niente di severo) mi ha fatto sentire l'accoglienza, la serenità, l'amorevolezza dell'abbraccio di Cristo ed ho scoperto che il sacerdote, pur essendo bresciano, ogni anno viene in vacanza a Roseto e, se Dio vorrà, ci risentiremo.
Il bagno purificatore e “mozzafiato” nelle piscine dell'acqua della Sorgente di Lourdes, dove sei accolta ed accompagnata dalle volontarie come si fa con una bambina, con una dolcezza, una calma, una tenerezza che non ti aspetteresti; e dove sei colto da un'emozione che ti impedisce di pensare a qualsiasi cosa… E poi… i malati, tanti, tantissimi, di ogni età e di ogni tipo, ma tutti con lo sguardo verso la Grotta e verso qualcosa di più grande.
Quello che, però, non mi aspettavo è stato il clima familiare che si è creato tra noi tutti del “Gruppo di Giulianova”, come urlava Santina dopo cena per gli avvisi. Conoscevo già tutti, ma con alcuni avevo soltanto scambiato dei frettolosi saluti dopo la Messa della Domenica, presa dalle mie cose e dalla mia vita. Questo pellegrinaggio, invece, mi ha fatto conoscere meglio e, forse, con gli occhi di Cristo, ognuno, percorrendo un pezzo di “strada” insieme, come dei veri compagni di viaggio.
Una delle parole che più mi hanno colpito da quando c'è Papa Francesco è il suo continuo richiamo al fatto che “il Signore primerea”. Nella sua lingua, primerea sta a indicare che ci anticipa, ci sta aspettando. Mi ha fatto ricordare che un altro nostro amico, don Giacomo Tantardini, adesso in Paradiso, lo diceva sempre: Gesù è prima e ci aspetta. Beh, in questo pellegrinaggio che abbiamo fatto per me è stato ancora più evidente tutto ciò. Gesù, attraverso la Grazia delle apparizioni, ci stava aspettando a Lourdes. E' stato bello mettersi tutti insieme in cammino (prima in pullman e poi a piedi) per andare a visitare i posti dove i santi piedi della Madonna hanno toccato la nostra terra, nella Santa Grotta. Insieme, a confessarsi, ad aiutarci nella Via Crucis, nei momenti di preghiera, nel Rosario, al bagno nelle piscine, nella processione e nell'Adorazione Eucaristica.





Insieme anche nei momenti di pranzo e cena, nei piccoli momenti di svago, in piena libertà e gratuità. Gesù primerea in tutti questi momenti.
Bellissimo, poi, è stato guardare le persone: i nostri compagni di viaggio, i pellegrini da tutto il mondo, i tantissimi ragazzi festosi e con le facce colorate che accompagnavano i malati, i tanti volontari, i sacerdoti. Tutti con lo stesso desiderio e la stessa domanda. Essere lì non solo per noi, ma anche per tutti quelli che portavamo nel cuore.

Tutto questo è l'esperienza concreta di un popolo in cammino, per aiutarci ad incontrarLo. Durante la proiezione del film “Bernadette”, c'è una frase che mi ha colpito molto. Quando un magistrato chiede a Bernadette di descrivergli come era la Signora quando le parlava, se Lei avesse gli occhi rivolti in alto, verso il cielo. Bernadette risponde, semplicemente: “… ma se parlava con me… aveva lo sguardo verso di me!” Che bello! Questo è lo sguardo della Madonna, verso di me! Chiediamo di poterlo meritare.



ESPERIENZA DEL VOLONTARIATO AVULSS

Anni fa, in un periodo difficile della mia vita, una mia cara amica con la quale preparavo le lezioni di catechismo, mi portò a conoscenza  di una associazione di volontariato, della quale faceva parte e che aveva visto nascere in questa Parrocchia : l'AVULSS.
Mi parlò a lungo di questa associazione e del servizio che le volontarie svolgevano in ospedale e mi propose di partecipare al corso di formazione che si sarebbe tenuto a primavera. Ero piuttosto dubbiosa e le risposi che nello stato d'animo in cui versavo mi sembrava contradditorio ed impossibile avvicinare le persone in stato di sofferenza, condividere i loro dolori ed aiutarle. Ritenevo di essere io ad avere bisogno dell'aiuto di queste volontarie che donano il loro tempo con gratuità, umiltà, sempre serene e sorridenti. La risposta fu: ”Se non provi non potrai mai sapere. Sono sicura  che se parteciperai al corso ed andrai nelle corsie dell'ospedale cambieranno molte cose in te”.
Mi trovai così, senza accorgermi, iscritta al corso. Le mie perplessità, le mie paure, all'inizio non si placavano; poi un giorno, durante una lezione tenuta da uno stimatissimo professore di filosofia sulla conoscenza di sé, venni colpita dall’argomento trattato e veniva messo il dito nelle mie piaghe. Essere tormentata da quelle parole e divenire consapevole di quello che c'era dentro di me fu un'unica cosa. Una grande emozione mi pervase.
Era la grazia del Signore  che mi donava  chiarezza  e metteva sulla mia strada una grande opportunità per crescere in umanità.
Finii il corso ed iniziai subito ad andare in corsia. Accanto a me ci furono tante volontarie, ricordo i loro nomi ed i loro volti che con pazienza  mi aiutavano ad imparare come avvicinarmi agli ammalati, mi insegnavano la discrezione, l'umiltà ed i silenzi che sembrano interminabili ma pieni di significato.
Era così iniziato il mio cammino, tutt'oggi non ancora terminato, e giorno dopo giorno  mi sono arricchita nella relazione con gli altri, ho affinato la mia sensibilità nei confronti delle persone in difficoltà. Nei loro volti sofferenti vedo il volto di Cristo, vicino a loro dimentico le mie difficoltà, i miei dolori si alleggeriscono e cresce in me, ogni volta che faccio servizio, una grande serenità e tanta lietezza.
L'Avulss, grazie  a un gruppo di  volonterose persone, è da trent'anni presente a Giulianova ed ha come punto di riferimento la nostra Parrocchia. E' una presenza silenziosa che si è allargata senza scalpore  e che dona gratuitamente il proprio servizio presso l'Ospedale Maria SS dello Splendore e la RSA Cristal.
Per diventare volontari Avulss è necessario frequentare un corso base di formazione che è aperto a tutti coloro che desiderano donare del tempo, con dedizione e costanza, alle persone in situazioni di difficoltà. Il percorso formativo prosegue poi con incontri mensili dedicati all'approfondimento e articolati secondo le esigenze del gruppo, seguendo le linee indicate dalla Federazione Nazionale Avulss.
Vi lascio una frase di Don Giacomo Luzietti (1931 – 1994) fondatore dell'Avulss: “ Chiedo ad ognuno di voi di  essere apostolo di pace e di riconciliazione, perché la pace e la riconciliazione sono la base su cui creare ogni rapporto umano sia tra i Volontari sia verso i fratelli sofferenti e malati che siamo chiamati a servire.”


Una volontaria Avulss








LA GIOIA DEL SÌ PER SEMPRE

Lo scorso 14 febbraio, Festa di San Valentino, Papa Francesco ha voluto incontrare i fidanzati per celebrare insieme “La gioia del Sì per sempre”, iniziativa promossa dal Pontificio Consiglio per la Famiglia. All'incontro sono stati invitati i fidanzati che si stanno preparando alla celebrazione del Matrimonio.
Anche la nostra Parrocchia, nel gruppo del cammino di fede in preparazione al matrimonio, ha vissuto le parti salienti di questo appuntamento importante in uno degli incontri proposti. È per questo motivo, con l'occasione che ci è stata offerta attraverso l'invito del nostro Parroco a scrivere della esperienza di quest’anno, che ci piace ricordare i punti del dialogo tra il Santo Padre e i fidanzati che mag-giormente hanno colpito le coppie che fanno parte del nostro percorso. Essi riassumono molto bene il senso, le preoccupazioni e le speranze di ogni coppia che si prepara a celebrare il Sacramento del Matrimonio.
Nell'incontro il Papa, ad una domanda postagli da una ragazza sulla paura del “per sempre”, ha risposto invitando i fidanzati a non lasciarsi vincere dalla cultura del “provvisorio”, quella mentalità che porta a pensare che "stiamo insieme finché dura l'amore", e poi finisce il matrimonio. Egli ha paragonato il cammino matrimoniale alla costruzione di una casa, che si costruisce assieme e che non va edificata sulla sabbia, bensì sulla roccia dell'amore vero, l'amore che viene da Dio. E la “ricetta” che il Santo Padre ci ha proposto per vincere questa paura del “per sempre” è quella di affidarsi al Signore Gesù in una vita che diventa un cammino di crescita spirituale quotidiano e di chiedergli di moltiplicare ogni giorno l'amore. Allora, nella preghiera del Padre Nostro, la parte che recita “Signore, dacci oggi il nostro pane quotidiano” potrà diventare "Signore, dacci oggi il nostro amore quotidiano".
Ad una seconda domanda dei fidanzati, che chiedevano se esistesse uno "stile" della vita della coppia, il Papa ha risposto con tre parole che possono riassumere le “regole” del cammino di una famiglia: permesso, grazie e scusa. “Permesso” è la richiesta gentile di poter entrare nella vita di qualcun altro con rispetto, cortesia e attenzione. "Grazie "richiama la gratitudine ed il dono. E nella vita matrimoniale è importante tenere viva la coscienza che l'altra persona è un dono di Dio e imparare a ringraziarsi a vicenda per ogni cosa. " Scusa" è la terza parola, attraverso la quale si riconoscono i propri errori, nella consapevolezza di non essere infallibili e che tutti possono sbagliare. E ci ha esortato a ricordare l'insegnamento di Gesù, che ci conosce più di chiunque altro, e che ci invita a non terminare mai una giornata senza chiedersi perdono, senza che la pace torni nella nostra casa, nella nostra famiglia. E' stato molto bello ascoltare e condividere nel gruppo il messaggio del Papa per le coppie di sposi e futuri sposi. Esso è stato accolto ed apprezzato da tutti per la sua semplicità.

Quello appena concluso è stato, per questo gruppo di famiglie, un anno importante. La crisi che attraversa il nostro mondo invade anche la famiglia, e ciò ci ha spinti a rimanere ancora più uniti e a ringraziare il Signore per le coppie di sposi che si sono unite all'equipe e per i fidanzati che hanno deciso di intraprendere il cammino in preparazione al Sacramento del Matrimonio. E' infatti forte il desiderio di “stare insieme” tra famiglie per condividere un cammino di fede, per aiutare ed essere aiutati. Infatti se è vero che “non è bene che l'uomo sia solo” è anche vero che “non è bene che la famiglia sia sola” (cit. Mons. Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, in “Globalizzazione e Vangelo della Famiglia”). Essa ha bisogno della comunità per non naufragare nelle onde dell'individualismo e di una società che offre sempre più modelli alternativi a quello della famiglia cristiana. Pertanto, se è vero che il gruppo di famiglie ha il suo momento forte nell'accompagnare i fidanzati al matrimonio, è anche vero che un altro aspetto importante che emerge è quello dello stare insieme per essere più forti e per poter riconoscere il grande tesoro d'amore che il Signore ha dato alla Chiesa attraverso le vocazioni al matrimonio e alla famiglia cristiana che ne deriva. Questo gruppo vuole quindi essere, nella parrocchia, quel seme di speranza che si impegna a vivere questo tesoro per farlo risplendere come una realtà bella ed entusiasmante, nonostante le difficoltà che la vita comporta. In un mondo segnato da tanta solitudine, la famiglia rappresenta ancora “la buona notizia” in grado di rispondere al bisogno di amore radicato nel cuore di ogni uomo. Pertanto invitiamo ogni coppia ad unirsi a questa realtà che, seppur nella sua semplicità, racchiude la bellezza dello stare insieme.







COMUNIONI 2014

L'esperienza della Prima Comunione di nostra figlia Federica è stato un momento di particolare riflessione ed uno strumento di verifica personale di noi stessi, vissuto intensamente da noi genitori e dai nostri cari con la consapevolezza dell'importanza di questo Sacramento. Un particolare pensiero va alle catechiste che con la loro esperienza di fede hanno toccato il cuore di nostra figlia, preparandola all'incontro con Gesù. Il Pellegrinaggio al Miracolo Eucaristico di Lanciano, a cui hanno partecipato veramente in tanti, è stata un'esperienza cristiana, ma anche un importante incontro fra tante famiglie di questa bellissima comunità parrocchiale, vissuto con raccoglimento, ma anche con momenti di canto e di gioia, culminato al ritorno sul piazzale di San Pietro con un canto, “Amico Gesù”, un canto che tutti noi, papà e mamme, conoscevamo, e che tutti insieme abbiamo dedicato a Don Ennio, che ci ha fatto vivere questa meravigliosa giornata con coinvolgimento e fede.
Ma il ricordo più importante, che rimarrà indelebile nella nostra mente, è sicuramente legato al giorno della Prima Comunione, ovvero il volto di nostra figlia Federica, assorta in preghiera e pronta a ricevere Gesù.
                                          Famiglia Gianni e Marilena Ciprietti


L'INCONTRO E IL RITROVO
L'esperienza vissuta con la preparazione alla prima comunione di mio figlio, Leonardo, è stata per me molto profonda ed emozionante, rigenerante direi.
Sotto certi aspetti è stato come riprendere un cammino interrotto, o meglio, come ritrovare un Amico da sempre amato, ma poco frequentato. Sì, il mio amico Gesù, incontrato più di trentacinque anni fa, grazie a chi, oggi, lo ha fatto conoscere a mio figlio: il caro Don Ennio, che con la sua passione e il suo spirito, e spinto da un grande amore, ha riacceso la fiamma, mai sopita, che era in me.
Ecco qui tutta la grandezza della prima Comunione di mio figlio, che ha avuto un doppio ruolo: quello del primo incontro di Leonardo e quello, passatemi il termine, del mio rincontro con Gesù.
È strana la vita, a volte si accantona per un po' chi ci vuole bene, o meglio, chi ci ama, per seguire altre vie più semplici, più terrene, più umane, ma l'amico vero è sempre lì, che ci aspetta con pazienza, con la certezza che prima o poi ritorneremo.
Sì, è così, e quando lo si rincontra, lo si ritrova, credetemi, la gioia è tanta e la sola consapevolezza di tutto questo rende felici, generosi, perché si è ricevuto un grande dono, così grande che si ha voglia di condividerlo.
Ecco, questa è stata la mia piccola, ma significativa, esperienza personale: ho ritrovato un Amico, abbiamo rinnovato la nostra amicizia, spero che verrò a trovarlo spesso.
Chiaramente, poi, vi è stata quella vissuta con tutta la famiglia, per noi è stata una grande gioia. Abbiamo partecipato con entusiasmo, stando attenti ad ogni tappa del percorso, devo dire che anche nostro figlio, Leonardo, era molto preso ed emozionato, ma anche molto consapevole grazie alle catechiste, che hanno fatto un lavoro meraviglioso.
Per noi è stata un'esperienza forte, e nello stesso momento dolce. Pur nella frenesia e nell'agitazione dei preparativi, abbiamo voluto che questa festa, oltre alla gioia, mantenesse tutto il suo significato autentico.
Tutta la famiglia è stata contagiata dall'evento, come se sopra di noi ci fosse un alone particolare. Tutte le persone vicine, nonni, zii e amici vivevano con noi l'evento. Tutto questo ha fatto riassaporare lo stare insieme anche tra famiglie, dagli incontri in chiesa sino alla bellissima giornata a Lanciano, dove abbiamo condiviso tutti la stessa gioia, eravamo tanti, ma tutti uniti dallo stesso spirito. Abbiamo cantato tantissime volte la stessa canzone, “Amico Gesù”, penso che veramente fosse lì con noi. Infatti il caso ha voluto che tanti di noi, da ragazzi, abbiano frequentato la stessa scuola, il catechismo o altre esperienze, così da ritrovarsi più uniti, per dare man forte ai nostri ragazzi.
Fino ad arrivare a quel giorno davvero speciale, quello della Prima Comunione, che abbiamo vissuto con tanta serenità, consapevoli della preparazione di Leonardo. In chiesa, io e mia moglie abbiamo trattenuto le lacrime, quando nostro figlio ha ricevuto il Sacramento: ci siamo stretti forte la mano, come per suggellare il momento. Leonardo, quando si è girato per andare al proprio banco, aveva una luce diversa nei propri occhi.
In conclusione, devo dire che tutto ciò ci ha dato veramente tanto.


                                               Marco e Roberta Lucchetti




CRESIME 2014

Un grande Vescovo Don Tonino Bello, citato spesso dal nostro caro Padre Spirituale, diceva: “I ragazzi (guai a chiamarli con il diminutivo -ini) non hanno bisogno di una Chiesa "devi andare  Messa, devi venire al catechismo", ma di una Chiesa “di compagnia” che sappia camminare con loro e mettersi al loro sevizio. Hanno bisogno di persone di compagnia che con simpatia, ospitalità, affetto, pazienza, competenza, altruismo, gratuità li accettino così come sono e li aiutino a maturare e a crescere senza far loro pesare il fatto di essere né piccoli, né grandi. Il  Catechismo, la  Cresima non sono un dovere, ma un dono della comunità cristiana che ama i ragazzi e li accompagna dando loro il meglio”.
Questo il dono più grande dell'esperienza delle Confermazioni nella nostra parrocchia, che sotto la precisa guida del suo Padre Spirituale si sono svolte anche quest'anno.
E in fondo la compagnia, è una componente fondamentale della vita dei ragazzi, ma allo stesso tempo è una strategia d'amore che Dio ha sempre seguito, basti pensare al  brano dei discepoli di Emmaus . Gesù non sorprende i due Discepoli rimproverandogli che dopo tre anni di “catechismo” itinerante per le strade della Palestina non avevano imparato niente. Lui invece si accosta con discrezione e cammina con loro comprendendone problemi e le inquietudini.
Gli chiede dolcemente “Che cosa vi succede? Perché siete così tristi?” Egli non impone nulla, sta alla porta e bussa, è in compagnia con loro.
Del resto è quel Gesù che in mezzo alla folla sente la donna che Gli sfiora le vesti, tanto che perfino i discepoli gli dicono, ma tu ci chiedi chi ti ha sfiorato e qui c'è una moltitudine di persone. Ma Lui no non molla, Lui è attento, la cerca con lo sguardo e la trova.
Ecco l'esperienza fondamentale della Cresima:  non aspettare che i ragazzi  vengano, ma fare in modo di andare  da loro, con grande simpatia e prendere i ragazzi così come sono, con le loro inquietudini e contraddizioni e avere una conoscenza approfondita delle caratteristiche della età che stanno vivendo.
Non dimentichiamoci che l'anno della Confermazione coincide, in molti casi, con quella dello sviluppo e degli esami di terza media. Forse non ce ne accorgiamo ma i nostri ragazzi hanno, o gli diamo, così tanti impegni che non ci capiscono più nulla. Il nostro Padre Spirituale è sempre prodigo di ringraziamenti per tutti, ma noi (genitori, catechisti, zii parenti, amici, professori, istruttori sportivi…) li ringraziamo mai i nostri ragazzi? Ci rendiamo conto dei pesi che portano?
I ragazzi, sono i nostri compagni di strada, strada compiuta assieme da percorrere  in un arricchimento vicendevole, perché dai  ragazzi riceviamo tantissimo! Ecco il Dono della Cresima, il  solo  stare con loro e' un Miracolo del Signore un Frutto della Sua bontà, un Onore che Lui ci concede.
I ragazzi hanno bisogno di questa Chiesa, di questa Parrocchia, che si avvicina  a loro che si  tocca ed in cui si vede il Regno di Dio,infatti la Parrocchia diventa sempre più luogo di una  Fede viva e di vita  normale, i ragazzi sono rumorosi per natura ma, quante volte durante la celebrazione il nostro Padre Spirituale dice non fa niente se i bambini giocano, e allora  quanto sono stati meravigliosi i Rosari detti in Chiesa insieme ai ragazzi durante la preparazione al Sacramento, che Grazia di Dio, che Frutto Speciale pregare con Loro! Anche nella loro “preghiera rumoreggiante”!
Il gruppo dei ragazzi della Cresima, è qualcosa di straordinario il solo vederli ti  attrae, ti riempie il cuore, non fa niente se qualcuno  manca qualche volta, questo non costituisce una penalizzazione per i ragazzi, loro non fanno mai sentire i mancanti tagliati fuori, ne' dichiarano gli assenti ormai perduti. Ecco lo Spirito Santo!
Quante volte facendo l'appello durante il catechismo, i ragazzi dicevano: “aspettiamo magari arrivano”, oppure “forse sono solo in ritardo, stanno studiando, domani hanno un'interrogazione”. Si tratta di un gruppo che vede il numero dei suoi membri salire e scendere improvvisamente, ma che non ha paura di questo perché il catechismo non si limita alla riunione settimanale, ma continua anche fuori, nelle classi scolastiche e anche “in giro”. Anche se paradossalmente oggi, purtroppo, constatiamo che la Cresima, che dovrebbe essere il punto più alto dell'iniziazione cristiana, diventa in realtà l'entrata  nella “comunità” di quelli che in Chiesa non ci passano più, non dobbiamo averne paura, pur continuando a fare di tutto per evitarlo, Lo Spirito Santo, sicuramente le studia tutte affinché  i genitori e gli educatori riescano davvero a trasmettere ai ragazzi, il lieto messaggio dell'Amore di Dio per l'uomo.  Ma alla fine  lo Spirito non può certo fermarsi qui, sicuramente Lui ci pensa  e certo non possiamo pensare di essere noi a riportare le persone in Chiesa,  altrimenti i frutti della Cresima dove sono? Il dono dello Spirito Santo è per sempre! Del resto, Padre Carmine, in una delle Sue catechesi, che grazie al nostro Parroco, sono state parte fondamentale degli incontri preparatori della Cresima, nello spiegare il Credo disse che, nel momento in cui si recita il Credo e si dice “Dio Padre Onnipotente” dovremmo tirare tutti un sospiro di sollievo, pensando: “meno male non sono io l'Onnipotente che deve risolvere tutto, c'è un altro che lo fa al posto mio!”
Il dono e l'esperienza fondamentale della Cresima sono che nella Chiesa non ci deve entrare solo la testa dei ragazzi, ma tutta la loro persona, certamente ai ragazzi va fatto capire   che il Signore” sempre e per sempre dalla stessa parte lo troverai”, come ci ha spiegato, attraverso la nota canzone di Francesco De Gregori “Sempre  e per Sempre “, un  grande Capo Scout, durante uno degli incontri preparatori al sacramento che si è svolto nel salone parrocchiale.
Il frutto più grande della Cresima è che i ragazzi sono parte di un'esperienza di un gruppo di amici di una “company'” come recita uno dei tanti canti proposti dal nostro Padre Spirituale.
I ragazzi che ti  riconoscono per strada e ti salutano e ti fermano per raccontarti le loro storie quello che gli è successo a scuola, con gli amici questa è la Cresima.
Perché sicuramente grazie alla  Cresima  i ragazzi capiscono che nella vita contano le cose belle e semplici, come stare e cantare tutti insieme e non solo gli apparecchi  tecnologici,  perché spesso la tecnologia ci fa pensare di essere in tanti per i “contatti” che abbiamo, ma in realtà siamo soli.
In questo la nostra  la Parrocchia, grazie al nostro Padre Spirituale, è da sempre aperta a esperienze, gruppi, associazioni che in tanti casi  suscitano  nei ragazzi il desiderio di entrarvi e  il nostro  parroco non è il “Sansone” della situazione che risolve l'iniziazione cristiana facendo tutto da solo ma da sempre utilizza le catechiste sforzandosi di far capire che non è l'aspetto dottrinale quello predominante ma la bellezza dello stare insieme.
Come ad esempio durante uno dei momenti più forti e significativi della esperienza della Cresima  lo splendido ritiro a Loreto, una giornata fantastica, indimenticabile nella quale lo Spirito Santo si è manifestato dappertutto, nella splendida catechesi di Don Victor, caratterizzata da un'ampia partecipazione dei ragazzi, nella favolosa preparazione al sacramento della Confessione da parte del nostro Parroco, nel rotolarsi dei ragazzi nei giardini della residenza salesiana dove si è svolto il ritiro, nella musica dei ragazzi e nel ballo che hanno fatto nel cortile del Convento,  nella presenza “rumorosa ma affettuosa” dei ragazzi nella Santa Casa e nella Santa Messa.
Ecco il frutto , lo Spirito Santo pervade tutta l'esperienza della vita, non ci sono spazi o tempi in cui non è presente, non può essere categorizzato in un ambito solo. Che grande consolazione non siamo mai soli ragazzi miei!
In uno dei Suoi tanti avvisi il nostro Padre Spirituale ci ha invitato a leggere la “Evangelii Gaudium”, l'esortazione Apostolica di Papa Francesco. In quelle pagine si trova una descrizione bellissima della forza dello Spirito Santo, che è il Protagonista dell'esperienza della Cresima e che opera  come un vento che trasporta le buone azioni da una parte all'altra dell'Universo a seconda di dove servono veramente. Quindi non dobbiamo scoraggiarci se non ne vediamo il frutto subito e a nostro favore lo Spirito Santo utilizzerà quanto  fatto lì dove serve. Che meraviglia! che consolazione ! Che certezza! Le buone azioni  non vanno mai sprecate! Ecco l'azione dello  Spirito Santo.
Che stupore che incanto ecco l'esperienza della Cresima, vederli tutti lì nei banchi, la sera del Sacramento,insieme ai loro genitori, quante famiglie si riuniscono, quanti diverbi si appianano in quel giorno. È lo Spirito Santo. È il Sacramento. È l'azione di Dio.
Ma quanto sono Belli quando si alzano per dire “Eccomi” un brivido pervade tutta l'assemblea, il Sacramento i Suoi frutti sono di tutti, travalicano i confini della Chiesa e della Parrocchia  e pervadono tutto il mondo! È lo Spirito Santo!
Poi le preghiere dei fedeli, ma guarda un po' chi le legge, ma non erano le più terribili? E ora non sono lì che leggono con sicurezza e fervore davanti a tutti? Ma allora? È lo Spirito Santo RAGAZZI! Ecco il Dono lo Spirito Santo: stravolge i giudizi che si hanno sulle persone, non le guarda come noi, come sembrano a noi, ma come veramente sono nel Signore. E che sorprese!
Che stupore, che gioia, vederli tornare, al catechismo, anche dopo il Sacramento, durante il mese di Maggio, e poi tutti insieme  al Santuario della Madonna dello Splendore per un momento di ringraziamento Mariano con l'incredibile nostro Padre Spirituale che offre un gelato a tutti! Eccoli tutti li sotto la protezione della Madonna dello Splendore , sono proprio loro, sono proprio tutti, certamente c'è lo Spirito Santo e senza dubbio  gli donerà  la virtù della Perseveranza. Non abbiate paura, forza e coraggio ragazzi miei!


Un genitore delle Sante Cresime 


Nessun commento:

Posta un commento