PESCA: SITUAZIONE DIFFICILE MA VINCE LA SOLIDARIETÀ
Ve lo immaginate il pescatore che, dopo aver tirato su le reti, con le mani ancora bagnate, si mette ad armeggiare con il tablet per comunicare alle autorità competenti il tipo, la quantità, la qualità ed il peso del prodotto appena pescato? Va bene la telematica, ma qui forse si esagera. Eppure è una delle novità, tra le più contestate, introdotte di recente nel già martoriato settore della pesca. “Che senso ha”, protestano i pescatori, “obbligarci a comunicare in questo modo la nostra attività quando sarebbe più semplice per noi riempire un modulo presso la Capitaneria di Porto una volta tornati a riva?”
Un'altra novità contestata è poi il blu box, il costoso satellitare dei natanti, obbligatorio per le imbarcazioni superiori a 15 metri. Ma fa discutere soprattutto la “licenza a punti”. Essa funziona allo stesso modo della più nota patente di guida: ad ogni navigante vengono assegnati 20 punti che possono essere decurtati se si commettono infrazioni (pesca entro le tre miglia, mancato rispetto della taglia minima da pescare ecc.). Il rischio è quindi che per un certo periodo di tempo non si possa esercitare il proprio lavoro. Nulla di positivo poi neanche per quanto riguarda i costi del gasolio che sono in costante aumento ed incidono ancora pesantemente sul costo del lavoro. Insomma, per la pesca sono ancora tempi difficili e non si vede ancora alcuno spiraglio positivo.
L'Italia poi è poco ascoltata in sede comunitaria dove spesso dettano legge i paesi nordici. Le nostre istituzioni ormai fanno ben poco per aiutare un settore in forte crisi. Fra due anni anzi spariranno anche le agevolazioni previdenziali e fiscali e quindi ogni impresa dovrà pagare per intero le proprie quote.
Una delle questioni che continua a creare frizioni fra la categoria e le istituzioni è poi l'annosa diatriba sul fermo biologico, il periodo cioè in cui è proibito pescare per consentire il ripopolamento della specie marine. Quest'anno il fermo nell'Adriatico scatterà l'11 agosto e si protrarrà fino al 15 settembre. Il periodo prescelto non piace affatto alla nostra marineria perché in questo modo aumenteranno le importazioni e di conseguenza lieviteranno i prezzi e sarà difficile poi riportare il tariffario alla situazione precedente. “Sono anni che sosteniamo che il periodo migliore per il fermo biologico è quello primaverile, ma senza alcun esito. Imporre il fermo in piena stagione turistica è sbagliato anche perché saremo costretti a commercializzare pesce congelato o d'importazione, con grave danno anche all'immagine del nostro turismo”, spiega Vincenzo Staffilano, presidente del Gruppo Azione Costiera Costa Blu di Teramo.
Che dire poi dell'invasione delle flottiglie esterne che vengono nei nostri porti e spesso pescano in modo indiscriminato, pescando sottomisura senza neanche la mediazione del Mercato Ittico? E' una delle piaghe maggiori di cui si lamenta la categoria. Stanchi di questa situazione, alcuni armatori locali hanno addirittura abbandonato il nostro scalo per trasferirsi su altri porti dove il fenomeno è meno diffuso, come ad esempio San Benedetto del Tronto. Le autorità locali sembrano fare ben poco per frenare questo esodo, che costituisce, come è agevole comprendere, un grosso danno per tutta l'economia cittadina. E soprattutto non c'è alcun investimento sui giovani: molti pescatori sono vicino al pensionamento e non si vede alcun ricambio.
Qualcosa tuttavia si sta facendo, almeno per non far morire definitivamente la categoria. Una delle speranze è data dal FEAMP (Fondo Europeo per le Attività Marittime e della pesca), erede dei più noti FEP. Tali fondi europei sono stati introdotti e saranno operativi fino al 21 dicembre 2020. Ma mentre nel FEP la pesca era considerata come attività a sé, con il FEAMP essa diventa solo un segmento di tutta l'attività marittima, accanto ad ecologia ed ambiente.
La novità più confortante e della quale abbiamo già accennato in qualche edizione precedente di quest'opuscolo è la nascita dei GAC (Gruppi di Azione Costiera). Essi sono sorti con il compito di valorizzare la nostra costa, e di sostenere l'economia locale legata alla piccola pesca. Il Gac Costa Blu di Teramo, di cui è presidente Staffilano, studia e supporta tutte le idee dirette a salvaguardare la pesca tradizionale, incentivando e promuovendo le possibilità di business ad esso connesse, che siano esse legate al commercio, alla gastronomia, al turismo o alla cultura marinaresca. Chi ha bisogno di incentivo, piano economico o semplicemente un parere, può perciò rivolgersi a tale organismo dove troverà dei professionisti che lo aiuteranno a capire come utilizzare al meglio i fondi destinati al settore ittico.
Tra le più importanti novità introdotte dal Gac va segnalato poi l'impegno per accorciare la filiera di vendita con la commercializzazione del prodotto on-line direttamente al privato. A tale proposito sono nati, all'interno dei Gac, i Gruppo d'Acquisto Solidale (GAS) . Si tratta di un organismo che raggruppa per il momento circa 150 famiglie della provincia di Teramo. Attraverso la rete telematica tali famiglie possono ordinare il quantitativo e la qualità di pesce desiderato. A capo del gruppo c'è un referente delegato a trattare e concordare il prezzo con le imprese di pesca.
È un metodo intelligente e solidale per aiutare le famiglie e dare un po' di respiro all'intero ambito della pesca. In questo modo ne trae giovamento anche l'intera economia locale. Non va dimenticato infatti che Giulianova costituisce il primo porto adriatico nella commercializzazione del pesce azzurro. Un'attività questa, che fornisce lavoro a migliaia di persone tra settore diretto ed indotto. Ed è una ricchezza certamente da salvaguardare e migliorare.
Ve lo immaginate il pescatore che, dopo aver tirato su le reti, con le mani ancora bagnate, si mette ad armeggiare con il tablet per comunicare alle autorità competenti il tipo, la quantità, la qualità ed il peso del prodotto appena pescato? Va bene la telematica, ma qui forse si esagera. Eppure è una delle novità, tra le più contestate, introdotte di recente nel già martoriato settore della pesca. “Che senso ha”, protestano i pescatori, “obbligarci a comunicare in questo modo la nostra attività quando sarebbe più semplice per noi riempire un modulo presso la Capitaneria di Porto una volta tornati a riva?”
Un'altra novità contestata è poi il blu box, il costoso satellitare dei natanti, obbligatorio per le imbarcazioni superiori a 15 metri. Ma fa discutere soprattutto la “licenza a punti”. Essa funziona allo stesso modo della più nota patente di guida: ad ogni navigante vengono assegnati 20 punti che possono essere decurtati se si commettono infrazioni (pesca entro le tre miglia, mancato rispetto della taglia minima da pescare ecc.). Il rischio è quindi che per un certo periodo di tempo non si possa esercitare il proprio lavoro. Nulla di positivo poi neanche per quanto riguarda i costi del gasolio che sono in costante aumento ed incidono ancora pesantemente sul costo del lavoro. Insomma, per la pesca sono ancora tempi difficili e non si vede ancora alcuno spiraglio positivo.
L'Italia poi è poco ascoltata in sede comunitaria dove spesso dettano legge i paesi nordici. Le nostre istituzioni ormai fanno ben poco per aiutare un settore in forte crisi. Fra due anni anzi spariranno anche le agevolazioni previdenziali e fiscali e quindi ogni impresa dovrà pagare per intero le proprie quote.
Una delle questioni che continua a creare frizioni fra la categoria e le istituzioni è poi l'annosa diatriba sul fermo biologico, il periodo cioè in cui è proibito pescare per consentire il ripopolamento della specie marine. Quest'anno il fermo nell'Adriatico scatterà l'11 agosto e si protrarrà fino al 15 settembre. Il periodo prescelto non piace affatto alla nostra marineria perché in questo modo aumenteranno le importazioni e di conseguenza lieviteranno i prezzi e sarà difficile poi riportare il tariffario alla situazione precedente. “Sono anni che sosteniamo che il periodo migliore per il fermo biologico è quello primaverile, ma senza alcun esito. Imporre il fermo in piena stagione turistica è sbagliato anche perché saremo costretti a commercializzare pesce congelato o d'importazione, con grave danno anche all'immagine del nostro turismo”, spiega Vincenzo Staffilano, presidente del Gruppo Azione Costiera Costa Blu di Teramo.
Che dire poi dell'invasione delle flottiglie esterne che vengono nei nostri porti e spesso pescano in modo indiscriminato, pescando sottomisura senza neanche la mediazione del Mercato Ittico? E' una delle piaghe maggiori di cui si lamenta la categoria. Stanchi di questa situazione, alcuni armatori locali hanno addirittura abbandonato il nostro scalo per trasferirsi su altri porti dove il fenomeno è meno diffuso, come ad esempio San Benedetto del Tronto. Le autorità locali sembrano fare ben poco per frenare questo esodo, che costituisce, come è agevole comprendere, un grosso danno per tutta l'economia cittadina. E soprattutto non c'è alcun investimento sui giovani: molti pescatori sono vicino al pensionamento e non si vede alcun ricambio.
Qualcosa tuttavia si sta facendo, almeno per non far morire definitivamente la categoria. Una delle speranze è data dal FEAMP (Fondo Europeo per le Attività Marittime e della pesca), erede dei più noti FEP. Tali fondi europei sono stati introdotti e saranno operativi fino al 21 dicembre 2020. Ma mentre nel FEP la pesca era considerata come attività a sé, con il FEAMP essa diventa solo un segmento di tutta l'attività marittima, accanto ad ecologia ed ambiente.
La novità più confortante e della quale abbiamo già accennato in qualche edizione precedente di quest'opuscolo è la nascita dei GAC (Gruppi di Azione Costiera). Essi sono sorti con il compito di valorizzare la nostra costa, e di sostenere l'economia locale legata alla piccola pesca. Il Gac Costa Blu di Teramo, di cui è presidente Staffilano, studia e supporta tutte le idee dirette a salvaguardare la pesca tradizionale, incentivando e promuovendo le possibilità di business ad esso connesse, che siano esse legate al commercio, alla gastronomia, al turismo o alla cultura marinaresca. Chi ha bisogno di incentivo, piano economico o semplicemente un parere, può perciò rivolgersi a tale organismo dove troverà dei professionisti che lo aiuteranno a capire come utilizzare al meglio i fondi destinati al settore ittico.
Tra le più importanti novità introdotte dal Gac va segnalato poi l'impegno per accorciare la filiera di vendita con la commercializzazione del prodotto on-line direttamente al privato. A tale proposito sono nati, all'interno dei Gac, i Gruppo d'Acquisto Solidale (GAS) . Si tratta di un organismo che raggruppa per il momento circa 150 famiglie della provincia di Teramo. Attraverso la rete telematica tali famiglie possono ordinare il quantitativo e la qualità di pesce desiderato. A capo del gruppo c'è un referente delegato a trattare e concordare il prezzo con le imprese di pesca.
È un metodo intelligente e solidale per aiutare le famiglie e dare un po' di respiro all'intero ambito della pesca. In questo modo ne trae giovamento anche l'intera economia locale. Non va dimenticato infatti che Giulianova costituisce il primo porto adriatico nella commercializzazione del pesce azzurro. Un'attività questa, che fornisce lavoro a migliaia di persone tra settore diretto ed indotto. Ed è una ricchezza certamente da salvaguardare e migliorare.
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