venerdì 25 luglio 2014

CON PAPA FRANCESCO

A MESSA CON IL SANTO PADRE

Fra gli aspetti di papa Francesco che più hanno destato interesse e stupore c'è sicuramente la disponibilità, da lui stesso indicata come esigenza, di incontrare le persone, di essere “accessibile”. La volontà di restare nella residenza di Santa Marta, le telefonate fatte a semplici persone che gli avevano scritto, la predilezione per gli ultimi, la voglia di incontrare più persone possibile, hanno colpito tutti. Sono aspetti che non attengono semplicemente alla formalità e all'immagine ma che arrivano subito al cuore delle persone. Avevo sentito che ad un numero ristretto di persone era consentito quotidianamente di partecipare alla messa mattutina a Santa Marta. Avevamo da poco celebrato il trentesimo anniversario del nostro matrimonio. Nell'andare avanti con gli anni diventa più chiaro che quel poco di buono che riusciamo a fare non viene da noi; soprattutto l'amore vicendevole nel corso degli anni non è il prodotto del nostro sforzo, del nostro impegno, ma è dono di Dio. Come sarebbe bello ringraziare il Signore a messa con Papa Francesco! Come fare? Trovai l'indirizzo e-mail di Santa Marta  e scrissi senza dire niente a mia moglie, era il I ottobre. Il 4 ottobre ricevetti la risposta dalla segreteria particolare del Santo Padre: recava la data del 2 ottobre: il giorno dopo la mia e-mail! La mattina del 6 dicembre alle 6 e 20 eravamo già nei pressi del colonnato di sinistra in attesa di poter accedere. Faceva freddo, ma noi non ce ne accorgemmo: eravamo entusiasti ed emozionati come ragazzini. Nella residenza di Santa Marta era tutto predisposto per far sentire a proprio agio gli ospiti: un'accoglienza amichevole e cordiale. Quando prendemmo posto nella cappella, eravamo una sessantina, un sacerdote ci chiese se c'era qualcuno che volesse fare le letture, come in una parrocchia qualsiasi. L'omelia del papa, brevissima, circa tre minuti, prese spunto dal brano del vangelo dove viene detto delle grida di coloro che, coperti dalla folla, non riuscendo a vedere Gesù gridavano per farsi sentire. Anche la nostra preghiera deve essere insistente, non dobbiamo farci scrupolo di essere insistenti: la preghiera deve essere insistente e certa. Sicuramente il Signore può esaudire la nostra preghiera e la esaudirà nei tempi e nei modi che non conosciamo. Alla fine della messa, dopo alcuni minuti di raccoglimento, papa Francesco si mise all'ingresso della cappella per salutare ognuno dei partecipanti. Nel clima di amichevole semplicità che si era creato alcuni non riuscivano a trattenersi e lo abbracciavano e lui non si sottraeva ricambiando l'abbraccio.  Quando fu il nostro turno, ci inginocchiammo e baciammo la mano di papa Francesco, mia moglie disse “Santità siamo venuti a ringraziare il Signore per i trenta anni del nostro matrimonio … abbiamo tre figli … Santità benedica i nostri figli”; papa Francesco disse: “benedico voi e i vostri figli”. Io aggiunsi: “Ci siamo incontrati quando studiavamo all'università; in quegli anni abbiamo avuto la Grazia di conoscere don Giacomo Tantardini … Santità da quando Lei è stato eletto don Giacomo è di nuovo presente”. Il volto di papa Francesco si illuminò in un lieve sorriso: “conoscevo, conoscevo bene don Giacomo …”. A quel punto noi eravamo presi dall'emozione, papa Francesco ci rincuorò prendendoci le mani e il suo sorriso era più eloquente di tutte le parole del mondo. L'espressione che meglio descrive la sensazione di quei momenti è la parola benessere, nel senso proprio di stare bene. Dopo aver ringraziato papa Francesco per averci concesso quella occasione straordinaria ci congedammo. Siamo stati felicissimi di aver potuto salutare direttamente questo papa che ci ricorda tanto il nostro grande amico don Giacomo, che propone il cristianesimo semplice e misericordioso che si diffonde per attrazione, per iniziativa divina e non per  proselitismo.




IL MATRIMONIO È UN LAVORO DI TUTTI I GIORNI, UN LAVORO 
"ARTIGIANALE"!

L'incontro con il Papa è stato, per noi, un evento eccezionale e speciale. Eccezionale perché, da novelli sposi, abbiamo avuto la possibilità di incontrare la nostra guida. Speciale perché il nostro essere sposi sarà sempre alimentato dal ricordo del suo paterno abbraccio, dalla sua tenera richiesta: “Pregate per me” e dalle sue parole. Quel mercoledì, a Roma essere vicino a lui fisicamente è stato emozionante: abbiamo sentito la presenza del Signore e ciò che Papa Francesco annunciava, colpiva dritto al cuore: È importante, quando ci sentiamo peccatori, accostarci al sacramento della Riconciliazione. Qualcuno potrà dire: “Ma ho paura, perché il prete mi bastonerà”. No, non ti bastonerà il prete; tu sai chi incontrerai nel sacramento della Riconciliazione? Incontrerai Gesù che ti perdona! È Gesù che ti aspetta lì; e questo è un Sacramento che fa crescere tutta la Chiesa. Il Signore ci veniva presentato come un amico che incoraggia, consola e trasforma. Continuava a dire delle cose che stupivano per la quotidianità che si poteva riscontrare: I Sacramenti esprimono e realizzano un'effettiva e profonda comunione tra di noi, poiché in essi incontriamo Cristo Salvatore e, attraverso di Lui, i nostri fratelli nella fede. E, in effetti, quel giorno abbiamo vissuto, di persona  l'essere chiesa, l' essere comunità.  I nostri parenti, i nostri genitori, le nostre famiglie di origine fratelli e sorelle ci hanno sostenuto. I nostri amici: i nostri testimoni di nozze con le loro famiglie ci hanno regalato la loro preziosa presenza. Nonostante il caldo e la lontananza (erano in un altro punto della piazza) hanno accettato di stare con noi, lì. E questo ci ha commosso tantissimo. Il Vescovo di Roma continuava a scuoterci: I Sacramenti non sono apparenze, non sono riti, ma sono la forza di Cristo; è Gesù Cristo presente nei Sacramenti; e noi lo ascoltavamo con molta, molta attenzione.
Tempo fa il Papa disse: Il matrimonio è un lavoro di tutti i giorni, un lavoro "artigianale"! L’uomo aiuta la moglie ad essere una donna migliore, e la donna aiuta il marito ad essere un uomo migliore. Il segreto per un matrimonio di successo è racchiuso in tre parole: "Permesso, Grazie, Scusa".

Emidio ed io custodiremo quella bellissima giornata, a Roma, il 6 novembre 2013, l’udienza papale per i novelli sposi. La nostra strada è Gesù, è con Lui e per Lui, per confermarci famiglia, per rimanere uniti.

Nessun commento:

Posta un commento