martedì 21 luglio 2015

NOTIZIE DAL MARE

QUEL PROGETTO È UNA PERLA

Magari non vi troveranno una pietra preziosa, ma qualche  nuovo posto di lavoro probabilmente sì. E loro, gli addetti al nuovo piano di allevamento delle ostriche finanziato dalla Direzione regionale Politiche Agricole e Sviluppo Rurale, Forestale, Caccia e Pesca, giustamente ci sperano un po'. Sono da qualche mese coinvolti in questo progetto pilota destinato  alla sperimentazione di tecniche innovative per l'allevamento della Ostrea edulis, nome scientifico dell'ostrica. Il progetto, realizzato dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise, durerà un anno ed avrà il compito di verificare la realizzazione di un impianto di allevamento dell'ostrica piatta nelle acque marine antistanti la nostra regione. Obiettivo dichiarato: offrire ai pescatori professionali un'alternativa credibile alle normali attività, consentire agli operatori del settore della pesca la possibilità di individuare una nuova nicchia di mercato con un prodotto estremamente qualificato, facilitare l'apertura di nuovi sbocchi professionali nell'ambito della produzione primaria, rafforzare la biomassa e distribuzione della pregiata ostrica.
Così, se quest'estate vi serviranno un piatto di questo gustoso mollusco, sappiate che potrebbe provenire da tali allevamenti. Insomma, si escogita ciò che si può per fronteggiare la crisi che da tempo investe il ramo ittico.
Progetti, innovazioni, sfide: tutto per cercare di risollevare un settore da anni in difficoltà e creare magari anche un'alternativa concreta alla pesca tradizionale. Costo del lavoro, caro gasolio, mancanza di mano d'opera giovanile, norme europee sempre più esigenti stanno affossando un settore che fino a pochi anni fa godeva di un ottimo fatturato.
Per fortuna ci sono ancora gli ammortizzatori sociali: fondi e contributi per 35 milioni per il fermo biologico e CIG per quando non è possibile esercitare l'attività per motivi non imputabili all'armatore.
È terminato invece l'intervento del FEP (Fondo Europeo della Pesca), gestito a livello locale dalla Regione Abruzzo. Il suo sostituto ha una sigla un  po' più lunga: si chiama FEAMP, Fondo per le Attività Marittime e Pescherecce, e dovrà finanziare un po' tutto il comparto marittimo  e non solo quindi quello ittico.
Permane tuttavia un difficile rapporto con Bruxelles e certe sue decisioni mai condivise pienamente dalla nostra marineria. "L'Unione Europea pone sempre più vincoli che stanno strozzando la nostra attività", protestano gli armatori. "Essa è abituata  a ragionare secondo l'ecosistema dei mari del Nord, che è molto diverso dall'Adriatico ed in questo modo penalizza la nostra attività a vantaggio di quella concorrente". La prova più evidente è l'annosa questione del pesce fuori misura. E' vietato infatti pescare il pesce sotto una determinata taglia, e se ciò avviene, deve essere consegnato alle autorità marittime per la successiva donazione ad istituti di beneficenza. il problema però è che nel nostro mare il pesce difficilmente raggiunge una determinata misura, molto diffusa invece nei mari nordici.
C'è poi il recente decreto del 16 maggio scorso sui piccoli pelagici (acciughe, sarde, tonnetti, suri...), ossia il cosiddetto "pesce verde". Tale norma impone la pesca massimo tre giorni a settimana, con relativa statistica finale da consegnare alle Autorità costiere. "Insomma", come sostiene Vincenzo Staffilano, Presidente del Gruppo Azione Costiera (GAC) Costa Blu della provincia di Teramo, "l'Unione Europea sta ingessando sempre più la nostra attività quando occorrerebbero invece interventi strutturali e non  a pioggia".
I GAC, Gruppi di Azione Costiera, grossa novità introdotta nel 2012,  cominciano  già a dare i propri frutti. Una delle creature più  recenti del progetto è il punto di ristoro aperto al pubblico sul molo nord del porto giuliese, grazie all'approvazione del progetto presentato alla Regione Abruzzo.
Il GAC è una struttura che raggruppa rappresentanti della pesca e di altri settori economici con l'obbiettivo di contribuire ad innescare processi di sviluppo durevoli ed in grado di innalzare la competitività territoriale delle aree di pesca. Suo compito principale è quello di sensibilizzare le parti interessate a redigere progetti per accedere a finanziamenti, sarà poi compito del settore pesca della Regione di emanare il bando per poter accedere materialmente ai benefici europei.
Oggi per preservare e sostenere l'occupazione in un settore difficile come quello della pesca, è fondamentale diversificare le varie attività marinare. Compito del GAC è soprattutto questo. L'idea forza cui si ispira è quella che fa del mare una risorsa-sistema definendo un modello territoriale comprendenti attività produttive, turistiche, artigianali, culturali, come ad esempio la nascita del cosiddetto ittiturismo: pescatori che mettono a disposizione le loro abitazioni per attività ricettive e turistiche, sul modello del più noto agriturismo.
Nonostante la crisi e il dimezzamento delle imbarcazioni (da 900 battelli degli anni 90 si è passati ai 500 di oggi)i, la pesca rappresenta ancora in Abruzzo il 4% del fatturato nazionale. E sarebbe un peccato volersi accontentarsi solo di sopravvivere in un settore che può dare ancora tanto alla nostra economia locale e nazionale.
                                                                                                              di Domenico Foglia



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