giovedì 25 luglio 2013

PARROCCHIA LIVE




L’INCONTRO CON PAPA FRANCESCO

Il 19 Giugno 2013 abbiamo incontrato il Papa. Quando Don Ennio ha letto, tra i suoi “famosi avvisi” che avrebbe organizzato un pellegrinaggio per andare a Roma in udienza dal Santo Padre, subito abbiamo pensato: “che bello! Si noi ci andiamo!” Poi però la doccia fredda” si parte alle 3 di notte! La solita umanità timorosa!  E invece eccoci  sul pullman.  “L'appello si fa in marcia!” Tuona Don Ennio, ma poi anche l'ultimo dei nostri amici viene imbarcato. Noi siamo sull'autobus numero tre. L'arrivo a Roma è un sogno: l'alba ci sorprende e l'aurora ci abbraccia. Alle 6 e 45 siamo in fondo alla piazza, ai lati la fila è già chilometrica, Valentina e Paola ci portano i pass per entrare, toh sorpresa ci sono anche le professoresse Rosati ed Orsini. Franco Maisano, il catechista dei chierichetti, guida il gruppo verso le transenne laterali “Il Santo Padre passa di qua!” Indica sicuro. Alle 8 siamo tutti sistemati, comincia il via vai dei ragazzi ai servizi, che per fortuna sono vicinissimi, il tourbillon dei panini, delle bevande, dei cappellini, degli occhiali da sole e degli ombrellini. La professoressa  passa a salutare i ragazzi e li coccola un po',” bello no?” In fondo poteva restare a sedere e invece no è li che li abbraccia che fa sentire ai ragazzi la sua presenza. Ci giriamo, la piazza e già gremita, meno male che Don Ennio ci ha fatto partire alle 3! Siamo tutti seduti il tempo vola, il caldo aumenta. Alle 10 in punto scorgiamo al lato la Papamobile, e in un battibaleno Lui sale, il boato della folla, da tempo anche via della Conciliazione è stracolma, è assordante. Il “Dolce Cristo in terra” comincia il suo giro. Non si può spiegare l'esperienza di essere tutti insieme nella stessa piazza con il vicario di Cristo. Il cuore trabocca di gioia, i suoi gesti sono quelli di un padre affettuoso, di una mamma dolcissima. Saluta tutti, prende in braccio tutti i bambini; uno poi se lo carica sull'auto e, seduto insieme a Lui, ci va un po' a spasso in macchina, sembra che ci guardi ad uno ad uno, non importa se non gli sei davanti, la Sua presenza è straordinaria. Non facciamo in tempo a girarci che  è già salito sul Sagrato della basilica, ci saluta con un “buon giorno fratelli”. Poi comincia a leggere, dopo un po' parla a braccio e dice ”le chiacchiere! Quanto male fanno le chiacchiere!” “Dobbiamo volerci bene, niente divisioni” “Dobbiamo restare uniti sempre più intensamente a Gesù perché è Lui che dona l'unità alla Chiesa”. Seguono i saluti in tutte le lingue e poi cominciano quelli agli ospiti più vicini. Noi siamo sotto, e nel frattempo scendono le coppie dei giovani sposi che lui benedica; Auguri, auguri”, gridiamo anche noi, “grazie grazie” rispondono raggianti. Scende anche Valeria Mazza con il marito, Enrico Chiesa (ex nazionale di calcio) con gli amici. Nel frattempo, a lato, un gruppo di fratelli diversamente abili si prepara, lui scende dal sagrato sulla Papamobile, passa. È a pochi metri, riusciamo a vederlo… siamo felici! Si dirige verso i fratelli più bisognosi, scende dalla macchina e li saluta ad uno ad uno. Oramai ci avviamo verso l'uscita  per dirigerci alla casa generale delle suore del Bambin Gesù, ci giriamo indietro, lui è ancora lì. Dopo ore ancora non ha finito di stringere mani, di confortare famiglie, di partecipare alla loro e alla nostra vita!
Siamo sotto il pergolato! Un po' d'ombra finalmente! Fuori i panini e bevande! Ah c'è una fonte di acqua fresca! Le suore ci accolgono con garbo e riservatezza . Poi via a prendere il gelato, due negozietti con souvenir di Roma e poi tutti in Basilica a Santa Maria Maggiore per l'indulgenza plenaria. Ci dirigiamo sotto la cripta per vedere il legno appartenuto, secondo la tradizione, alla culla di Gesù. Dopo andiamo  al confessionale perché la Santa Messa sta per iniziare, i ragazzi fanno tutti la Santa Comunione, le preghiere sono spontanee e commosse, il raccoglimento grandissimo. Siamo pronti per ripartire. Il pullman è puntuale. Mentre usciamo da Roma, tutti commentano la giornata, tutti ripensano ai momenti che, trascorsi insieme, portiamo con noi. Abbiamo vissuto una grande esperienza di appartenenza!

Francesca Bellini, Caterina Di Bella, Mariachiara Tarquini, Allegra Giorgini, 
Benedetta Cinti D'Attanasio, Francesco Conforti, Alessandro Sacconi, Giammaria Alessi, 
Matteo Aquilini, Alessandro Di Loreto, Giorgia Di Bonaventura, Giulia Totaro, 
Federica Straccialini, Daniele Vagnoni, Eugenia Costantini, Gloria Lombardo,
Iacopo Ciacci, Tommaso Veruschi, Matilda Congedo, Giacomo Congedo, Alessandro Farinelli 










“EVANGELIZZARE IN FAMIGLIA”

Il progetto di catechesi familiare rivolto ai bambini di sei e sette anni e ai loro genitori, proposto già dall’anno scorso dal nostro vescovo S. E. Mons. Michele Seccia, ha ripreso il suo corso nelle nostre case anche quest’anno. Ai due gruppi già esistenti si sono aggiunti due gruppi nuovi . Alla fine di questo periodo trascorso insieme ci troviamo a riflettere su noi stessi e sui nostri figli. Indubbiamente sono stati mesi ricchi di momenti speciali in cui non solo abbiamo potuto assistere alla crescita di un’amicizia particolare tra i bambini ma, soprattutto, alla nascita di un’amicizia bella anche tra noi genitori. È come se attraverso il “kerigma” , il primo annuncio fatto ai bambini, anche i genitori avessero risvegliato la loro fede forse un po’ assopita sia dalla quotidianità che dalla corrente da cui ci si sente trascinati. È stato bellissimo osservare come fossero gli stessi bambini a collegare gli argomenti proposti ai nostri incontri con quelli dell’insegnante di religione a scuola o all’Azione Cattolica o anche al Gruppo Ministranti. Una volta si parlava della Immacolata Concezione della Madonna e del peccato originale: sono stati proprio i nostri figli a parlarci di Adamo ed Eva e del fatto che il peccato non risiedeva nella mela mangiata ma “nel voler fare come vogliamo noi”. A volte ci siamo trovati a riflettere, noi genitori, su come lo Spirito Santo sia concreto nel dirigere i nostri buoni propositi: ci si affanna tanto pensando di non essere in grado di fare e invece ci viene solo chiesto di essere, essere disponibili a dire di sì alla volontà di Dio e Dio stesso scriverà dritto su quelle righe storte che noi abbiamo tracciato. Ci siamo ritrovati alla celebrazione della Santa Messa quasi ogni domenica, abbiamo preparato, a volte, le preghiere dei fedeli, abbiamo letto insieme il Vangelo della domenica successiva, visitato il Santuario della Madonna dello Splendore deponendo i  nostri bisogni ai piedi di Gesù  attraverso l’intercessione di Maria, la nostra cara Mamma Celeste.  Anche la condivisione delle difficoltà presenti nelle nostre case come l’instabilità del posto di lavoro, un lutto, un problema scolastico di qualcuno dei nostri figli più grandi o una malattia hanno contribuito a farci sentire tutti uniti, con sincerità e con partecipazione alla situazione vissuta da un’altra famiglia. L’augurio che ci sentiamo di fare alle altre famiglie è quello di vivere una esperienza altrettanto bella e piena di tanta pace.


Genitori e bambini del progetto 

“Catechesi  familiare”







“FAMIGLIA E SOCIETÀ”

Nella nostra parrocchia, Natività di Maria Vergine, tra i tanti movimenti e associazioni ha trovato l’accoglienza del parroco anche il gruppo di famiglie, detto “equipe”, che si incontra per approfondire temi di spiritualità familiare e per affiancare le coppie che sono in prossimità delle nozze. Questo gruppo è nato svariati anni fa quando alcune famiglie hanno sentito l’esigenza di unirsi per pregare insieme, riscoprire il senso del sacramento del Matrimonio, confrontarsi sui problemi che sorgono nel vivere quotidiano. Piano piano, con l’aiuto di don Ennio, quelle poche famiglie iniziali hanno invitato altri amici e così il gruppo si è arricchito di nuove presenze ; talvolta qualcuno si è allontanato e poi è tornato, altri per problemi di salute non partecipano agli incontri ma assicurano il loro accompagnamento con la preghiera. Momento “forte” della vita dell’equipe è il periodo in cui i fidanzati si preparano alla vita matrimoniale: è un riscoprire ogni anno la grandezza di questo sacramento anche se si è sposati da tempo.
“Noi ci siamo avvicinati a questo gruppo invitati da un’altra coppia e non avevamo capito bene in che modo si svolgessero gli incontri, se veramente fossimo interessati. Poi, un incontro dopo l’altro, siamo stati penetrati dal messaggio di speranza che noi famiglie cattoliche dobbiamo portare alle altre che si sentono “smarrite” ammette uno di noi.
La famiglia, soprattutto negli ultimi decenni, ha subito attacchi da tutti i vari ambiti della società e si è ritrovata sempre più sola e sempre più debole.  E noi? Noi che facciamo per essere annunciatori di quella Speranza di cui parla il Vangelo?  ”Partendo da queste riflessioni abbiamo iniziato a rivedere la nostra vita sotto una luce diversa e, pur continuando a volte a sbagliare, vogliamo provare a costruire la santità come marito e moglie” dice un’altra coppia.
 Abbiamo delle responsabilità anche come educatori: ”Quali modelli di famiglia lasceremo ai nostri figli?” si interroga una giovane coppia. E’ allora necessario che noi per primi comprendiamo “chi siamo”: si deve parlare di famiglia perché di fronte alle confusioni  del nostro tempo, intendiamo fissare gli occhi sul modello di famiglia che la natura, la ragione, la storia, la fede cristiana ci hanno trasmesso come valido riferimento. Questo per evitare di distruggere quel pavimento che ci permette di costruire delle strutture sociali affidabili e convincenti. Dobbiamo avere davanti il modello ideale a cui fare riferimento, da proporre e a cui preparare le nuove generazioni.

“Abbiamo compreso l’importanza della formazione, di aprirci alle opportunità che la Chiesa ci offre” ha commentato un’altra coppia. La bellezza di questo cammino sta anche nell’apertura alle realtà più grandi di quella strettamente parrocchiale: in questo modo si rivela la missionarietà della Parrocchia che esce fuori dal suo contesto e si arricchisce del nutrimento della Chiesa Madre; si ha inoltre la possibilità di incontrare altre famiglie mettendo in comunione  le proprie esperienze. Invitiamo  affettuosamente altre coppie ad unirsi a noi per momenti di riflessione, preghiera e anche di convivialità.

L’equipe











FORANIADI 2013

Anche quest'anno, a conclusione dell'anno catechistico, la nostra Parrocchia Nativita' di Maria Vergine, insieme alla maggior parte delle parrocchie della Forania di Giulianova, ha partecipato alla manifestazione delle Foraniadi nel campo di Atletica il  15 Giugno.
Quanti foulards colorati.......... sembrava quasi un arcobaleno!
Tutti pronti per correre..... Saltare..... lanciare il vortex. La vittoria alla Parrocchia dell'Annunziata!! Evviva! Tutti infine a gustare i dolcetti offerti dai genitori! E poi..... Un grande annuncio: le offerte raccolte devolute al Progetto India...... un grande gesto di solidarietà.

Saluti, ringraziamenti, abbracci....... grati al buon Dio per un pomeriggio vissuto all'insegna dell'amicizia!

Sonia Fiora’










“SEMPRE DI PIU ALLE RIUNIONI”

In questo anno il Gruppo Ministranti è cresciuto notevolmente: ne siamo circa una ventina! Adesso è diventato anche più difficile gestire i turni per il servizio all'altare nelle domeniche e nei giorni festivi...che bello!!! Questo improvviso accrescimento di bambini e ragazzi disposti a servire Gesù, senza alcuna vergogna, ha fatto capire, a Franco Maisano che gestisce le riunioni ogni sabato ed i turni per i servizi, ma anche a tutti noi, che il Signore illumina davvero il cuore di ognuno, se ci apriamo e se ci rendiamo disponibili verso di Lui,  rendendoci  Suoi stretti collaboratori: questo è ciò che è accaduto ad ogni singolo ministrante del nostro gruppo. Spesso, quando ci incontriamo per la riunione settimanale, ci disponiamo tutti insieme attorno ad un tavolo e apriamo il Vangelo cercando di capire cosa Lui ha da dirci, come desidera che Lo serviamo cercando di correggere i nostri errori non solo nella vita personale ma anche nel servizio all'altare. Infatti, essere ministranti, non significa aiutare il sacerdote a preparare l'altare per celebrare l' Eucaristia, ma significa molto di più: vuol dire essere sempre disponibili ad aiutare il prossimo, a consigliare un amico in difficoltà, a fare tutte quelle cose che ci costano fatica ma che ci fanno guadagnare un pezzo di Paradiso. Inoltre, negli incontri, parliamo dei problemi, grandi o piccoli che siano, che abbiamo incontrato durante la settimana appena passata e come li abbiamo affrontati, in modo da poterci correggere e poter capire sempre più la volontà di Gesù sulla nostra vita. Non vi nego, però, che non siamo sempre così seri e non facciamo incontri sempre così intensi: ogni tanto il caro Franco ci fa divertire con dei quiz sugli oggetti sacri che vengono usati dal sacerdote e da noi ministranti durante le celebrazioni (i cui nomi dobbiamo sapere a memoria), o su personaggi del Vangelo e quando ci avviciniamo alla bella stagione Franco...offre a TUTTI un buonissimo gelato!! Le riunioni si concludono il mese di giugno con nostro grandissimo dispiacere, per poi riprendere a fine settembre-inizio ottobre con molta gioia! In parole povere è questo ciò che facciamo e che speriamo di continuare a fare agli incontri dei ministranti  con la speranza che il Signore ci doni altri ministranti in parrocchia...ministranti che possano avere la grazia e la chiamata di voler salire qualche altro gradino.

Massimiliano Pizzorulli












IL “DOPO CRESIMA”, QUESTO GRANDE SCONOSCIUTO!

Il “dopo Cresima” cos’è?
Concretamente in cosa consiste?
E cosa significa?
Queste sono le domande che ci siamo posti Pietro ed io quando a marzo Don Ennio ci ha chiamati: “Allora, vogliamo formarlo questo gruppetto?”. Ci siamo chiesti: “Cosa proponiamo? Di cosa possiamo parlare?”.  La risposta è arrivata e il passo evangelico che abbiamo proposto ai ragazzi parla di un Gesù che si fa prossimo, che si accosta e ascolta:“I discepoli di Emmaus” raccontato da Luca nel capitolo 24, versetti 13-25. A Gerusalemme cade il buio, tutto è finito (speranze, aspettative e desideri) tutto è morto e sepolto; chi aveva creduto in Lui ora si sente abbandonato, perso, smarrito. Eppure Lui c’è. Si avvicina a questa coppia di amici che tornano a casa scoraggiati, tristi, depressi e li fa parlare: sfogano la loro rabbia e la loro delusione. Gesù guarda nel loro animo e fa emergere tutto quanto c’è di positivo. Ecco di cosa abbiamo parlato insieme ai ragazzi: quando si perde la bussola, quando i nostri piani vanno in fumo Gesù in persona ci aiuta e ci sprona. Il “dopo Cresima” allora diventa un’opportunità, un cammino impegnativo da fare insieme. Significa credere che nel quotidiano Lui c’è e ci sarà sempre e che il Sacramento della Cresima possa diventare qualcosa di attuale e attualizzabile.

Alla chiamata (circa 100 cresimati) hanno risposto in 20 e con loro abbiamo intenzione di proseguire proprio perché  la Cresima non rimanga un obbligo adempiuto, ma un dono che fa crescere.  Papa Francesco, nella sua ultima enciclica  Lumen Fidei,  ci ricorda: “Chi crede, vede: vede con una luce che illumina tutto il percorso della strada, perché viene a noi da Cristo risorto, stella mattutina che non tramonta”. Questo è un forte incoraggiamento che ci spinge a spalancare il nostro cuore a Cristo.

Stefania Quarta









“ALL'ORIGINE DELLA PRETESA CRISTIANA”

In occasione dell'Anno della Fede, mercoledì 26 giugno scorso il Movimento ecclesiale Comunione e Liberazione e l'“Associazione l'Infinito” hanno promosso presso il Kursaal la presentazione pubblica del libro di Mons. Luigi Giussani “All'origine della pretesa cristiana”.
L'idea alla base dell'iniziativa è stata quella di offrire a tutti la possibilità di confrontarsi con uno dei testi fondamentali dell'opera di don Giussani, in cui l'autore mostra il passaggio dal senso religioso in generale all'avvenimento di Gesù Cristo, cioè all'esperienza religiosa cristiana.
Sostenuti da quanto don Giussani stesso dichiara nella prefazione (a questo libro tengo particolarmente, perché esprime le ragioni di una fede consapevole e matura), abbiamo invitato come relatore il Prof. Andrea Simoncini, nostro concittadino “emigrato” come Docente Ordinario di Diritto Costituzionale alla Scuola di Giurisprudenza dell'Università di Firenze, e Visiting Professor alla Notre Dame University negli Stati Uniti, e amico di don Julian Carron, responsabile del movimento di Comunione e Liberazione, e al tempo stesso uno di noi, un uomo preso, raggiunto e conquistato dall'Avvenimento di Cristo presente nella Chiesa.
Solo un uomo vero, mendicante cioè della verità, può lasciarsi interrogare, ferire dall'accadere di Gesù come fatto presente nel vivere quotidiano. L'attualità e l'urgenza di questo avvenimento per la vita di ognuno, ancor più se inserito nel contesto storico che viviamo, ha provocato molti di noi, non soltanto perché coinvolti nell'organizzazione dell'incontro, ma perché tesi a verificare la fede come l'unica risposta al vivere quotidiano, di ogni giorno, che rende drammatica la vita.
Durante la serata, infatti, ciò che ha maggiormente colpito molti dei presenti, così come accaduto a me, è stato il carattere di testimonianza assunto dall'incontro: non una dissertazione su un glorioso fatto del passato, di cui al massimo restano numerose vestigia, ma un avvenimento contemporaneo, un imponente fatto dell'oggi, che ha la forza di rileggere il passato e guardare con speranza al futuro in virtù di una pienezza presente, vissuta e sperimentata come grazia traboccante dal Mistero riconosciuto, amato e servito.
Certamente una gran bella serata, per la sala piena, per le numerose domande rivolte dal pubblico, ma soprattutto per la sfida, la stessa fin dagli inizi eppure sempre nuova, riproposta ad ognuno dei presenti: la pretesa cristiana, l'ipotesi che Cristo sia l'unica risposta capace di compiere pienamente il desiderio del cuore umano, ci lascia in fondo indifferenti? Oppure è l'ipotesi positiva su cui vale la pena puntare tutti i propri talenti?
Anche per chi ha ricevuto la grazia dell'incontro con Gesù, presente qui ed ora, la sfida sempre si rinnova e la risposta è per nulla scontata. E' una grazia da chiedere e da riconoscere ogni momento. E fa tornare alla mente l'augurio che don Giussani rivolgeva con insistenza ai suoi amici, come augurio per ogni uomo desideroso della verità: Vi auguro di non essere mai tranquilli.

                                                                                                                   
Marco Cappelletti























ORA TI DARÒ QUALCOSA A CUI CREDERE

“Ora darò io a te qualche cosa da credere. Io  ho esattamente cento e uno anni, cinque mesi e un giorno.”
“Questo non lo posso credere”disse Alice. “No?”,  disse la Regina in tono di compatimento “Provaci. Fa un respiro lungo, e poi chiudi gli occhi.”
Alice si mise a ridere. “È inutile che ci provi, “ ella disse, ”non si può credere alle cose impossibili.”
“Forse non hai la pratica necessaria,” disse la Regina ”Quando io avevo la tua età, m’esercitavo per mezz’ora al giorno. Ebbene, a volte credevo nientemeno che a sei cose impossibili prima di colazione...»
[Lewis Carroll. Through the looking-glass, and what Alice found there]
Con questo spunto di riflessione hanno avuto inizio, nel corso di quest’anno, gli incontri di formazione che stanno diventando nella nostra parrocchia una attesa e piacevole tradizione.
Nell’anno della fede che stiamo celebrando, abbiamo chiesto a Padre Carmine Terenzio, che ci aveva già accompagnato nel 2012 nella riflessione sul documento dei Vescovi italiani “Educare alla vita buona del Vangelo”, di pensare ad un percorso di approfondimento sul “Credo”, il Simbolo della nostra fede.
A riempire di contenuti i quattro appuntamenti, vissuti all’inizio del tempo di quaresima, si è affiancato a Padre Carmine il suo fratello gemello, Padre Attilio Terenzio, che, sebbene con uno stile diverso, ci ha accompagnati ugualmente nel profondo dei “motivi” e delle ragioni della nostra vita di cristiani nella chiesa e nel mondo.
Un aspetto che ha caratterizzato molto positivamente gli appuntamenti di questo anno è stato il modo con cui ciascuno  ha aderito alla proposta e l’ha vissuta con intensità. Anche la preparazione, gli interventi, i momenti di canto e di animazione hanno visto protagoniste molte realtà della nostra parrocchia e il clima di unità, di corresponsabilità e di amicizia, sempre favorito e sostenuto dal nostro parroco, si è avvertito nella concretezza di un cammino fatto insieme.
Ci sentiamo tutti profondamente arricchiti da questa esperienza che coniuga spirito di comunità e esigenza di formazione, voglia di crescere nell’esperienza e desiderio di condividere e conoscersi, di dare alla Chiesa il volto e gli occhi del nostro vicino, del nostro compagno di strada, occhi che, nella verità di una relazione, ci riportano e riaccompagnano ogni volta alla riscoperta della nostra fede.
Come abbiamo ascoltato in un canto durante gli incontri:
Se dimenticassi ciò che è vero
se mi allontanassi da ciò che è sincero
i tuoi occhi di cielo me lo ricorderebbero
se mi allontanassi dal vero.
[Víctor Heredia, Ojos de Cielo]


All’anno prossimo!!!

Fabio Di Dionisio


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