Il
Vangelo rivelato ai semplici: Il Padre e il Figlio. «»In quel tempo Gesù disse:
“Ti benedico, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenute
nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai
piccoli. Si o Padre, perché così è piaciuto a Te.” (Mt 11, 25)
Sei
stato un grande esempio per noi e siamo cresciuti insieme; eravamo così
giovani, la nostra vita insieme non è iniziata con spensieratezza: la morte di
tuo padre una settimana prima di sposarci, la malattia di mamma che tu hai
amato tanto, ma tu mi hai aiutato in tanti modi e ti sei fatto carico della
famiglia come fosse la tua.
Ti
ringrazio, Signore, per aver dato a Dino questa sapienza del cuore per cui la
sua vita è stata ricca di gesti buoni, accoglienti e rispettosi verso tutti.
La
famiglia per te è stata la più importante di tutti: Nadia e Berardo sono stati
la pienezza della tua vita, hai pensato a loro anche quando credevi di non
farcela prima del trapianto. La gioia e la commozione perché tutto andò bene ci
hanno fatto vivere fiduciosi e pieni di speranza.
Grazie,
Signore, del dono di quella ragazza di quattordici anni che ha permesso a Dino
di vivere per altri ventiquattro anni. “Tutto mi è stato dato dal Padre mio:
nessuno il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia
rivelare”.
La
tua vita è stata piena di tante gioie: i nipoti che hai amato tanto: Chiara,
Alessandro, Mattia e Federico. Almo e Paola li hai accolti come figli; eri orgoglioso
della tua bella famiglia! Eri contento quando a pranzo potevi allungare il
tavolo per mangiare insieme, sempre disponibile ad accompagnare i nipoti e
giocare con loro. Che grande uomo sei stato! La morte la consideravi come un
“compimento” ma il pensiero di distaccarti dalla tua famiglia ti addolorava.
Hai lasciato un grande vuoto… grazie per quanto abbiamo vissuto insieme, per i
tuoi esempi buoni, per il tuo saper fare tante cose: bastava che avessimo
un’idea e per te era tutto realizzabile. Quando hai lavorato, piccolo, grande
uomo!
In
questo ultimo periodo non facevi altro che ringraziare tutti: dalle persone che
venivano a trovarti, ai medici e agli infermieri. A me ringraziavi ogni giorno;
non ti rispondevo perché non facevo nessuna fatica a stare con te. Ci chiedevi
di aiutarti ma non sapevamo come, se esserti vicino e poi chiedevi al Signore
di venirti in aiuto. Egli lo ha fatto il
giorno di sabato, dedicato alla Madonna, e tu sei nato il giorno della Natività
di Maria. Lei ti ha accolto con dolcezza, con il cuore di mamma ed io sono
serena perché ero con te ad accompagnarti.
“Venite
a me, voi tutti che siete stanchi e io vi risponderò; imparate da me che sono
mite ed umile di cuore, e troverete ristoro; il mio giogo infatti è dolce e il
mio carico leggero”
Dicendoti
grazie dell’amore che ci hai donato, ti affidiamo a Dio perché sia lui a farti
gioire e a farti scoprire quella pienezza d’amore che Lui ha promesso e solo
Lui può dare. E ora che vivi nella gloria di Dio, non dimenticarti di noi, e
come hai fatto sempre, conservaci ogni giorno il saluto della tua presenza.
Amelia Morè
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